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"The Private Life of Sherlock Holmes"(1970), solo parzialmente ispirato dalle opere di Sir Arthur Conan Doyle, in realtà scritto dallo stesso Billy Wilder, regista, con I.AA.L:Dimaond, su virtù, vizi(la fmosa soluzione 7% ....) del detective più famoso al mondo, l'unico capace di attivare ancora oggi(salvo casi isolati di refrattari, per motivi di bigottismo-ignoranza) l'immaginazio collettivo. Wilder ha qui(come altrove, molte volte)la capacitù di passare e far passare dal registro umoristico a quello "serio", della detectione e della suspense, inventando o meglio ricomponendo storie che in Conan Doyle ci sono , ma nei racconti sono disposte diversamente. C'è anche qualche cenno all'opera completa di Conan Doyle su Holmes(come noto, Doyle scrisse moltissimo, voglio dire testi teatrali, saggi, romanzi, racconti che trattano di temi diversissimi dal famoso detective), quasi una"carrellata"intelligente, ma poi la vicenda realmente inventata da Wilder è da un lato attinente allo"spirito holmesiano", dall'altra autonoma da esso. Nulla da dire, anche a riguardo degli interpreti: Robert Stephens è Holmes, Colin Blakely è invece il dr.Watson, Christopher Lee non è (ovviamente)né Dracula nè Frankenstein, ma il famoso Mycroft Holmes, Genevieve Page è la misteriosa donna il cui ricordo Holmes serberà comunque caro, pur se da"nemica". In più i paesaggi, soprattutto scozzesi, sempre molto ben"azzeccati"e contestualizzati.. . El Gato
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