Son de mar

Paolo D'Agostini

Bigas Luna regista delle passioni? Qui mette in scena una travolgente passione, è vero, ma senza calore. Il film viene da un best-seller spagnolo ed è stato sceneggiato da Rafael Azcona, un'eccezione nel cinema sempre ultraautoriale di Bigas Luna. Leonor Watling, attrice notevole (era in Parla con lei) e soprattutto capace di esprimere grande sensualità, è una sorella della Valeria Golino di Respiro, su un'altra sponda del Mediterraneo, continentale e non isolana (siamo sulla costa tra Alicante e Murcia). Martina è una ragazzetta semplice e sfrontata che perde la testa, ricambiata, per un giovane insegnante venuto da lontano. Resta incinta, si sposano, sembra che si amino alla follia ma Ulises (il riferimento miticosimbolico del nome omerico non può essere casuale) cede al richiamo dell'avventura e sparisce. Passano gli anni. Lei è diventata una signora accanto al vecchio spasimante Sierra, ricco palazzinaro, ma Ulises, che tutti credevano morto, ricompare. Ed è un'esplosione di desiderio tra i due, di sesso senza speranza né prospettiva. Perché è chiaro immediatamente che non la faranno franca. Il mare, il sesso, il cibo, l'avvolgente e morbida luce mediterranea. Sono i cavalli di battaglia del suo cinema, ed è vero che apparentemente occupano tutta la scena di Son de mar (nome di una barca maledetta). Ma lo spirito di Bigas Luna, almeno per quanto riguarda questo film, sembra figlio delle tortuose e cerebrali brume del nord.
Da La Repubblica, 28 novembre 2003


di Paolo D'Agostini, 28 novembre 2003