Il film narra caduta e risalita di un dj berlinese. Fortemente motivato alla pubblicazione del suo album, si ritrova invischiato in una dipendenza dalle innumerevoli droghe diffuse nella capitale tedesca, si comporta da bambino viziato spaccando uffici e trascurando relazioni. Dopo aver fatto colazione nudo in un albergo chiccoso, giocando con il cibo come i bimbi col das, viene ricoverato in una struttura per la riabilitazione. Qui cui toccherà il fondo, e risalirà con compita displina, da bravo convertito.
Il film nel complesso risulta debole. Debole nella descrizione dell'inferno della droga. Troppo leggero e ingiustificato nel trattare il percorso di riabilitaizone del il protagonista, che supera la confusione dovuta alla tossicodipendeza, con troppa facilità. Scontato e banale il successo dell'album del musicista, come a voler calcare l'equalzione holliwodiana, bene (basta droga) uguale successo sociale.
I personaggi non sono approfonditi e allo stesso modo le relazioni, che rimangono fredde, i dialoghi mai pregni.
L'unica protagonista che esce vincitrice da questa opera è la musica. Spessa, meccanica, vellutata, potente, coinvolgente, introspettiva, pulsante. E della Berlino che visivamente latita, ci lascia un sapore forte, una sonora intensità.
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bluto8000
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giovedì 15 aprile 2010
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vince la musica
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Il film appare discontinuo e a tratti euforizzante. Nel complesso un timido sforzo nel cercare di unificare ambientazione, realtà, introspezione, e contenuti, ma senza riscuotere significativo successo.La Berlino che fa da sfondo si nota appena.Il tentativo di rendere le scene in maniera reale si ferma nell' utilizzare immagini di party realmente svolti. Nel complesso pero' le scene crude, le storie grottesche e le situazioni "stupefacenti" appaiono molto reali.La prova del regista nella resa dei rapporti è discreta ma dai contenuti scadenti.Il vincitore induscusso del film è sicuramente il talento di Leipzig, Paul Kalkbrenner. Le sue musiche sono il protagonista principale, mai banali, mai scontate, sempre ruggenti, a volte sottili.
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Il film appare discontinuo e a tratti euforizzante. Nel complesso un timido sforzo nel cercare di unificare ambientazione, realtà, introspezione, e contenuti, ma senza riscuotere significativo successo.La Berlino che fa da sfondo si nota appena.Il tentativo di rendere le scene in maniera reale si ferma nell' utilizzare immagini di party realmente svolti. Nel complesso pero' le scene crude, le storie grottesche e le situazioni "stupefacenti" appaiono molto reali.La prova del regista nella resa dei rapporti è discreta ma dai contenuti scadenti.Il vincitore induscusso del film è sicuramente il talento di Leipzig, Paul Kalkbrenner. Le sue musiche sono il protagonista principale, mai banali, mai scontate, sempre ruggenti, a volte sottili.Il compositore/dj tedesco, validissimo esponente della scena techno ed elettronica europea è l'unico a non deludere le aspettative, discreto anche come attore.
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paolorol
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martedì 8 giugno 2010
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e questa sarebbe musica???
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Non concordo sui vostri giudizi relativi alla musica. Il film è debole, ma la musica non è neppure debolissima, è inesistente.. Premesso che sono un superesperto di musica Elettronica, che ho visto nascere e svilupparsi e che ho anche prodotto, vi posso assicurare che quella di questo poveretto rappresenta il nulla assoluto. Sono quelle cazzate che chiunque possegga uno straccio di pc può produrre, ma basta anche una PS3.. Se non ci credete provate. Poi provate anche a venderli, vi rideranno dietro!!!Io non produrrei questo tipo neppure gratis.Tutti i "brani", se così li possiamo chiamare, iniziano con un'intro morbida in stile Sanremese o peggio, poi arriva un monotono kick che resta tale e quale per tutto il tempo.
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Non concordo sui vostri giudizi relativi alla musica. Il film è debole, ma la musica non è neppure debolissima, è inesistente.. Premesso che sono un superesperto di musica Elettronica, che ho visto nascere e svilupparsi e che ho anche prodotto, vi posso assicurare che quella di questo poveretto rappresenta il nulla assoluto. Sono quelle cazzate che chiunque possegga uno straccio di pc può produrre, ma basta anche una PS3.. Se non ci credete provate. Poi provate anche a venderli, vi rideranno dietro!!!Io non produrrei questo tipo neppure gratis.Tutti i "brani", se così li possiamo chiamare, iniziano con un'intro morbida in stile Sanremese o peggio, poi arriva un monotono kick che resta tale e quale per tutto il tempo.. Dopo un pò compare un grottesco hook pseudomelodico, affidato ad un moog vintage che fa rimpiangere le vette artistiche del Guardiano del faro.Il disgraziato è "anche" un dj ? La scena berlinese per fortuna ha prodotto ben altro, la techno minimale è altra cosa, quella di Kalkbrenner è immondizia, ad un rave o in un club neppure i più sballati e calati sarebbero disposti a ballare su queste "note".Per il resto concordo pienamente!Ciao!
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paolorol
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martedì 8 giugno 2010
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questa non è musica!
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Concordo su tutto, ma sulla musica no! Le mie orecchie sono molto smaliziate ed è logico che io sia ipercritico, ma l'ingenua e rozza robaccia prodotta da sto Kalkbrenner è al di là del bene e del male..La classica monnezza che può produrre chiunque abbia uno straccio di pc.Monnezza invendibile. A Berlino per fortuna c'è un'importante scena, che con questi penosi aborti in stile euro-dance non hanno nulla a che vedere.Mai confondere il Minimalismo col Nullismo.
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