La caduta degli dei |
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Un film di Luchino Visconti.
Con Dirk Bogarde, Ingrid Thulin, Helmut Griem, Renaud Verley, Umberto Orsini.
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Titolo originale Götterdämmerung.
Drammatico,
Ratings: Kids+16,
durata 155 min.
- Italia 1969.
- VM 18 -
MYMONETRO
La caduta degli dei ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
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la caduta degli dei nella "trilogia tedesca"
di giorgioFeedback: |
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giovedì 20 marzo 2008 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Mi permetto di segnalare che "la caduta degli dei" fa parte (insieme a "morte a venezia" e "ludwig") di un trittico viscontiano denominato "trilogia tedesca", incentrata sul tema del nazismo. Questo tema è il tema che innerva, come acutamente segnalato da certa critica, una specifica lettura "trasversale" tra i tre film (che qui nel sito non mi pare considerata). Piccola notazione: Aschenbach è il nome sia del sinistro "consigliere di frodi" SS de "la caduta", sia del 'languido' Professore di "morte a Venezia". Con questo, Visconti suggerisce, in chiave ermeneutica, un 'continuum' tra l'estetismo decandente ed il nazismo; estetismo e musica. Si consideri che questa lettura è del tardo e maturo Thomas Mann de "il Doctor Faustus", che identifica nel rapimento operato dalla "superbia dodecafonica" del protagonista la metafora della "superbia" tedesca (e nazista) della "volontà di potenza". Tale "superbia" ne l'Aschenbach di "morte a Venezia" consiste nella passione omosessuale per Tadizio, trasgressione per eccellenza. Accettata questa ermeneutica, allora, ne consegue che il tema del nazismo è, per così dire, "spalmato" su tutti e tre i film. Nella "caduta degli dei", più che del nazismo in sè, si parla della decadenza di un mondo borghese (sostanzialmente ottocentesco) che aveva creduto di inglobare nella propria logica machiavellica e fredda di potere il nazismo, ignorandone la carica irrazionalistica e "mistica" che portava dentro: questo è, allora, il senso della "lotta di successione" tra Bruckman e Martin-Berger, il successore. In "ludwig", l'immagine del nazismo consiste, oltrechè nel culto "mistico" della musica wagneriana, nell'esasperato psicologismo-solipsismo del protagonista che diventa metro di giudizio totalitario del mondo, della vita e della realtà.
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