jonnylogan
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domenica 29 settembre 2024
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short squeeze
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Cosa ci ha lasciato la pandemia di Covid-19 ? A molti di noi strascichi psicologici e medici. Al laureato in economia e impiegato; Keith Gill molto altro. Cresciuto in Massachusetts, sposato, padre di un bambino e con un patrimonio di poco più di 50.000 dollari; Keith, per mezzo del suo canale YouTube:Roaring Kitty, a luglio del 2020 è riuscito a forzare il mercato proponendo ai suoi follower d’investire in una società economicamente sull'orlo della chiusura ma dalla prospettiva intrigante e che nella sua mentalità post adolescenziale gli ricordava i pomeriggi trascorsi al centro commerciale vicino casa. Investimenti che per una volta hanno saputo concretizzarsi perché va detto che nonostante le numerose analisi proposte online, le predizioni di Keith sono quasi sempre state fonte di ilarità, per via delle teorie economiche proposte e macchiate da fallimenti fragorosi.
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Cosa ci ha lasciato la pandemia di Covid-19 ? A molti di noi strascichi psicologici e medici. Al laureato in economia e impiegato; Keith Gill molto altro. Cresciuto in Massachusetts, sposato, padre di un bambino e con un patrimonio di poco più di 50.000 dollari; Keith, per mezzo del suo canale YouTube:Roaring Kitty, a luglio del 2020 è riuscito a forzare il mercato proponendo ai suoi follower d’investire in una società economicamente sull'orlo della chiusura ma dalla prospettiva intrigante e che nella sua mentalità post adolescenziale gli ricordava i pomeriggi trascorsi al centro commerciale vicino casa. Investimenti che per una volta hanno saputo concretizzarsi perché va detto che nonostante le numerose analisi proposte online, le predizioni di Keith sono quasi sempre state fonte di ilarità, per via delle teorie economiche proposte e macchiate da fallimenti fragorosi.
L'enigmatico attore New Yorkese Paul Dano, già fra i protagonisti di The Batman (id.; 2022) di Matt Reeves e padre cinematografico di Steven Spielberg in The Fabelmans (id.; 2022), riesce a offrire al pubblico un Keith Gill innamorato dei propri hobby e della sua famiglia. Un padre disilluso da una vita che non ha saputo offrirgli una professione per la quale si era preparato con anni di studio universitario e che per questo ha preferito ripiegare sulle nuove tecnologie ove ha saputo fare proselitismo con le sue teorie economiche a volte bislacche a volte, una in particolare, centrate. Il resto della pellicola e del cast, ove spiccano Pete Davidson, comico del SNL, nella parte del fratello di Keith: Kevin, segue un canovaccio spesso già intravisto in film di questo tipo.
Da un lato analisti economici, multinazionali e fondi d'investimento senza scrupoli, fra i quali si intravede Vincent D'Onofrio, pronti a tutto per schiacciare l'iniziativa libera e legittima di un anonimo analista online. Dall'altra uno stuolo di adepti di Roaring Kitty Gill. Nel mezzo una vicenda economica difficile da comprendere e spiegare per chi non è avvezzo al mondo dell'alta finanza. Ed è probabilmente questo il difetto di una pellicola che tratta un tema difficile da maneggiare diventando come già detto la copia di altre pellicole. Una su tutte La Grande Scommessa (The Big Short; 2016) diretto da Adam McKay che vanta fra i protagonisti Christian Bale, Ryan Gosling e Brad Pitt.
Basato sul romanzo The Antisocial network del saggista e giornalista Ben Mezrich, se notate delle similitudini con il titolo della pellicola diretta da David Fincher nel 2003 sappiate che non si tratta di un caso. Il film diretto da Craig Gillespie rappresenta un caso di cronaca economica molto intrigante e altrettanto curiosa al quale la bravura di Dano, che non ha mai incontrato Keith Gill per prepararsi, riesce ad aggiungere quella sana dose di lucida follia mista all'amore per la propria famiglia e per un hobby che improvvisamente ha saputo renderlo ricco e celebre.
Un film da avvicinare se amate le storie a lieto fine senza porsi troppi interrogativi riguardo le tecniche di vendita e acquisto delle azioni.
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paolp78
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domenica 15 dicembre 2024
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trovata la chiave giusta
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Alcune tematiche, sebbene interessanti, risultano molto complesse sul piano tecnico e quindi poco appassionanti per il grande pubblico oltre che complicate da rappresentare: il rischio che si corre quando si vuole mettere in scena soggetti di questo genere è che la narrazione risulti pesante, poco decifrabile e quindi finisca per annoiare il pubblico.
Il merito maggiore del bravo regista australiano Craig Gillespie, che dirige questa pellicola, è quello di avere scongiurato il pericolo noia avendo trovato la modalità narrativa adatta per far risultare gradevole questa interessante ma complessa storia, incentrata sulle dinamiche dei meccanismi di borsa di Wall Street, tutt’altro che facili da spiegare.
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Alcune tematiche, sebbene interessanti, risultano molto complesse sul piano tecnico e quindi poco appassionanti per il grande pubblico oltre che complicate da rappresentare: il rischio che si corre quando si vuole mettere in scena soggetti di questo genere è che la narrazione risulti pesante, poco decifrabile e quindi finisca per annoiare il pubblico.
Il merito maggiore del bravo regista australiano Craig Gillespie, che dirige questa pellicola, è quello di avere scongiurato il pericolo noia avendo trovato la modalità narrativa adatta per far risultare gradevole questa interessante ma complessa storia, incentrata sulle dinamiche dei meccanismi di borsa di Wall Street, tutt’altro che facili da spiegare.
Gillespie semplifica molto le questioni, raccontandole in modo basilare, e sposta la narrazione dal piano tecnico a quello umano, molto più accattivante e facilmente comprensibile. La storia viene raccontata senza pause e con un buon ritmo, coinvolgendo lo spettatore, benché il risultato finale non sia indimenticabile.
A rendere interessante l’opera contribuisce l’eccentricità del protagonista, all’apparenza quasi un nerd, bene interpretato da Paul Dano che, grazie al suo aspetto un po’ comico, ne accentua la caratteristica di improbabile outsider, facendo molto gioco alla narrazione. Ci sono poi numerosi ruoli secondari affidati a giovani attori emergenti come Shailene Woodley, Pete Davidson, America Ferrara, Anthony Ramos, e ad alcuni più affermati come Seth Rogen, Vincent D'Onofrio (il “Palla di lardo” di “Full Metal Jacket”) e Clancy Brown (il cattivo di tanti film anni ’80); si segnala infine Dane DeHaan in una piccolissima parte, così minuscola che quasi non lo si riconosce.
Il film è tratto da una storia vera: Gillespie si conferma molto bravo a maneggiare tale tipo di materiale, operazione che gli era riuscita benissimo già col precedente “Tonya”.
La pellicola ha anche delle velleità di natura socio-politica, sostenendo la causa dei piccoli risparmiatori costantemente vessati e sfruttati dalle grandi multinazionali, che giocano sporco e non ad armi pari.
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