Sostanzialmente d'accordo con Zappoli, però vorrei aggiungere un paio di cose: non si parla quasi di Pietro, eppure era con lui nel Mamertino. Inoltre, a quanto ne so (ma non sono in grado di citare le fonti), i due "giganti" riuscirono perfino a convertire i loro carnefici. La vicenda del comandante del carcere non é quindi del tutto campata in aria, anche se i dettagli sono ovviamente di fantasia, cosí come non esistono, a quanto ne so, documenti che attestino la presenza di Luca a Roma e per di più al carcere. Per motivi ovvi, il regista non poteva narrare la storia di Paolo, però con intelligenza condensa alcuni contenuti delle sue lettere nei dialoghi con Luca (in particolare le sue parole sull'amore).
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Sostanzialmente d'accordo con Zappoli, però vorrei aggiungere un paio di cose: non si parla quasi di Pietro, eppure era con lui nel Mamertino. Inoltre, a quanto ne so (ma non sono in grado di citare le fonti), i due "giganti" riuscirono perfino a convertire i loro carnefici. La vicenda del comandante del carcere non é quindi del tutto campata in aria, anche se i dettagli sono ovviamente di fantasia, cosí come non esistono, a quanto ne so, documenti che attestino la presenza di Luca a Roma e per di più al carcere. Per motivi ovvi, il regista non poteva narrare la storia di Paolo, però con intelligenza condensa alcuni contenuti delle sue lettere nei dialoghi con Luca (in particolare le sue parole sull'amore). Credibile inoltre l'ambientazione e i turbamenti delle prime comunità cristiane, dove grande era l'incertezza e difficili i rapporti tra le diverse posizioni, origine di infiniti contrasti dottrinali e teologici. Notevole la figura di Paolo, di cui si indovina l'enorme carisma e la straordinaria profondità etica. Un film su cui si potrebbe suscitare dibattiti interessanti. Consigliato.
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