La fiamma del peccato

Un noir psicoanalitico costruito su due livelli, quello esteriore delle azioni e dei sentimenti, quello interiore della riflessione e con due protagonisti antagonisti che si muovono simultaneamente su due piani diversi, viaggiando su binari paralleli che mai si incontreranno se non nella sequenza finale, sebbene si guardino osservandosi curiosi reciprocamente come in uno specchio deformante, MacMurray eroe negativo mosso dalla passione e vittima dei propri istinti e il suo doppio, Robinson, il raziocinio fatto persona. Il cerchio si chiude alla fine e le due anime si ricongiungono nella consapevolezza di essere entrambi facce della stessa persona. Il tema del doppio che sarebbe secondo questa interpretazione il vero asse portante nascosto del soggetto del film, altrimenti da fruire come un qualsiasi giallo scritto nello stile di Raymond Chandler, si rivela oltre che nel titolo del romanzo da cui Wilder trae spunto per il plot, La morte paga doppio, anche nelle battute finali di Robinson che rivolto al nemico, amico, collega, fratello, MacMurray, gli sussurra che gli era stato nella vita molto pi? vicino di quanto lui stesso potesse immaginare, ovvero che erano senza saperlo facce diverse della stessa persona. La donna fatale, la perfida creatura seducente interpretata dalla Stanwyck sarebbe quindi nulla altro che una incarnazione del demonio, in una visione religiosa, oppure una figura destinale, senza una propria anima, comparsa nella trama del mondo con il solo scopo di riappacificare il protagonista, probabilmente lo scrittore del romanzo che ispira la sceneggiatura del film, con se stesso.