nick carter
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domenica 25 marzo 2007
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cappuccetto rosso dei giorni nostri
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Divertente rivisitazione di questa celebre favola.I protagonisti della storia sono indagati per la questioni del ladro di ricette.Belle ambientazioni,interessante gli intrecci di storie tra i protagonisti.Indimenticabile la seconda vita della nonna amante dello sport estremo.Conclusione un cartone da non perdere.Adatto ai grandi e ai piccini.
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(di crudelia)
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giulio brillarelli
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giovedì 19 marzo 2009
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quattro prospettive per un capolavoro… da fiaba
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Il riferimento cinematografico d’obbligo per questo “Hoodwinked” è il “Rashomon” di Akira Kurosawa: un delitto consumato in una foresta, quattro testimoni per quattro versioni differenti da raccontare alla polizia… In più, uno dei quattro narratori è un taglialegna. Solo che nel film del mostro sacro nipponico i resoconti dei testimoni divergevano radicalmente; qui invece nessuno mente: piuttosto, ogni versione aggiunge un tassello al mosaico della Verità. Il film gioca molto, dunque, sulla riproposizione degli stessi eventi da differenti punti di vista, con spostamenti del centro d’azione e d’attenzione. Man mano che le testimonianze si succedono gli accadimenti già noti vengono chiariti, spiegati, approfonditi: niente è ciò che sembra in principio, persino la nonnina in volo fra le nuvole si rivelerà ben più concreta di un’apparizione miracolosa.
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Il riferimento cinematografico d’obbligo per questo “Hoodwinked” è il “Rashomon” di Akira Kurosawa: un delitto consumato in una foresta, quattro testimoni per quattro versioni differenti da raccontare alla polizia… In più, uno dei quattro narratori è un taglialegna. Solo che nel film del mostro sacro nipponico i resoconti dei testimoni divergevano radicalmente; qui invece nessuno mente: piuttosto, ogni versione aggiunge un tassello al mosaico della Verità. Il film gioca molto, dunque, sulla riproposizione degli stessi eventi da differenti punti di vista, con spostamenti del centro d’azione e d’attenzione. Man mano che le testimonianze si succedono gli accadimenti già noti vengono chiariti, spiegati, approfonditi: niente è ciò che sembra in principio, persino la nonnina in volo fra le nuvole si rivelerà ben più concreta di un’apparizione miracolosa. Le varie prospettive narrate sono riprodotte con sagace raffinatezza tecnica: la musica extradiegetica che accompagna Cappuccetto Rosso nel suo percorso in bici viene mantenuta, ma in secondo piano, nella versione raccontata dal Lupo, che osserva da lontano la bambina pedalare per strada, assumendo così le qualità acustiche di una sorgente sonora interna alla storia. In generale, quando lo stesso passaggio diegetico viene mostrato per la seconda volta, la regia ne propone un aspetto inedito, mantenendo sullo sfondo ciò che lo spettatore già sa, pur senza “insabbiarlo” del tutto. - - - Provvidenzialmente, l’umorismo del film non si basa più di tanto sulla dimensione extratestuale, viziaccio cui hanno invece indulto fin troppo altri lungometraggi d’animazione dello stesso genere (“Shrek” ma anche “Madagascar”); qui succede solo con la nonnina appesa al soffitto a mo’ di Ethan Hunt, goccia di sudore che cade al suolo inclusa, e con un’eco di “Kill Bill” nel “pit stop” fra Cappuccetto Rosso e il Lupo durante l’interrogatorio della polizia (sguardi torvi, effetto ralenti e jingle martellante, sullo stile di “Battle without honor or humanity”). Poi, ovviamente, c’è qualche personaggio preso in prestito da altre fiabe, come i tre porcellini in uniforme blu; ma, nel complesso, non è uno di quei cartoni che mettono a disagio se non si conoscono quei trenta-quaranta film che lo sceneggiatore ha dato per scontati. - - - Il personaggio di Cappuccetto Rosso, che in teoria sarebbe una bambina, si porta dietro una malinconia e una maturità che fanno piuttosto pensare a una tardoadolescente; la cosa forse un po’ stona, ma probabilmente sta anche in questo il “valore aggiunto” del film rispetto alla fiaba originale. Che, del resto, viene ampiamente stravolta in mille altri modi. Gli altri abitanti di questo mondo delle fiabe sui generis sono bizzarri e svitati nella giusta misura: i tre porcellini-agenti tontoloni, l’ispettore-rana ballerino di jazz nel tempo libero, lo scoiattolo caffeinomane… - - - Il tema di fondo è quello della crescita di Cappuccetto Rosso, con la vita nella foresta che ormai le va stretta e il suo desiderio struggente di scoprire il mondo; peccato che da esso dipenda l’unica caduta (rovinosa!) di stile: l’interludio lirico-notturno, con la bambina che si allontana triste e delusa dalla capanna della nonna e canta in mezzo ai fiori le cui corolle si richiudono, rasenta il melenso. - - - Graficamente “Hoodwinked” non sarà rifinito e patinato come un “Monsters, Inc.” o “Gli incredibili”, ma la sostanza c’è, le idee pure, le risate abbondano. Congratulazioni, non è cosa da tutti.
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enigmista12
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domenica 6 settembre 2015
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basta principi azzurri!
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Il bosco della fiaba dei Fratelli Grimm si tinge di giallo: un misterioso ladro sta facendo razzia delle migliori ricette nella foresta, riducendo alla miseria più nera la famiglie del posto; i maggiori sospettati dei furti sono la piccola Rossa, sua nonna la "Nonnina Puckett", il massiccio taglialegna Krik e il Lupo. Uno di loro potrebbe essere il cosidetto "Bandito Bon-Bon" (nomignolo usato per definire il ladro), ma nel corso dell'interrogatorio si scoprirà che l'apparenza inganna; il ladro è il personaggio meno previsto di tutti. Il film è molto imprevisto, fa venire le lacrime agli occhi dal gran ridere, e soprattutto da' una nuova versione della dolce e innocua Cappuccetto Rosso, dandogli più carattere e modi di difendersi (troppo bello per essere vero: nella battaglia "Basta Principi Azzurri per le ragazze" sono in prima fila); e anche il Lupo, visto in una prospettiva diversa per una volta.
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Il bosco della fiaba dei Fratelli Grimm si tinge di giallo: un misterioso ladro sta facendo razzia delle migliori ricette nella foresta, riducendo alla miseria più nera la famiglie del posto; i maggiori sospettati dei furti sono la piccola Rossa, sua nonna la "Nonnina Puckett", il massiccio taglialegna Krik e il Lupo. Uno di loro potrebbe essere il cosidetto "Bandito Bon-Bon" (nomignolo usato per definire il ladro), ma nel corso dell'interrogatorio si scoprirà che l'apparenza inganna; il ladro è il personaggio meno previsto di tutti. Il film è molto imprevisto, fa venire le lacrime agli occhi dal gran ridere, e soprattutto da' una nuova versione della dolce e innocua Cappuccetto Rosso, dandogli più carattere e modi di difendersi (troppo bello per essere vero: nella battaglia "Basta Principi Azzurri per le ragazze" sono in prima fila); e anche il Lupo, visto in una prospettiva diversa per una volta. Insomma, la fiaba conosciuta e amata da tutti i bambini del mondo viene stravolta per il meglio, con gag iresistibili, che si susseguono in cadute, risalite, pugni vari, biciclette volanti e tanto altro ancora. Ma il meglio per me è il messaggio che il film da' , che per una volta non è "Non preoccupatevi, che c'è sempre un buon lieto fine per tutti e un Principe Azzurro che vi verrà a salvare" ma "Oggigiorno è meglio imparare a difendersi da soli e aiutare gli altri". Perché è così che potremo sperare in un mondo migliore.
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