Credo che il vero protagonista di "Prima della rivoluzione" sia il tempo. Nel film si alternano due concetti di tempo, quello circolare (proustiano direi), dell'immutabilità delle cose, nel quale vive la borghesia (e nel quale crede Gina), e quello lineare (alla Bergson) del proletariato e di Cesare, che è lanciato verso il cambiamento. Nel film, sempre a mio giudizio, si vuole evidenziare che si sta passando da un tempo all'altro (significativa a mio avviso la scena della rottura della collana di perle di Gina mentre sullo sfondo si vede un orologio), Fabrizio vorrebbe entrare nella corrente che avanza ma non può, è condannato in quanto borghese a limitarsi ad essere al massimo un intellettuale e vivere sempre prima della rivoluzione, non può partecipare ad essa; altro riferimento molto interessante al tempo è il testo di Giambattista Vico che troneggia dietro Cesare. Penso che Bertolucci voglia essere autobiografico, si rispecchia in Fabrizio, anch'egli è un borghese, e come tale appunto può limitarsi ad essere intellettuale com'è appunto in questo film ricchissimo di citazioni, e forse spaventato all'idea di finire come Puck, vecchio proprietario terriero ormai in rovina, che assiste rassegnato al cambiamento (e come presumibilmente finirà Fabrizio).
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