Ognuno è libero di interpretare quel che crede con i propri parametri di pensiero. Anzi, NON esistono altri modi di interpretare la realtà perché essendo umani PROIETTIAMO sul mondo ciò che abbiamo in testa (o nell'anima che dir si voglia). Tuttavia, un conto è iniziare a sparare a raffica libere associazioni sulle cose e un conto è l'aggancio fra l'interpretazione e la cosa in sé. Per questo esistono discipline denominate "critica letteraria", "critica cinematografica", "semiotica", "storia dell'arte" ecc. Basta andare a vedere XXY per capire che DA NESSUNA PARTE appare UNA FRASE (dico UNA) in cui si faccia riferimento DIRETTO, INDIRETTO, METAFORICO, ALEGORICO, SIMBOLICO (e chi più ne ha più ne metta) all'accettazione della volontà di Dio nelle scelte del Padre, la Madre o la Figlia. Anzi, se ci fosse "accettazione" non ci sarebbe così tanta rabbia e dolore in Alex, e il film non finirebbe con la separazione degli adolescenti proprio perché lei si ritiene un MOSTRUO.
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reiver
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martedì 10 luglio 2007
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x serena
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Non contesto il merito delle tue affermazioni (non potrei,xkè non ho visto il film),dico solo che usare il termine "volontà di Dio" (che è quasi un modo di dire) non significa dare una lettura religiosa di un film...ci vorrebbero argomentazioni più
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reiver
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martedì 10 luglio 2007
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x serena/2
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solide!Vedi,ciò che ho percepito io (magari sbaglio) è ke tu utilizzando quella parola (lettura religiosa) abbia voluto sminuire una recensione senza aggiungere altre motivazioni,semplicemente affibbiando un'etichetta...Ti saluto,alla prossima!
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miriam
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martedì 10 luglio 2007
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a seena
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So anch'io che esiste una disciplina denominata "critica letteraria" ma spesso (e forse questo è un caso classico) è gestita da persone che non sanno vedere oltre quello che hanno studiato applicando pedissequamente le categorie che appunto
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miriam
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martedì 10 luglio 2007
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a seena/2
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sono nei libri.Non sono capaci di interpretare da soli,in nome della Ragione facendosi così un'idea da confrontare,semmai,con "la critica".Non sanno interpretare e,come nel caso della mia recensione,non capiscono neanche l'italiano per quello che è
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miriam
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martedì 10 luglio 2007
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a seena/3
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Non è necessario che Dio sia nominato in una dolce litania perché ci sia un risvolto "religioso" perché Dio è ovunque (non solo in Chiesa) quindi non è un peccato riflettere e desumere qualcosa di SOGGETTIVO e PERSONALE.Non ritornerò più
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miriam
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martedì 10 luglio 2007
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fine
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sull'argomento perché è senza speranza.
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serena
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mercoledì 11 luglio 2007
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complimenti a reiver
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Allora perché parla di un film che non ha visto?
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serena
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mercoledì 11 luglio 2007
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brava miriam!
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La speranza è una virtù cardinale, che ognuno deve curare per la salute della propria anima.Il suo italiano va benissimo, cerchi soltanto di "ascoltare" anche gli altri ogni tanto, magari con meno aggressività.
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reiver
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mercoledì 11 luglio 2007
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...serena
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Io non ho parlato del film (mi sembrava chiaro!),ma di un termine usato secondo me in maniera impropria:infatti non ho criticato la tua recensione (non avrei potuto).Mi prendo la libertà del "tu",qui siamo tutti "colleghi"...Ciao.
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miriam
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mercoledì 11 luglio 2007
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riflessione
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Curiosamente cercando fra le recensioni quella del critico di Repubblica con cui lei non era d'accordo ho scoperto che in effetti le nostre sono simili nel nocciolo anzi forse la mia è più sintetica perché salto per principio i riassunti.
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miriam
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mercoledì 11 luglio 2007
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riflessione/2
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A ben guardare non è poi lontanissima (quella di D'Agostino) dalla sua,non capisco perché per argomentare la sua "opinione" che io ancora non ho capito e che mi sono sforzata anche troppo di capire abbia infarcito il tutto di illazioni.
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miriam
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mercoledì 11 luglio 2007
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riflessione/3
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La vis polemica è salutare se ha sostanza sennò è aria fritta.Alla prossima!
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