biox
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sabato 17 maggio 2025
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originale, merita una visione
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Un film di fantascienza, ne abbiamo visti tanti. Anche questo è ambientato in un futuro ditopico e prende spunto da altre opere precedenti e simili.
Non intendo spoilerare quindi starò sul vago. Una giovane regista al debutto, tre ottimi attori, una sceneggiatura originale, molti spunti. Anche se un po' lungo e qualche volta
insistito, la vicenda si dipana con colpi di scena e diversi punti di vista. L'ho trovato un ottimo film. Qualche carenza della sceneggiatura è superata dalla regista con un andamento
omogeneo, senza strappi, senza eccessi. Molto bravi i tre protagonisti.
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figliounico
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lunedì 12 maggio 2025
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un esordio felice
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Fantascienza distopica su un tema non del tutto originale alla base del soggetto, ossia il controllo ossessivo della procreazione in un futuro iper tecnologico e post apocalittico. Nella fattispecie esistono due mondi, quello naturale, abbandonato al caos e contaminato irreversibilmente da qualche tipo di disastro ambientale, denominato il vecchio mondo, e quello nuovo, dominato dalla intelligenza artificiale in cui tutto funziona alla perfezione e dove sconfitta ogni malattia la vita dura in eterno. La sceneggiatura di questo fortunato esordio alla regia di una giovane regista francese, omen nomen, Fleur Fortun?, rivela tuttavia inquietanti colpi di scena che rendono avvincente il film fino alla sequenza finale, a dire il vero segnata da una certa ansia pedagogica.
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Fantascienza distopica su un tema non del tutto originale alla base del soggetto, ossia il controllo ossessivo della procreazione in un futuro iper tecnologico e post apocalittico. Nella fattispecie esistono due mondi, quello naturale, abbandonato al caos e contaminato irreversibilmente da qualche tipo di disastro ambientale, denominato il vecchio mondo, e quello nuovo, dominato dalla intelligenza artificiale in cui tutto funziona alla perfezione e dove sconfitta ogni malattia la vita dura in eterno. La sceneggiatura di questo fortunato esordio alla regia di una giovane regista francese, omen nomen, Fleur Fortun?, rivela tuttavia inquietanti colpi di scena che rendono avvincente il film fino alla sequenza finale, a dire il vero segnata da una certa ansia pedagogica. Risulta infatti anche troppo evidente la contrapposizione tra il sentimento e la ragione calcolante, tra il libero arbitrio, ancora superstite nel mondo classico, e la asfissiante ingerenza dello Stato tecnocratico, nessun riferimento al connubio attuale Trump Musk, in ogni scelta individuale dei cittadini in quello che dipinto come un paradiso artificiale rappresentato negativamente come una prigione dorata. Una delle sequenze finali, quella in cui uno dei protagonisti gioca con la bimba virtuale, richiama alla mente il capolavoro di Tarkovskij, Solaris. Eccellente il cast con le due protagoniste femminili che gareggiano in bravura, Alicia Vikander ed Elizabeth Olsen.
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