Caramel |
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Un film di Nadine Labaki.
Con Nadine Labaki, Yasmine Al Massri, Joanna Moukarzel, Gisèle Aouad, Adel Karam.
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Titolo originale Sukkar banat.
Commedia,
Ratings: Kids+13,
durata 96 min.
- Francia, Libano 2007.
- Lady Film
uscita venerdì 21 dicembre 2007.
MYMONETRO
Caramel
valutazione media:
3,63
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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sciolte nel caramello
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| giovedì 21 febbraio 2008 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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L'anima di una donna è un paesaggio difficile da tratteggiare. E' dolcemente mutevole e assume colori e forme diverse a seconda dell'angolazione da cui lo si osserva e, spesso, anche in base agli occhi che vi si stanno posando. E' una dolce mescolanza di gioia, ironia, pazienza, malinconia, silenzio, abbandono e amore. Nadine Labaki da abile donna e regista qual è ha saputo utilizzare il 'pennello' più adatto per rendere questo quadro complesso. Le donne del suo film sono universali, le si potrebbe collocare in qualsiasi gineceo di qualsiasi stato e continente. Parlerebbero un idioma diverso, magari sostituirebbero il caremello con qualche altro 'strumento', ma soffrirebbero, riderebbero e farebbero fronte comune allo stesso modo. La retorica è assente in questo film. Nessuno pronuncia frasi memorabili o distribuisce perle di saggezza. Persino il discorso della madre di Nisrine prima del matrimonio non ha pretese, vuole semplicemente essere un invito a vivere fino in fondo, ad 'assaporare il melone'. Lo spettatore è avvolto nella magica coperta dei colori accesi e della musica del Libano e, in questa splendida cornice, ha modo di osservare modi differenti di essere donna in diverse fasi della vita. Il tutto amalgamato dal caramello. Perché il caramello rappresenta perfettaemente la vita di una donna: è dolce, malleabile e può assumere diverse forme, ma è anche lo strumento utilizzato per sottoporsi a 'piccole torture quotidiane' per diventare qualcuno o qualcosa che allontana un poco dalla realtà per avvicinarsi al sogno e all'ideale. E' il sottile inganno che alberga in ogni donna, la simbologia della sua anima scissa fra ciò che sa di essere, ciò che la vita la porta a essere, e ciò che vuole che gli altri credano sia. Il tutto permeato da quella strana solidarietà femminile che, più che di parole, è fatta di sguardi, silenziose intese, e risate consapevoli e buffe e di quel particolare coraggio di vivere che hanno le donne. Questo ha saputo creare Nadine Layale in un film che vale davvero la pena di vedere, per riconoscersi nell'universo femminile o per conoscerlo, forse, un poco di più.
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