La Vita E´ Meravigliosa si é insinuato nell´immaginario collettivo di generazioni di appassionati di cinema e di esso si é cementificato come pietra miliare.
Non potrebbe esser stato altrimenti, visti i tempi che correvano quando uscí nelle sale, e visto che allora Hollywood era veramente un´industria cinematografica rilevante. I film, i registi americani di allora, li sapevano fare con intelligenza e furbizia, toccando le corde emotive del grande pubblico, al quale peró non si dimenticavano di lasciare sempre un messaggio.
E gli attori, anche loro, non erano mica come quelli di adesso. Nessun attore di Hollywood di adesso, nemmeno i migliori, sarebbero mai in grado anche solo di avvicinarsi al James Stewart di La Vita E´ Meravigliosa.
Sono loro due, Capra e Stewart, oltre al fascino incommensurabile che il cinema d´antan conserva, gli ingredienti segreti che hanno reso questo film un culto, un capolavoro senza tempo. Perché, se vogliamo dirla tutta, un plot cosí, al giorno d´oggi, sarebbe stato al livello di Jack Frost o di Mamma Ho Perso L´Aereo (storico, ma pur sempre un film per bambini).
Il punto a cui voglio arrivare é ben chiaro e preciso: gran regia, grande intelligenza e furbizia nel plot, meraviglioso Stewart, ma c´é un ma. Si fa presto a innalzare e idealizzare il messaggio ed il significato di questo film. Si fa presto a dire che é bello, ottimista e addirittura profondo: i soldi (anche se indispensabili per "tirare la carretta") non fanno la felicitá, ma le buone azioni in tutto il corso della vita. E tutto il bene che fai, ti tornerá indietro. Il "cattivo", di dickensiana memoria, ha e per sempre avrá i soldi, ma non l´affetto di chi lo circonda, né l´amore di una bella moglie e di cinque figli.
Un messaggio semplice e molto banale, il cui significato é stato trasfigurato da quella che é la dimensione affascinante e magica del film.
Ma, signore e signori, la vita non é cosí. Tutto il bene fatto non ti tornerá indietro, non ci sará un angelo pronto a salvarti nei momenti di depressione, né una donna bellissima che ti ama da quando é nata, e che successivamente sfornerá figli su figli aspettandoti ogni sera a casa col sorriso, anche se i soldi son poi quelli che sono. Eh, no, la vita non é cosí, e anche se al cinema é bello sognare, questo é ben chiaro, resta l´amarezza per il doppio fine che si riserva sempre Hollywood, anche quando ci regala pellicole magiche come queste: far sognare il pubblico/popolo, ma reinserirlo (se mai a qualcuno venisse ad esempio la pazza idea di non mettere su famiglia e radici in un posto e girare per il mondo, come sogna Stewart da giovane nel film) con ottimismo negli ingranaggi della società. Perchè il film, oltre che con le lacrime agli occhi, ti lascia con la convinzione che i soldi non sono tutto e che bisogna far del bene.
E così si torna ai lavori di tutti i giorni con più serenità, seguendo il mantra anglosassone "the more you work, the more you approach to God", e si rinnova la fiducia all'istituzione della famiglia, sperando di poterne avere una, un giorno, che assomigli vagamente a quella di Stewart e di Donna Reed. E chissà quanti morti suicidi avranno sperato invano che arrivasse l'angelo custode a salvarli, prima che si buttassero.
E' questo piccolo, grande dettaglio, che impedisce alla Vita E' Meravigliosa di conquistare quell'ultima stellina in più. Perchè se è vero che è una favola (non vita, favola!) meravigliosa, affascinante, e che fa sognare, il cinema "da cinque stelle" è più di questo. Il Neorealismo italiano, ad esempio, è proprio lì a ricordarci che le storie non finiscono come Hollywood vorrebbe far crederci.
In conclusione: molto bello, ma troppo, troppo facile, così!
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