Lou Ye tra mockumentary e metacinema per ridare vita ad un'opera interrotta e ritrovarsi nell'incubo della pandemia Covid. Un oggetto inclassificabile e potentissimo, in Special Screenings a Cannes 77
di Valerio Sammarco La Rivista del Cinematografo
Un regista (Mao Xiaorui) e la sua troupe riaccendono un computer vecchio di dieci anni. Lì dentro ritrovano materiale di un film mai terminato (per problemi di censura), che decidono di riprendere in mano. Richiamato l'attore di allora, Jiang Cheng (Qin Hao), la macchina produttiva sembra rimettersi in moto. Siamo nel luglio del 2019, l'inizio delle nuove riprese è previsto tra la fine dell'anno e l'inizio di quello nuovo.
Nel gennaio 2020, a ridosso del capodanno cinese, la troupe e il cast si ritrova in un hotel nei pressi di Wuhan per terminare la lavorazione: sono i giorni dell'esplosione del Covid, la città viene blindata, nessuno potrà uscire da quell'albergo, nessuno potrà uscire dalla propria stanza. [...]
di Valerio Sammarco, articolo completo (3008 caratteri spazi inclusi) su La Rivista del Cinematografo 17 maggio 2024