Nonostante il plot sappia di già visto, inserendosi nel filone ampiamente sfruttato, da Poltergeist in poi e fino a Babadook, degli horror con protagonisti bambini speciali sedotti da entità maligne, il film ha un buon ritmo narrativo e risulta godibile anche da parte di un pubblico adulto che non disdegni a priori il genere fantasy con intenti pedagogici in cui Come Play sfocia inevitabilmente, rappresentando il mostro infernale, che incarna metaforicamente la solitudine di un mondo che si rinchiude nella virtualità delle immagini tecnologiche sfuggendo ai rapporti umani, come un gigantesco alieno mutuato dal cinema di fantascienza.