'Hitler - Un film dalla Germania' è l'ennesimo motivo per cui dobbiamo essere riconoscenti ad Enrico Ghezzi, intellettuale senza il quale in Italia avremmo difficilmente potuto conoscere autori come Syberberg.
Su questa pellicola si potrebbero scrivere decine di saggi senza mai riuscire ad analizzarne tutti gli aspetti, figurarsi una recensione, mi limiterò quindi ad un breve commento, il cui unico scopo è quello di convincere chi ancora non l'avesse fatto a spendere sette ore della propria vita nella visione di questo film. Innanzitutto bisogna chiarire che qualsiasi semplicistica categorizzazione del lavoro di Syberberg è piuttosto superflua: non è un film, non è un documentario, non è un'opera teatrale, è semplicemente tutto questo e molto di più.
Chi è Hitler? Il Male. Questa è la risposta che ci aspetteremmo da un qualsiasi cittadino occidentale. Ma non quella di Syberberg. Hitler è sì il Male, il diavolo in persona, ma è anche e soprattutto un uomo. Un essere umano che come tutti si alza ogni mattina, mangia, legge e porta avanti la sua normale routine quotidiana, trovando pure tempo per emozionarsi nel fare una passaggiata a Berlino nella notte di Natale. Si vuole allora redimere la figura di Hitler dai suoi peccati, dalle nefandezze di cui si è reso autore? Assolutamente no, la condanna è netta ed inequivocabile, la sua umanizzazione è solo un espediente per attaccarre quella visione estremamente parziale per cui Hitler è stato assurto esclusivamente ad ipostasi dei mali del '900, mostro per eccellenza, bestia quasi da non nominare. Si noti l'avverbio 'esclusivamente': non è che queste definizioni non siano corrette, anzi, ma come tutte le etichette possono essere molto limitanti e pericolose. Il male non è disumano, ma è forse il carattere più precipuamente umano, e in questo quadro si inserisce Hitler, che non è astorico, ma è esso stesso prodotto della storia, anche di quella dei suoi giorni, che non è un unicum, ma un individuo che i tempi hanno messo a capo di un progetto politico delirante e orribile, un progetto che non è nato e morto con lui, ma che con lui ha conosciuto una maggiore sistematicità ed efficienza. Un male fra i mali, forse il peggiore della sua epoca, ma non l'unico. La storia si ripete sempre uguale a se stessa e in ogni epoca ci saranno mostri, che potranno assumere forme diverse, essere più o meno latenti, ma ci saranno sempre e, soprattutto, non saranno mai isolati.
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