Weapons

Il Male fa paura ma è pieno di vecchi cliché

Alle 2.17 di notte tutti gli alunni di una classe elementare (tranne uno) si alzano, escono di casa e fuggono correndo nel buio. Scompaiono nel nulla e la comunità se la prende inizialmente con la giovane maestra, ma ben presto si capisce - e voi spettatori lo capite ancora prima - che il Male si annida nella cittadina. E il titolo ("weapon" significa "arma") suggerisce che "qualcuno" potrebbe utilizzare i bimbi scomparsi in modo assai pericoloso. Scritto e diretto da Zach Cregger, più noto come attore che come regista, Weapons è un horror che strappa qualche sussulto e potrebbe risultare rinfrescante in questa torrida estate, ma sembra un film pensato e scritto a tavolino, una variazione consapevole e artefatta sui cliché del genere. Cregger struttura la storia in capitoletti dedicati ai vari personaggi, andando avanti e indietro nel tempo: alla fine tutto torna, persino troppo, e il finale - che cita gli inseguimenti comici dei Keystone Cops e di Buster Keaton - è al tempo stesso bizzarro e "telefonato". C'è poco mistero, insomma, e la descrizione di una tranquilla provincia americana in cui ogni famiglia nasconde qualcosa di indicibile è roba vista in migliaia di film fin dai tempi del cinema muto. Però il meccanismo, qua e là, acchiappa; e vedere nei panni del Male la vecchia amica Amy Madigan (il "soldato" di Strade di fuoco di Walter Hill) è un tuffo nel passato.
Da La Repubblica, 8 agosto 2025


di Alberto Crespi, 8 agosto 2025