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RECENSIONE
Per capire questo film che non è un mero remake di Ombre rosse è opportuno leggere il romanzo Stage Coach da cui sono stati tratti la vicenda e i personaggi di entrambi i film. I 9 di Dryfork City è uscito nel 1976 in uno splendido Technicolor con la regia di Gordon Douglas artigiano di Hollywood che ha all'attivo un discreto curriculum con numerosi film western (Barquero, L'avamposto degli uomini perduti).
Siamo nel Wyoming e 9 persone sono a bordo di una diligenza che parte da Dryfork City per andare a Cheyenne, sono: il postiglione Buck (Slim Pickens), lo sceriffo Wilcox (Van Heflin), che da scorta e lungo la strada ha arrestato Ringo (Alex Cord) fuggito dalla prigione e che vuole andare a Cheyenne per uccidere Luke che ha ucciso il padre e il fratello accusandolo ingiustamente, vuole anche vendicarsi dei 2 suoi fratelli complici del misfatto. Gli altri passeggeri sono: Dallas (Ann Margret) una prostituta e il dr. Boone (Bing Crosby) medico ubriacone entrambi cacciati dal paese, Lucy Mallory (Stefanie Powers) moglie incinta di un ufficiale di cavalleria che cerca di raggiungere il marito, Hatfield (Michael Connors) giocatore di poker, aristrocratico e ex ufficiale sudista, che vuole proteggere la signora Mallory durante il viaggio, Gatewood (Bob Cummings) genero del proprietario della banca locale che ha deciso di fuggire rubando una grossa somma di denaro e infine Peacock un rappresenntante di whisky. Il territorio è infestato dai Sioux in particolare dalla banda di Cavallo Pazzo, il viaggio ricalca in parte la trama di Ombre Rosse, ma è completamente diverso alla fine, nell'attacco degli indiani i viaggiatori non sono salvati dalla cavalleria ma Ringo guida la carrozza nella foresta, il veicolo sbanda e si rovescia, però i passeggeri si difendono e uccidono gran parte degli indiani e i superstiti fuggono, ma muore Hatfield e sono feriti lo sceriffo, il postiglione e Peacock; raggiunta la città Ringo uccide i 3 fratelli e lo sceriffo lo fa fuggire con Dallas che nel viaggio si era innamorata di Ringo.
Il film è molto più aderente al romanzo rispetto ad Ombre Rosse non solo nell'attacco degli indiani ma a cominciare dallo scenario: non più il deserto dell'Arizona e gli Apache, ma le foreste e le montagne del Wyoming e i Sioux ( tra l'altro Ringo e Dallas vanno a vivere in un ranch in Arizona a Tonto proprio da dove parte la diligenza in Ombre Rosse). Inoltre il film approfondisce certe situazioni ad esempio l'antefatto che ha causato l'espulsione dalla città di Dallas e i rapporti tra il medico e il rappresentante con molti duetti comici. Nel film è inserito un passaggio clou del romanzo: il viaggio nelle tempesta atttraverso uno stretto sentiero di montagna che costituisce uno scorciatoia per sfuggire ai pellerossa. E' un buon western che certo manca del sentimento irlandese e della poesia di Ford che diresse un capolavoro assoluto del cinema, ma è un film che dimostra un solido professionismo e che intelligentemente non ha voluto copiare l'originale. Buono il cast con la bellissima Ann Margret molto convincente (più di Claire Trevor) nella parte di Dallas, bravo Bing Crosby anche se non riesce a superare l'impareggiabile Thomas Mitchell. Alex Cord invece è uno spento Ringo e non riesce minimamente a intaccare il carisma di John Wayne che riempe lo schermo di Ombre Rosse.
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