Film storico vero e proprio, non un semplice film in costume, poiché il regista vi ricostruisce la vita di un compositore ceco del '700 a torto dimenticato, sulla base dei pochi documenti esistenti e della sua immaginazione creativa, e attraverso quella singola vita, ci immerge nelle acque più torbide del secolo del libertinaggio, non solo quello erudito, e della monarchia assoluta, che, come il regista fa ben sentire, sta ormai imputridendo. L' azione si svolge quasi esclusivamente nei teatri d'opera e nei saloni meravigliosamente affrescati, illuminati solo da candele, di palazzi italiani. Lo stile di Vaclav ricorda quello orroroso del Garrone de Il racconto dei racconti, ma lascia un'impressione di pena profonda.