linda a.
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sabato 18 ottobre 2025
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tanti spunti da meditare...
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Il film, che si apre con una ripresa dall’alto dando un senso di respiro, ha il grande pregio anzitutto di essere, finalmente, davvero adatto a tutti. Un film per famiglie, senza il connotato di banalità e buonismo patinato che questa categorizzazione in genere comporta. Anzi, è forse un film che andrebbe proprio visto in famiglia, fatto vedere ai bambini perché, con un ritmo agile, apre non solo a riflessioni su alcune tematiche (tra cui la centrale: il morbo di Alzheimer), ma anche ad un avvicinamento ad una realtà, quella dell’anziano affetto da demenza, che talora incute una sorta di timore reverenziale o di vago istintivo (forse anche incolpevole) disprezzo nei più giovani.
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Il film, che si apre con una ripresa dall’alto dando un senso di respiro, ha il grande pregio anzitutto di essere, finalmente, davvero adatto a tutti. Un film per famiglie, senza il connotato di banalità e buonismo patinato che questa categorizzazione in genere comporta. Anzi, è forse un film che andrebbe proprio visto in famiglia, fatto vedere ai bambini perché, con un ritmo agile, apre non solo a riflessioni su alcune tematiche (tra cui la centrale: il morbo di Alzheimer), ma anche ad un avvicinamento ad una realtà, quella dell’anziano affetto da demenza, che talora incute una sorta di timore reverenziale o di vago istintivo (forse anche incolpevole) disprezzo nei più giovani.
Il film cerca invece di mostrare il lato umano di questi malati, cui è possibile relazionarsi a patto che si sappia scegliere ed assecondare per ciascuno il giusto canale, si mostra infatti la varietà delle situazioni, senza negare le difficoltà indubbie nella loro gestione e gli interrogativi che sorgono (es. quanto è lecita e fino a che punto la contenzione fisica? Come si deve elaborare o rielaborare il diritto di fronte ad una patologia di questo tipo?).
Con riprese accurate ed un ritmo rapido, accompagnato e scandito da un’efficace colonna sonora, si segue il percorso del giovane protagonista che, censurato come comico (e qui il tema del controllo politico e dello show business), si trova ad assistere e poi occuparsi di Vittorio (anziano con Alzheimer che già conosceva) e successivamente di un piccolo gruppo dentro una comunità.
Nasce così il confronto tra l’arrampicata di Manuel, che si destreggia veloce e talora spregiudicato tra persone e burocrazia, e Vittorio, che è fuori del tempo e segue il suo mondo interiore, lento e talora confuso, in cui è in qualche modo isolato (di qui la frase famosa: “siamo due isole senza mare”). L’uno sempre in azione, l’altro quasi fermo. L’uno che non medico, non parente, percepisce, dietro la triste comicità di alcune situazioni, la drammaticità umana di un uomo che non ricorda più neanche la moglie morta, l’altro che cerca un equilibrio giorno per giorno e si riaccende, paradossalmente, proprio nei ricordi della più lontana infanzia, attualizzandoli.
Manuel progressivamente matura una sintonia che lo porta a cercare un approccio terapeutico alternativo, avvalendosi tanto di studi recenti, quanto dell’arte (la letteratura e la recitazione) e che lo porta a collaborare, ma anche a scontrarsi, con l’approccio tradizionale, codificato e scientifico rappresentato dalla dottoressa. Non è un aut aut ma un cercare di incontrarsi, riuscendoci a volte sì e a volte no.
Gli attori, tutti bravissimi ed in ruoli spesso non semplici e mai banali, si mescolano a malati veri che radicano l’opera dentro l’autenticità del reale, fuori dello schermo. A film concluso restano in mente i sentimenti, soprattutto incarnati dalla donna il cui marito si finge malato per starle accanto e si ritiene soddisfatto anche solo dall’essere riconosciuto da lei come padre, piuttosto che come estraneo. A scuoterla è solo il ricordo, troppo devastante per essere cancellato, del figlio evidentemente morto, ricordo che li mantiene ancora uniti, pure nella mente di lei, quasi bloccata all’età di ragazza.
Il limite del film è il non sviluppare tutto il ricco materiale che contiene. Sembra che alcuni passaggi narrativi siano riassunti, saltati, dati per scontati o appena accennati, ma questo ha una ragione nel budget limitatissimo di cui il regista disponeva trattandosi di un film autoprodotto e finanziato solo da sponsor, persone comuni e fondazione Alzheimer, budget che ha dettato tempi necessariamente ristretti all’osso.
Tolto ciò, l’opera funziona, non annoia, riecheggia talora alcuni film cult, rielaborando però la tematica in modo né deprimente né romanzato, inserendo riferimenti alle cure reali di questi malati e offrendo un parallelo tra le loro vite, in cui l’identità è solo presente, ricostruita ogni giorno ed ancorata ad una memoria invece ferrea di elementi del passato più lontano, e la condizione dell’attore che pure reinventa periodicamente se stesso, calandosi in un’identità richiesta volta per volta e poi quasi dimenticata, come a suggerire il grande interrogativo di cosa sia l’identità personale e quanto di essa sia costruzione, cioè recita, più o meno inconsapevole.
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antonella
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giovedì 9 ottobre 2025
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un film ricco di sani valori
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È un film che non lascia l'amaro in bocca. Ben costruito dall'inizio alla fine. Manuel Falco insegna come affrontare le avversità in modo naturale poiché la perdita d'animo non esiste nel suo modo di essere e reagisce prendendosi cura degli altri. Adottando questo valore importante si possono davvero superare le difficoltà pur rimanendo se stessi. Il finale, infatti, la dice lunga: salvaguardare la propria dignità è importante quanto la gratitudine. Tutti gli attori superlativi e Sandro Torella un grande!
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den den
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domenica 5 ottobre 2025
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consiglio vivamente
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Film pieno di vita che tratta un tema attuale e serio come l'Alzheimer ma in maniera intelligente e con umore. ? la storia di Manuel Falco un attore caduto in disgrazia che costretto a reinventarsi scopre un mondo nuovo che lo condurr? di nuovo alla ribalta. Attori impeccabili rendono personaggi empatici e coinvilgono lo spettatore nella storia che scorre fluida ma in maniera sempre non banale.
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joan galley
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mercoledì 1 ottobre 2025
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film meraviglioso
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Discesa libera e’ un film che vale la pena vedere e nonostante tratti un problema serio riguardate le malattie autoimmuni le presenta con una delicata umanità, non perdendo mai di vista che la vita comunque continua con amori sorrisi tristezze e anche addii finali. Soprattutto ci ricorda che la natura umana e le predisposizioni personali sono innate e a volte più forti della nostra volontà . Applausi va soprattutto alla deliziosa conclusione del film .
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den den
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lunedì 29 settembre 2025
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consiglio vivamente
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Bello, tratta un tema attuale e serio ma con umore. Attori impeccabili rendono personaggi empatici, la storia scorre fluida ma mai banale o prevedibile. Consiglio vivamente
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viviana
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lunedì 29 settembre 2025
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non vi aspettate che il mainstream lo acclami
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Complimenti a Sandro Torella per aver realizzato DISCESA LIBERA, un film vero, senza soccombere alla dittatura polically correct, e all'Hollywoodismo che impone di trattare certi temi, come quello dell'Alzheimer, solo sottoponendosi a determinate regole. Non ci meravigliamo se la critica non amerà un film del genere. Ma chi lo ha visto lo amerà senz'altro.
Un argomento da docufilm che invece come film riacquista tutta la sua policromia emozionale, ti commuove ma ti fa anche ridere. Andrebbe proiettato nelle scuole per ricreare quel legame perduto nelle famiglie, soprattutto tra nonni e nipoti, per rinsaldare il tessuto sociale e far capire la ricchezza di una quarta età ben vissuta, il dramma di aver allontanato gli anziani dal clan familiare, e di non attrezzarsi a tempo per passare momenti di valore con amici.
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Complimenti a Sandro Torella per aver realizzato DISCESA LIBERA, un film vero, senza soccombere alla dittatura polically correct, e all'Hollywoodismo che impone di trattare certi temi, come quello dell'Alzheimer, solo sottoponendosi a determinate regole. Non ci meravigliamo se la critica non amerà un film del genere. Ma chi lo ha visto lo amerà senz'altro.
Un argomento da docufilm che invece come film riacquista tutta la sua policromia emozionale, ti commuove ma ti fa anche ridere. Andrebbe proiettato nelle scuole per ricreare quel legame perduto nelle famiglie, soprattutto tra nonni e nipoti, per rinsaldare il tessuto sociale e far capire la ricchezza di una quarta età ben vissuta, il dramma di aver allontanato gli anziani dal clan familiare, e di non attrezzarsi a tempo per passare momenti di valore con amici.
Grazie a Sandro Torella e a tutti gli attori coinvolti, alcuni medici, come il Dr. Gabriele Prinzi, e altri residenti della struttura.
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leonardo
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lunedì 29 settembre 2025
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necessario e delicato, ma anche divertente
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Ho recentemente avuto il piacere di vedere DISCESA LIBERA, l'ultimo film scritto, diretto e interpretato da Sandro Torella, e non posso che raccomandarlo a tutti.
In un panorama cinematografico che spazia (si fa per dire!) tra cliché hollywoodisti di azione e violenza, e produzioni nostrane che raramente escono dal provincialismo italico, il film di Torella si distingue innanzitutto perché va oltre gli schemi: è un film drammatico che fa sorridere, un film comico che fa piangere, ma soprattutto è una pellicola di denuncia sociale che non punta sui sensi di colpa, ma che racconta il grosso problema dell'Alzheimer per quello che è, un dramma che coinvolge il 10% degli italiani, e che lo fa senza falsi moralismi.
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Ho recentemente avuto il piacere di vedere DISCESA LIBERA, l'ultimo film scritto, diretto e interpretato da Sandro Torella, e non posso che raccomandarlo a tutti.
In un panorama cinematografico che spazia (si fa per dire!) tra cliché hollywoodisti di azione e violenza, e produzioni nostrane che raramente escono dal provincialismo italico, il film di Torella si distingue innanzitutto perché va oltre gli schemi: è un film drammatico che fa sorridere, un film comico che fa piangere, ma soprattutto è una pellicola di denuncia sociale che non punta sui sensi di colpa, ma che racconta il grosso problema dell'Alzheimer per quello che è, un dramma che coinvolge il 10% degli italiani, e che lo fa senza falsi moralismi. Il tutto realizzato in tempi record, con un modesto finanziamento dal basso e un enorme contributo volontaristico. Una storia di amicizia commovente e delicata, che riesce a mandare contemporaneamente diversi messaggi di alto valore morale senza eccedere, dimostrando che si può fare buon cinema anche senza spendere milioni di euro, se dietro ci sono intenti puri e grande professionalità.
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andrea mencarelli
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domenica 28 settembre 2025
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discesa libera film capolavoro.
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Ho avuto modo di assistere recentemente alla prima del film Discesa libera del regista Sandro Torella. Si tratta di un film sociale di grande impatto. La storia ben narrata di un attore di successo che caduto in disgrazia riscopre sè stesso attraverso la delicata amicizia con Vittorio un anziano malato di alzhaimer. Magistrale l'interpretazione di Mirani nei panni del protagonista principale. Questo film completamente auto prodotto è una gemma preziosa che il regista ed attore Sandro Torella (novello Tommaso Hanks) ha voluto regalarci con la sua opera prima. Film meraviglioso da vedere e rivedere.
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mariam
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domenica 28 settembre 2025
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amicizia
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Un film simpatico, divertente e anche triste, che parla di amicizia e tocca con delicatezza e rispetto il problema dell' Alzheimer. Bravo Sandro Torella che ha messo in risalto le difficoltà di queste persone e delle loro famiglie e in evidenza tante carenze...
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rosetta
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domenica 28 settembre 2025
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bellissimo film
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Un bellissimo film he da ottimi spunti di riflessione, che fa sorridere, riflettere e che dovrebbe essere proiettato in tutte le scuole. Sandro Torella è un eccellente attore e regista. Sua anche la splendida sceneggiatura
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