unicafiore
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venerdì 20 gennaio 2012
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ottima intrpretazione del protagonista
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Un film discreto con bravi attori, peccato che la sceneggiatura non decolla...
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gianluca stanzani
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venerdì 2 gennaio 2009
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i furbetti del quartierino
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Filippo Costa (Michele Lastella) è un giovane agente della Guardia di Finanza, desideroso di fare carriera nel corpo. Determinato nel compiacere il proprio capitano anche a costo di danneggiare i colleghi, spingerà la propria ossessione d'ambizione a tal punto da tradire quei valori morali in cui il padre, anch'egli finanziere, tenacemente credeva. Accettando tangenti e approfittando della propria posizione privilegiata di ufficiale al servizio dello stato, incontrerà Catherine (Fanny Ardant), ricca e piacente signora con amicizie altolocate. Immediata scaturirà la relazione tra i due, tramite la quale Filippo, si renderà ben presto conto che la divisa è troppo stretta rispetto alla possibilità di una scalata sociale in grande stile (tutto ciò ci ricorda molto “i furbetti del quartierino” Ricucci & soci).
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Filippo Costa (Michele Lastella) è un giovane agente della Guardia di Finanza, desideroso di fare carriera nel corpo. Determinato nel compiacere il proprio capitano anche a costo di danneggiare i colleghi, spingerà la propria ossessione d'ambizione a tal punto da tradire quei valori morali in cui il padre, anch'egli finanziere, tenacemente credeva. Accettando tangenti e approfittando della propria posizione privilegiata di ufficiale al servizio dello stato, incontrerà Catherine (Fanny Ardant), ricca e piacente signora con amicizie altolocate. Immediata scaturirà la relazione tra i due, tramite la quale Filippo, si renderà ben presto conto che la divisa è troppo stretta rispetto alla possibilità di una scalata sociale in grande stile (tutto ciò ci ricorda molto “i furbetti del quartierino” Ricucci & soci). In un crescendo d'intrecci tra banchieri, politici e amici finanzieri, anche le relazioni intime diventeranno un mezzo per la riuscita del piano più smodato. Da un film ideato tre anni fa, Vincenzo Marra ci ripropone “quelle facili scorciatoie”, che tanto sentiamo parlare alla televisione o sui giornali. “E' il mio modo di raccontare il nostro paese attraverso il ritratto di gente senza scrupoli” sostiene il regista, la ormai classica abitudine italica di sparare sulla Croce Rossa, aggiungiamo noi, in una pellicola narrativamente sciapa dove il protagonista Michele Lastella, assume l'espressività di un modello di bronzo. In concorso alla Mostra del cinema di Venezia 2007.
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federico
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giovedì 22 maggio 2008
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risultato deludente
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Il film non è simile a una fiction, questo è vero. Ma il risultato è estremamente deludente. Una storia costruita in modo dilettantesco, senza interesse o phatos. Non c'è tensione e la storia prosegue tra colloqui e attese, senza interesse. Quando finalmente si assiste a un conflitto interriore nel protagonista (le minacce di Donati) è già passata ben un'ora di pellicola.
La storia d'amore poi è insulsa, messa lì senza motivo con una Ardant che c'è da chiedersi cosa ci sta a fare.
Speriamo che i registi italiani la smettino di fare film che credono alti stilisticamente solo perchè pieni di pause e silenzi, ma che cercano solamente di mascherare delle storie povere senza tensione e presa sul pubblico.
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Il film non è simile a una fiction, questo è vero. Ma il risultato è estremamente deludente. Una storia costruita in modo dilettantesco, senza interesse o phatos. Non c'è tensione e la storia prosegue tra colloqui e attese, senza interesse. Quando finalmente si assiste a un conflitto interriore nel protagonista (le minacce di Donati) è già passata ben un'ora di pellicola.
La storia d'amore poi è insulsa, messa lì senza motivo con una Ardant che c'è da chiedersi cosa ci sta a fare.
Speriamo che i registi italiani la smettino di fare film che credono alti stilisticamente solo perchè pieni di pause e silenzi, ma che cercano solamente di mascherare delle storie povere senza tensione e presa sul pubblico.
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aaa
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domenica 30 marzo 2008
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brutto
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BRUTTO, BRUTTISSIMO. PECCATO.
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gp62
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lunedì 17 marzo 2008
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mitica
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Non ricordavo chi fosse Caterina....e sono rimasto affascinato dalla sua eleganza,dal suo fascino...
dalla sua naturale sensualità...E' meravigliosa...una attrice della sua grandezza...è stata grande anche ad accettare un ruolo in cui restava un po in disparte...ma la sua grandezza l'ha dimostrata anche in questa sua umiltà.
Penso che se non fosse stato per le due attrici femminili...diciamo che sarebbe stato molto piatto , per quanto riguarda la bravura degli attori. Non mi sento di giudicare nel complesso una scelta fatta dal regista di come ha diretto questo film. Devo dire che ha voluto gridare al mondo , " una possibile situazione non accettabile, ma reale , di un mondo corrotto, ma questo si sapeva.
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Non ricordavo chi fosse Caterina....e sono rimasto affascinato dalla sua eleganza,dal suo fascino...
dalla sua naturale sensualità...E' meravigliosa...una attrice della sua grandezza...è stata grande anche ad accettare un ruolo in cui restava un po in disparte...ma la sua grandezza l'ha dimostrata anche in questa sua umiltà.
Penso che se non fosse stato per le due attrici femminili...diciamo che sarebbe stato molto piatto , per quanto riguarda la bravura degli attori. Non mi sento di giudicare nel complesso una scelta fatta dal regista di come ha diretto questo film. Devo dire che ha voluto gridare al mondo , " una possibile situazione non accettabile, ma reale , di un mondo corrotto, ma questo si sapeva...ma bisognava avere il coraggio di dirlo..." Vincenzo Marra lo ha voluto raccontare sottovoce... sussurrato come se fosse inevitabile. Io vorrei dire a quelle persone che hanno fischiato, di vergognarsi, perchè come non si può fischiare un quadro, cosi non si deve fischiare un film. Sempre ci aspettiamo qualcosa da un film, per una volta abbiamo carta bianca...è il film che si aspetta qualcosa da noi.
Ciao a tutti....(se si potesse avere il cellulare di Caterina......:-))
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nic76
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lunedì 21 gennaio 2008
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la verita' nuda e cruda
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...lo spettatore giudica la realtà descritta in modo chiaro e senza giudizio dal regista. Non meravigliamoci in fondo è quello che accade nel quotidiano e quindi avvaloriamo la tesi ed ognuno di noi denunci quello che vede per migliorare questo paese dove la notizia del giorno continua ad essere lo "scandalo".
Nico 76
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giorgio loreti
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mercoledì 12 dicembre 2007
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una storia italiana ma non solo
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Coraggioso per la denuncia della corruzione fra la guardia di finanza anche se forse troppo "estremo"(omicidio) ma verosimile. Il film è della giusta lunghezza e gli interpreti convincenti. Fa pensare alla disonestà e all'arrivismo così diffusi in Italia e forse anche all'estero.
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gario
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domenica 2 dicembre 2007
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una parte della realta'
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magari non sara' di ottima qualita, ma racconta una parte di verita' quotidiana, mostrando realmente cosa puo' fare una persona decisa ad arrivare, qualsiasi sia il suo ruolo nella societa' corrotta di oggi.
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fabio
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domenica 25 novembre 2007
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la finanza a fumetti.
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Il film e'lento, noiso e bolso.
Eccessivamente didascalico.
Che tristezza vedere Fanny Ardant in decadenza fisica e artistica.
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occhiaperti
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martedì 18 settembre 2007
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sottovalutato andatelo a vedere
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A cosa serve ormai la critica?
Come mai questo film bellissimo di Marra è stato massacrato dai giornalisti italiani?
Sono domande che mi hanno tormentato dopo la visione di L'ora di punta. I critici italiani vedono poco lontano. Alla pellicola è stato rimproverato di essere fiction televisiva. il film è il contrario di tutto ciò. La dimostrazione è l'accostamento con la serie il capitano 2, dove ci sono i buoni (la GdF) e i cattivi ben distinti. nel film di Marra la distinzione non c'è, come nella realtà. Anche se fosse un film modello fiction, ma è valido come metro di giudizio per il cinema? Assolutamente no, perchè la fiction non c'è stata in passato e non ci sarà in futuro, è solo temporanea.
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A cosa serve ormai la critica?
Come mai questo film bellissimo di Marra è stato massacrato dai giornalisti italiani?
Sono domande che mi hanno tormentato dopo la visione di L'ora di punta. I critici italiani vedono poco lontano. Alla pellicola è stato rimproverato di essere fiction televisiva. il film è il contrario di tutto ciò. La dimostrazione è l'accostamento con la serie il capitano 2, dove ci sono i buoni (la GdF) e i cattivi ben distinti. nel film di Marra la distinzione non c'è, come nella realtà. Anche se fosse un film modello fiction, ma è valido come metro di giudizio per il cinema? Assolutamente no, perchè la fiction non c'è stata in passato e non ci sarà in futuro, è solo temporanea. Tra vent'anni questo giudizio non sarà più valido per il cinema, che continuerà ad esistere. Poi paragonare un film ad una fiction è esclusivamente italiano, quindi provinciale. Dimostrazione: l'ovazione alla presentazione di L'ora di punta al festival di toronto.
Solo due critici hanno saputo capire l'opera e ne hanno parlato come "film solido e sguardo realista". Ineccepibile.
Elementi da ricordare: l'inquadratura dell'addio alla madre alla stazione, e la descrizione certosina degli ambienti sfarzosi e altolocati.
Una stella in più nel giudizio per equilibrare la media.
Correte a vederlo, la cattiva pubblicità di questi signori lo sta facendo scomparire dalle sale.
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