queztal
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mercoledì 28 febbraio 2007
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magico
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Visto al cinema nel 1982 e rivisto stasera nel 2007. In 25 anni solo i capolavori reggono. Ma questo per Allen è un film inusuale perchè è assolutamente leggero, non ha retrogusto amaro e fila via liscio come un bicchier d' acqua pura o una boccata d' aria fresca. Come tutte quelle cose quotidiane che non apprezziamo proprio perchè le abbiamo, ma quando ci mancano diventano essenziali e mitiche. E così un' occasione perduta viene mitizzata e poi rovinata nel tentativo di inseguirla e recuperarla, mentre qualcosa di assolutamente imprevisto viene colto proprio da chi sembrava meno adatto a farlo.
Oggi diventa anche struggente rivedere questa pellicola e pensare che fu la prima della nuova coppia Allen - Farrow.
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Visto al cinema nel 1982 e rivisto stasera nel 2007. In 25 anni solo i capolavori reggono. Ma questo per Allen è un film inusuale perchè è assolutamente leggero, non ha retrogusto amaro e fila via liscio come un bicchier d' acqua pura o una boccata d' aria fresca. Come tutte quelle cose quotidiane che non apprezziamo proprio perchè le abbiamo, ma quando ci mancano diventano essenziali e mitiche. E così un' occasione perduta viene mitizzata e poi rovinata nel tentativo di inseguirla e recuperarla, mentre qualcosa di assolutamente imprevisto viene colto proprio da chi sembrava meno adatto a farlo.
Oggi diventa anche struggente rivedere questa pellicola e pensare che fu la prima della nuova coppia Allen - Farrow. Lei era splendida, loro probabilmente innamoratissimi, risultato: la più solare prova di Woody, un' opera che ancora oggi ci invita a credere nel magico e a stare sempre pronti per cogliere la nostra occasione di diventare folletti del bosco.
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great steven
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martedì 10 marzo 2015
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coniugi aprono agli ospiti la loro casa campestre.
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UNA COMMEDIA SEXY IN UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE (USA, 1982) diretto da WOODY ALLEN. Interpretato da WOODY ALLEN, MIA FARROW, JOSé FERRER, MARY STEENBURGEN, JULIE HAGERTY, TONY ROBERTS
Agli esordi del XX secolo, in una villa di campagna a nord di New York, un bizzarro inventore fallito e la moglie con cui è in crisi decidono di ospitare per una settimana estiva di bel tempo due coppie di amici. I tre uomini e le tre donne si divertiranno o si dispereranno scambiandosi le dame, vivendo equivoci piccanti, perdendo occasioni importanti, organizzando appuntamenti segreti, entrando e uscendo dalle camere da letto. Il tutto immersi nella quiete agreste del giorno e della notte, indifferenti commentatori delle vicende a sfondo erotico di cui questi sei individui sessualmente frustrati si fanno fautori.
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UNA COMMEDIA SEXY IN UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE (USA, 1982) diretto da WOODY ALLEN. Interpretato da WOODY ALLEN, MIA FARROW, JOSé FERRER, MARY STEENBURGEN, JULIE HAGERTY, TONY ROBERTS
Agli esordi del XX secolo, in una villa di campagna a nord di New York, un bizzarro inventore fallito e la moglie con cui è in crisi decidono di ospitare per una settimana estiva di bel tempo due coppie di amici. I tre uomini e le tre donne si divertiranno o si dispereranno scambiandosi le dame, vivendo equivoci piccanti, perdendo occasioni importanti, organizzando appuntamenti segreti, entrando e uscendo dalle camere da letto. Il tutto immersi nella quiete agreste del giorno e della notte, indifferenti commentatori delle vicende a sfondo erotico di cui questi sei individui sessualmente frustrati si fanno fautori. Allen appare qui decisamente pacificato, dato che ha steso un velo tranquillizzante sulle nevrosi dei suoi personaggi calmandone le aspirazioni e convertendole in uno dei giochi perversi, ma pur sempre utili, più antichi del mondo, dal quale dipende la stessa vita umana. Le immagini paesaggistiche, raffinate e suggestive di Gordon Willis aggiungono un tocco di qualità a quest’opera minore del cineasta newyorkese. Minore sì, ma comunque godibile e apprezzabile per la sua comicità genuina che evita abilmente la volgarità (inquietantemente e virtualmente presente quando si ha a che fare con questi temi scottanti) e allontana da sé i luoghi comuni per mettere in campo un sestetto di personalità interessanti, tutte motivate da attrazioni e ambizioni che intendono realizzare allo scopo di soddisfare un desiderio quantomai impellente e propulsivo. I caratteri funzionano, benché rimanga comunque Allen il personaggio meglio costruito e riuscito, e questo è fondamentalmente il rischio che corrono tutti gli attori che dirigono sé stessi, ovvero quello di riservare per la propria persona il ruolo chiave della storia, caricandosi sulle spalle buona parte del peso narrativo e riservando agli altri dei panni più leggeri e demotivati da vestire. Però, regista-attore permettendo, anche la Steenburgen se la cava egregiamente con la sua consorte pragmatica e appassionata, mentre J. Ferrer intinge al vetriolo un presuntuoso, arrogante e prepotente professore di filosofia che crede di saper tutto e riscopre, nelle ultime scene, il suo istinto sanguinario e autocompiacente. La Farrow (qui al suo debutto con W. Allen) è a suo agio nel ruolo di una donna comune che rigetta la sua infelicità nello sposare un uomo assai più anziano di lei e che cerca vanamente di riallacciare la relazione passata e focosa con l’inventore da strapazzo. Con un titolo che fa da parodia a una celebre opera teatrale di William Shakespeare, questa spassosa pellicola presenta dialoghi coerenti, pimpanti e zeppi di vivacità che non annoiano gli spettatori e scorrono fluidamente lungo l’ora e mezza di proiezione. Ci sono alcune scene venute meglio di altre, ed è doveroso citarle: il discorso del protagonista con la moglie circa l’esistenza di una realtà esistente oltre le percepibilità umane; la partita a scacchi fra il vegliardo colto e la procace infermiera; il tiro con l’arco che vede uno contro l’altro l’inventore e l’amico medico, intenti a parlare dei rispettivi problemi e delle reciproche insicurezze; la passeggiata nel campo fiorito tra l’inventore e la sua vecchia fiamma; la dipartita del più anziano degli ospiti, con tanto di fluorescenza e messaggio parlante e incorporato che annuncia uno spettacolo notturno da rifarsi gli occhi. Come sempre, il doppiaggio di Oreste Lionello per Woody non si smentisce e fornisce un motivo d’orgoglio autenticamente italico per la distribuzione nostrana dei film stranieri d’oltreoceano.
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francesco2
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martedì 27 luglio 2010
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questo è l'allen che mi piace
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Dico subito che il titolo non mi piace, mi induce ad avere dubbi. "Una commedia sexy in una notte di mezza estate" è privo di ossimori, tutto è scontato: quando, se non in estate, si può aspirare ad una notte sexy? Né nascondo che l'inizio mi è parso tutt'altro che rassicurante: prima scena con contrapposizione manichea tra il professore, do-cente, convinto scientista, e gli alunni dis-centi, desiderosi di trovare un significato "Irrazionale" alla vita. La comparazione tra questa scena e la seconda non ha fatto che accrescere questi timori: al dotto luminare si contrappone l'imbranato Allen, non esattamente fiducioso nelle illimitate possibilità della scienza, ed impegnato con l'allora compagna Mia Farrow in una battuta eccellente(Detto da un non patito di Allen: "Se il sesso con me ti dà fastidio, possiamo farlo velocemente, così non ti disturbo più").
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Dico subito che il titolo non mi piace, mi induce ad avere dubbi. "Una commedia sexy in una notte di mezza estate" è privo di ossimori, tutto è scontato: quando, se non in estate, si può aspirare ad una notte sexy? Né nascondo che l'inizio mi è parso tutt'altro che rassicurante: prima scena con contrapposizione manichea tra il professore, do-cente, convinto scientista, e gli alunni dis-centi, desiderosi di trovare un significato "Irrazionale" alla vita. La comparazione tra questa scena e la seconda non ha fatto che accrescere questi timori: al dotto luminare si contrappone l'imbranato Allen, non esattamente fiducioso nelle illimitate possibilità della scienza, ed impegnato con l'allora compagna Mia Farrow in una battuta eccellente(Detto da un non patito di Allen: "Se il sesso con me ti dà fastidio, possiamo farlo velocemente, così non ti disturbo più").
E invece. E'proprio ricorrendo al suo miglior humour che il regista costruisce un affresco non ineccepibile, ma significativo e al contempo divertente, sul senso della vita e sui rapporti umani. Anche quando con troppa disinvoltura accoppia soggetti estremi (Il dotto già citato con la svampita, ma davvero così tanto?, di turno),riesce spesso a cogliere i risvolti paradossali di varie situazioni. Ad esempio, quando il "Dotto"(Ancora!) dice che il mondo è così bello da non esser necessario cercare un atrascendenza, al termine di queste elucibrazioni arriva la frecciata: "Vista in ospedale, non sempre è così bella".
Ma anche aggiungendo che Allen diverte non solo con l'humour nero ma anche con situazioni esclusivamente comiche(Quel cannocchiale impegnato a riprendere due che fanno sesso in mezzo al bosco), darei un ritratto un pò semplicistico del film. In realtà nelle discussioni, quando non autentici battibecchi, che riguardano scienza e magia, è facile rintracciare lo stesso regista, che quindici anni fa( Che mi risulti) disse: "Il mondo che ci circonda, secondo me, è così triste che l'unica cosa che può salvarci è la magia. Il mio mesaggio, in realtà, è di un pessimismo agghiacciante". Del resto in "Alice", a metà cronologicamente tra questo film e le frasi che ho riportato, cosa se non la magia alleviava la borghese frustrata protagonista dalla deludente mediocrità della sua vita quotidiana?
Ecco perché la radio che fungeva forse da telescopio, ma probabilmente da mezzo per immaginare, rappresenta al contempo la (co) scienza e il fantasticare, come se per un attimo la vera co-scienza si recuperasse non attraverso la scienza (Radio), la VISTA(Senso "concreto") ma il "sentire" dei personaggi, che riescono ad immaginare ove ciò che vedono concretamente non li porterebbe.
Ecco, uno dei limiti del film è il finale troppo fazioso ed addirittura "Antiscientifico": quando il personaggio di Ferrer muore per un assurdo scherzo del destino(Forse aveva appena trovato l'amore), ad un certo punto la citata radio diventa un modo per divulgare come avesse cambiato visione della vita (Magari da morto!), ed avesse preso coscienza che la persona afferra tante cose quando non si limiti a "Ragionare", ma impari a "Sentire" cosa le offre la natura.
Comunque, un gradino sopra rispetto all'esistenzialismo un pò noiosetto di "Sogni e delitti" ed anche al simpatico "Scoop", dove Woody, cambiando magari strada, fa il verso proprio alla magia. E (Soprattutto) al sopravvalutato "Match Point".
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sinkro
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venerdì 11 marzo 2011
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tiepidino
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Un guazzabuglio classico Alleniano.
A questo piace quella che è già impegnata mentre a quell'altra piace quello che non può perchè cerca quell'altra.
Le scene si inseguono l'una sull'altra non lasciando nessuno spazio interpretativo. Filmetto liscio liscio senza pretese ma senza niente di particolare da raccontare, nessuna scena memorabile e nessuna battuta fulminante del nostro.
Allen ha fatto film eccezionali, semplicemente questo non è tra quelli.
Per la cronaca questo film (11°) si pone tra il bellissimo Stardust Memories (10°) e il simpatico Zelig (12°) entrambi nettamente più validi.
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