Happy Holidays, vite impossibili nella violenza di Israele
di Cristina Piccino Il Manifesto
Happy Holidays inizia con una ragazza che sembra avere avuto un incidente. Ha un collare al collo, la madre mentre tornano a casa glielo toglie e lo mette nella borsa intimandole di vestirsi «in modo decente».
Non sappiamo cosa sia accaduto, ma le crepe che siano emozionali, intime, di gender o di relazione con la società fondano la narrazione del film di Scandar Copti, palestinese, nato a Jaffa, studi di ingegneria meccanica prima di passare al cinema, che oggi vive a Abu Dhabi.
Quando lo avevamo incontrato alla Mostra di Venezia lo scorso anno - dove Happy Holidays è stato presentato nella sezione Orizzonti e ha vinto il premio per la migliore sceneggiatura, diceva: «Non potrei tornare, soprattutto adesso la violenza contro i palestinesi è diventata impossibile mentre il resto del mondo è in silenzio. [...]
di Cristina Piccino, articolo completo (4949 caratteri spazi inclusi) su Il Manifesto 3 luglio 2025
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