La Regola d'Oro

Prima di tutto vorrei dire che Simone Liberati e Edoardo Pesce sono bravissimi e forse meritavano più spazio. Il film è un'opera corale, tanti personaggi, tanti interventi che se di primo acchito sembrano forzature, a ben riflettere sono molto rappresentativi dei nostri tempi. 
Lo consiglio.

Dal teatro di guerra al teatro di Taormina, questo è il viaggio di un caporale dell'esercito che sembra sentirsi più a suo agio con i suoi carcerieri in Siria che con il circo mediatico che tenta di strappargli l'anima per presentarlo al mondo come un eroe.
Simone Liberati dà anima e corpo (incredibile la sua trasformazione fisica) al militare rendendo perfettamente il suo struggimento e il suo dolore.
Anche gli altri personaggi sono caratterizzati perfettamente: dalla mamma completamente presa dagli show televisivi, ai personaggi della tv che pur consapevoli dei dilemmi interiori e del dolore del ragazzo, preferiscono ignorare i segnali per continuare a sfruttarne l'immagine.
Qualche ravvedimento che dà speranza lo troviamo, ma il brutale realismo del film è la fotografia perfetta del nostro mondo.

Molti pregi nel film di Lunardelli. Ci ricorda una guerra che oramai abbiamo rimosso. Ci fa fare i conti sul dramma di chi torna e non viene accolto dal punto di vista terapeutico ma sfruttato e manipolato per propaganda. C'è il quadro perfetto della tv di oggi: un carrozzone inarrestabile che fagocita e risputa tragedie, dove ognuno gioca per sé. C'è la madre che si adagia nel salotto televisivo e si abitua ai riflettori. E poi c'è Ettore, il protagonista. Simone Liberati sembra perfetto nella parte del ragazzo spaesato, che ha dato e perduto, che è entrato all'inferno e ne è uscito malissimo.  Edoardo Pesce è il personaggio più controverso del film. [+]

Molti pregi nel film di Lunardelli. Ci ricorda una guerra che oramai abbiamo rimosso. Ci fa fare i conti sul dramma di chi torna e non viene accolto dal punto di vista terapeutico ma sfruttato e manipolato per propaganda. C'è il quadro perfetto della tv di oggi: un carrozzone inarrestabile che fagocita e risputa tragedie, dove ognuno gioca per sé. C'è la madre che si adagia nel salotto televisivo e si abitua ai riflettori. E poi c'è Ettore, il protagonista. Simone Liberati sembra perfetto nella parte del ragazzo spaesato, che ha dato e perduto, che è entrato all'inferno e ne è uscito malissimo.  Edoardo Pesce è il personaggio più controverso del film. Impossibile collocarlo fra i buoni o i cattivi, ma forse è quest'ambiguità che lo rende perfetto come ruolo. 

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