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In definitiva un Celentano ripetitivo, quasi "copia di se' stesso"in questo "Il burbero"(di Castellano e Pipolo, 1986, penultimo film del"molleggiato"), nel perosnaggio del"duro", del"Macho", personaggio cui aveva dato vita troppe altre volte. Funziona, d'accordo, i n paerte, la contaminazione trra commedia"celentaniana"(a'la Casttellano & Pipolo certo)e la trama"gialla", ma in definitiva c'e poco, Le solite"mosse"da molleggiato, quando si dincola in aereo, quando cerca di liberarsi dai lacci che avvolgono lui e la sua"partner", ma... C'e ¿poi un elemneto che "stona": nonostante l'ambientazione fiorentina(quasi da film"turistico"a tratti...)che a chi scrive va benissimo, per ovvi motivi(ogni mio studio e ogni occupazione, dopo la mautirta'si e'svolto/a a Firenze); ma Celntano, che dovrebbe imperosnare un avvocato fiorentino, non ci da'dentro per nulla con un minim di accento fiorentino, che magari, forse, non gli sarebbe riuscito cmunque.... Da rivalutare, ivnece, Angela Fionchciaro, nella parte della segretaria dello studio di avvocati, presso il quale"il burbero"lavora, prima di essere allontanato...La stanchezza di cui si e'parlato direi essere evidente, in questo film... Eugen
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