marsia bam
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sabato 5 ottobre 2024
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poesia nella non poesia
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Non sono un critico, nè un tecnico cinematografico, ma leggo e scrivo poesie per diletto e passione e amo utte le espressioni artistiche che mi lasciano qualcosa: cinematografia compresa.
Il mio giudizio riguarda pertanto la risonanza emotiva che questo film d'autore nel suo complesso mi ha dato.
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Non sono un critico, nè un tecnico cinematografico, ma leggo e scrivo poesie per diletto e passione e amo utte le espressioni artistiche che mi lasciano qualcosa: cinematografia compresa.
Il mio giudizio riguarda pertanto la risonanza emotiva che questo film d'autore nel suo complesso mi ha dato.
Il film nel suo messaggio mi è piaciuto, perché offre uno spunto di riflessione sulla possiblità di accoglienza della poesia oggi, in un mondo che cerca di stordirsi di vuote immagini e apparenze, di oggetti effimeri, di psicofarmaci e droghe, per non pensare al carro merci su cui quasi tutti, specie nel mondo occidentale, viaggiamo senza apparente possibilità di scelta.
Il protagonista decide di scendere dal carro, di spogliarsi di tutto, di vivere come un clochard (forse l'unico essere umano veramente libero, insieme al matto, al santo e al poeta come Alda Merini nelle sue poesie racconta) e d'incontrare la gente di strada per offrirle per pochi soldi la propria poesia, nella speranza di un rIscatto sociale e di libertà.
Le immagini del film sono come fotogrammi lenti di una moviola, su uno spaccato di gente e di cose in decadenza, in cui solo la musica e l'orizzonte del mare e le poche parole poetiche offrono allo spettatore una scappatoia dalla desolazione esterna e interna che si va provando. Come in film muto di una volta, non servono tante parole; le immagini, anche quelle più desolanti, raccontano e sono poesia nella non poesia, offrono bellezza pur nella bruttezza: quello che fa la vera poesia, che arriva al cuore!
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marsia bam
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venerdì 4 ottobre 2024
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poesia nella non poesia
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Non sono un critico, nè un tecnico cinematogagico, ma leggo e scrivo poesie per diletto e passione e amo utte le espressioni artistiche che mi lasciano qualcosa: cinematografia compresa.
Il mio giudizio riguarda pertanto la risonanza emotiva che questo film d'autore nel suo complesso mi ha dato.
Il film nel suo messaggio mi è piaciuto, perché offre uno spunto di riflessione sulla possiblità di accoglienza della poesia oggi, in un mondo che cerca di stordirsi di vuote immagini e apparenze, di oggetti effimeri, psicoarmaci e droghe, per non pensare al carro merci su cui quasi tutti, specie nel mondo occidentale, viaggiamo senza apparente possibilità di scelta.
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Non sono un critico, nè un tecnico cinematogagico, ma leggo e scrivo poesie per diletto e passione e amo utte le espressioni artistiche che mi lasciano qualcosa: cinematografia compresa.
Il mio giudizio riguarda pertanto la risonanza emotiva che questo film d'autore nel suo complesso mi ha dato.
Il film nel suo messaggio mi è piaciuto, perché offre uno spunto di riflessione sulla possiblità di accoglienza della poesia oggi, in un mondo che cerca di stordirsi di vuote immagini e apparenze, di oggetti effimeri, psicoarmaci e droghe, per non pensare al carro merci su cui quasi tutti, specie nel mondo occidentale, viaggiamo senza apparente possibilità di scelta.
Il protagonista decide di scendere dal carro, di spogliarsi di tutto, di vivere come un clochard, forse l'unico essere umano veramente libero, insieme al matto, al santo e al poeta (come Alda Merini nelle sue poesie racconta) e d'incontrare la gente di strada per offrirle per pochi soldi la propria poesia, nella speranza di un rIscatto sociale e di libertà.
Le immagini del film sono come fotogrammi lenti di una moviola, su uno spaccato di gente e di cose in decadenza, in cui solo la musica e l'orizzonte del mare e le poche parole poetiche offrono allo spettatore una scappatoia dalla desolazione esterna e interna che si va provando. Come in film muto di una volta, non servono tante parole; le immagini, anche quelle più desolanti, raccontano e sono poesia nella non poesia, offrfrono bellezza pur nella bruttezza: quello che fa la vera poesia, che arriva al cuore!
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fabriziomv
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giovedì 3 ottobre 2024
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che fine ha fatto la poesia della vita?
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La casa del poeta sul litorale, dove si incontrava da giovane con i suoi amici, è solo un cumulo di macerie abbandonate. Che fine hanno fatto tutti quelli che volevano diventare poeti e sono finiti nel diventare qualcos'altro? Esistono forze interiori con cui quella casa può essere "ricostruita"? Il film è una riflessione profonda sul senso della vita, pochi dialoghi, inquadrature di rara potenza figurativa con un racconto che avanza lento ma inesorabile con ritmo sotterraneo che cresce ritmicamente in modo perfetto. Una meditazione sulle macerie culturali e spirituali in cui viviamo e sul potere dell'immaginazione di creare la realtà.
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