Ennio Flaiano
Nell’atrio del Cinema Corso, la sera che vi siamo entrati per la prima di Senza cielo, c’era una folla elegante e spazientita dall’attesa. «Tutto pieno» badava a gridare un custode dell’ingresso e «Pezzo d’imbecille! Guarda almeno con chi parli» rispondeva un giovane alto e quadrato che subito riconoscemmo per uno degli interpreti del film.
«Qui si mette male», ci venne fatto di pensare involontariamente. Invece, subito dopo le porte si aprirono ed entrammo. Gli altoparlanti emettevano una musica di quelle che si sogliono definire «suggestive»: accordi di sassofoni e ritmo di tamburi, insomma un’aria esotica che doveva certamente trasportare la fantasia degli spettatori nel mondo viscido delle foreste vergini e delle tribù, almeno di quelle cinematografiche. [...]
di Ennio Flaiano, articolo completo (5067 caratteri spazi inclusi) su 18 dicembre 1940