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Celestino scopre che la sua macchina fotografica elimina gli uomini malvagi; incomincia a farne uso ma poi si rende conto che è un dono diabolico, e che la pulizia colpleta comporterebbe una strage.
Un apologo fiabesco che, secondo Rossellini doveva educare brechtianamente gli spettatori. La vena neorealistica viene annacquata a favore di un bozzettismo gradevole ma di maniera. Da un soggetto di Eduardo De Filippo e Giuseppe Marotta, sceneggiato da Sergio Amidei, Rossellini, Liana Ferri, Giancarlo Vigorelli e Franco Brusati. La lavorazione del film iniziò nel 1948 ma fu completata, solo alla fine del 1951: quando uscì l'anno successivo, il film fece registrare incassi irrisori.
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