Costruito per Renée Zellweger
di Alberto Pesce Giornale di Brescia
Nel cinema americano del Novecento ci fu una «vera» Judy Garland (1922-1969), mito di fantasia ed arte, su un set appena a due anni, a 12 già hollywoodiana nella Mgm che ne avrebbe prostrato fisico e psiche, cinque anni dopo con «Il mago di Oz» (1939) e la canzone «Over the Rainbow» divistica incarnazione dello spirito del musical, fascinosa star anche con «È nata una stella» (1954) altro suo Oscar, ma ormai tra ingorgo di amori, quattro divorzi, eccessi di droghe per resistere a spietato ritmo di vita, scivolata sempre più indebitata e sola, per amore dei figli più piccoli disposta nell'inverno 1968 ad una serie di concerti in un londinese cabaret, benché con una quinta parentesi nuziale, ormai a vigilia di suicidio con overdose di barbiturici. [...]
di Alberto Pesce, articolo completo (1671 caratteri spazi inclusi) su Giornale di Brescia 2 febbraio 2020
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