I ragazzi della Nickel è girato in soggettiva. Non vediamo il mondo semplicemente nella prospettiva dei protagonisti, ma letteralmente attraverso i loro occhi. Vediamo il loro volto solo quando l’uno guarda l’altro. Non c’è un commento, una spiegazione che accompagni le immagini: I ragazzi della Nickel è solo prospettiva interna, solo presente.
Si sofferma sui dettagli di quello che guardiamo e la loro separazione su quello che poi, in un futuro, ricorderemo.
Questa è una storia che si sarebbe prestata benissimo ad un adattamento convenzionale e lacrimoso. È invece tutto l’opposto.
È geniale nella forma, ragionato e ricco nei contenuti; non c’è un fotogramma sprecato o meno curato degli altri.
[+]
I ragazzi della Nickel è girato in soggettiva. Non vediamo il mondo semplicemente nella prospettiva dei protagonisti, ma letteralmente attraverso i loro occhi. Vediamo il loro volto solo quando l’uno guarda l’altro. Non c’è un commento, una spiegazione che accompagni le immagini: I ragazzi della Nickel è solo prospettiva interna, solo presente.
Si sofferma sui dettagli di quello che guardiamo e la loro separazione su quello che poi, in un futuro, ricorderemo.
Questa è una storia che si sarebbe prestata benissimo ad un adattamento convenzionale e lacrimoso. È invece tutto l’opposto.
È geniale nella forma, ragionato e ricco nei contenuti; non c’è un fotogramma sprecato o meno curato degli altri. Prende la forma della memoria, cioè quella di frammenti senza particolare continuità, ma delinea una storia chiarissima, completa.
I ragazzi della Nickel è un film incredibilmente ambizioso, che non compromette sulle scelte artistiche del regista. È però anche di facile fruizione, a riprova che realizzare un'opera destinata al grande pubblico non significhi non avere un senso estetico e poetico o dover semplificare il proprio messaggio politico.
I ragazzi della Nickel è un'opera stratificata che smuove lo spettatore dalla sua ordinaria posizione di distaccato osservatore.
[-]
|
|