francesco2
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sabato 27 dicembre 2014
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scena va in scena
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Loy era probabilmente un brav'uomo, come Mattone è un bravo o forse ottimo di canzoni. Ma chi non sia napoletano -Come chi scrive- non è tenuto ad apprezzare una rappresentazione di questa città in chave folcloristica. Le musiche
finiscono per essere un semplice pretesto per piccole storie volte all'impietosimento, sui ragazzi come sul povero disoccupato.
Alcune scene sono più lunghe -Quella del "Coltello", per esempio- altre, come quella con Caruso, molto più sintetiche. Ma a parte qualche raro momento efficace -La sequenza dei topi- o qualche altro che meriterebbe di
strappare simpatia -La madre sarta, per esempio- tutto il resto è una serie di macchiette che, spiace dirlo, raggiunge l'apice verso la fine: il gesto del disoccupato confrontato col ragazzino ricco, per esempio, o la drammatica "Chiusura
del sipario".
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Loy era probabilmente un brav'uomo, come Mattone è un bravo o forse ottimo di canzoni. Ma chi non sia napoletano -Come chi scrive- non è tenuto ad apprezzare una rappresentazione di questa città in chave folcloristica. Le musiche
finiscono per essere un semplice pretesto per piccole storie volte all'impietosimento, sui ragazzi come sul povero disoccupato.
Alcune scene sono più lunghe -Quella del "Coltello", per esempio- altre, come quella con Caruso, molto più sintetiche. Ma a parte qualche raro momento efficace -La sequenza dei topi- o qualche altro che meriterebbe di
strappare simpatia -La madre sarta, per esempio- tutto il resto è una serie di macchiette che, spiace dirlo, raggiunge l'apice verso la fine: il gesto del disoccupato confrontato col ragazzino ricco, per esempio, o la drammatica "Chiusura
del sipario".
E varie scene più esplicitamente "Da commedia" -La ragazza con la pistola in mano, o Assante che apre la porta per sbaglio- rafforzano soltanto il sospetto che si tratti di un film "Popolare", nel senso più spregiativo del termine.
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enzo70
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domenica 23 febbraio 2014
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un grande film incredibilmente sottovalutato
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Una storia durissima, quella dei ragazzi di Nisida, resa magica dalla macchina da presa di Nanny Loy. Le musiche di Mattone, colonna sonora di un successivo musical di grande successo che ha lanciato diversi artisti, Sal Da Vinci su tutti, è eccezionale. Il tema sociale della povertà e dell’ignoranza, mentori eterni della criminalità e della camorra, viene cantato in modo incantevole e disincantato allo stesso tempo dai detenuti di Nisida, il risultato è un capolavoro anomalo del cinema italiano, incredibilmente escluso dalla programmazione televisiva, nonostante l’eterno tema d’attualità nel disastro generale del sistema carcerario italiano.
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Una storia durissima, quella dei ragazzi di Nisida, resa magica dalla macchina da presa di Nanny Loy. Le musiche di Mattone, colonna sonora di un successivo musical di grande successo che ha lanciato diversi artisti, Sal Da Vinci su tutti, è eccezionale. Il tema sociale della povertà e dell’ignoranza, mentori eterni della criminalità e della camorra, viene cantato in modo incantevole e disincantato allo stesso tempo dai detenuti di Nisida, il risultato è un capolavoro anomalo del cinema italiano, incredibilmente escluso dalla programmazione televisiva, nonostante l’eterno tema d’attualità nel disastro generale del sistema carcerario italiano. Nanni Loy incrocia la fantasia con la realtà, sovrappone le storie vere alla rappresentazione teatrale, dalla tragedia trae il senso dell’uomo. La canzone finale cantata dai ragazzi al San Carlo, davanti alla solita trita borghesia gattopardesca partenopea, è un inno al disinteresse della politica e del potere ai problemi della gente ai margini, la magnifica gente che parla dei temi sociali come se fosse filosofia, incensa eroi di carta, senza conoscere il dramma della povertà. Attualissimo.
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lorenzo rigotti
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martedì 3 settembre 2013
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siamo tutti un pò scugnizzi
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Film che narra con grande lucidità il disagio dei ragazzi istituzionalizzati di Napoli e la poca attenzione che spesso la società "per bene" ha nei loro riguardi.
La grande sensibilità del regista Nanni Loy porta lo spettatore ad affezionarsi alle storie dei giovani detenuti e lo sprona ad agire contro un mondo tendenzialmente indifferente o repulsivo: ogni ragazzo dimostra, durante il film, una qualità umana autentica e spontanea, inaspettata e commovente.
Importanti le analogie con "Qualcuno volò sul nido del cuculo", di Milos Forman, anche se il contesto è evidentemente diverso.
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(di francesco2)
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taddeo
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domenica 7 agosto 2011
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salve sono stefano
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Salve mi chiamo stefano e ho partecipato al film SCUGNIZZI ringrazio a tutti dei complimenti ed il vostro contributo che date mantenendo sempre vivo il messaggio che questo film ha voluto lanciare.
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massi
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domenica 21 dicembre 2008
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forse dopo gomorra - scugnizzi (1989)
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Tutto giusto tranne una cosa. Il film è del 1989 ed è ambientato nel maggio, i festeggiamenti alla fine del film non sono quindi per il secondo scudetto ma piuttosto per la coppa uefa che infatti il Napoli vinse di sera fuori casa a Stoccarda. Nel 1989 il campionato non si giocava ancora di sera.
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ivan
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giovedì 31 luglio 2008
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ama scugnizzi e stà zitto...
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di sicuro nn sei di napoli e odi napoli soltanto parlando ma nn capisci ke sei tu insieme alla camorra e alla politica ke avete reso napoli complessa...zitto va...
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katia
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giovedì 10 luglio 2008
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sempresaràcosi'
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a distanza di anni, ogni volta che lo rivedo ha sempre lo stesso effetto:farmi piangere per quello che Napoli è, è stata e forse sarà sempre;l'amore per lei ci porta anche a negare i suoi lati negativi, perchè solo e ripeto solo chi la conosce e l'accetta può capire cosa in questo film è veramente significativo del nostro essere NAPOLETANI prima di essere italiani.Bisogna essere bravi con le parole a far capire i sentimenti e le proprie ragioni, spero che qualcuno riesca con quelle e qualcosa di più a tirar su Napoli dal baratro in cui si trova.
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adriana
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martedì 8 luglio 2008
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scugnizzi nella vita e nel teatro
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Visto per la prima volta in TV lunedì scorso in 2° serata. Meno male che prima c'era La Valigia dei Sogni, altrimenti l'avrei perso.
L'inizio è incantevole, quei due scugnizzi che introducono la rappresentazione sono travolgenti, con le loro voci dolci, drammatiche e appassionate, come solo i napoletani veraci sanno essere.
Anche le sequenze alternate e intrecciate tra la finzione della realtà e la finzione teatrale sono toccanti ed intensamente espressive; una che rappresenta la vita subita e la seconda la verità delle loro anime.
Grande ed intenso piacere.
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jean
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martedì 8 luglio 2008
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da vedere
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è bellisimo, ben fatto, emozioante.
peccato che non si trova in dvd
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enrico
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lunedì 12 maggio 2008
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grande
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