Little Forest |
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Un film di Soon-rye Yim.
Con Tae-ri Kim, So-Ri Moon, Jun-yeol Ryu, Ki-joo Jin
Titolo originale Liteul poleseuteu.
Drammatico,
durata 104 min.
- Corea del sud 2018.
MYMONETRO
Little Forest
valutazione media:
3,50
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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La profondità delle cose semplici. Ogni stagione dà il suo frutto.di TomonteFeedback: 0 |
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lunedì 13 aprile 2020 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Molti di soffermano sul cibo. Non è un film sul cibo. E' un film sul cercare sé stessi, tornando nella casa d'infanzia in campagna, ormai vuota, da cui si era scappati perché "cosa c'è da fare qui?", per andare nella metropoli (Seul), con il suo cibo precotto, senza gusto, l'anonimato, i rapporti superficiali condizionati dalla competizione ("Mi piacerebbe che fosse più brava nello studio"). E tornando nella casa vuota, prima solo per pochi giorni, che poi diventano una settimana, un mese, una stagione, un anno, inizia la ricostruzione identitaria, attraverso la preparazione delle ricette che la madre preparava insieme a lei quando era piccola, ricordando i gesti, gli odori, le sorprese ("la mamma era come un mago"), le frasi, i piccoli, grandi insegnamenti, apparentemente senza importanza, ma che servivano a farla crescere ("lo sai cosa vogliono quei prepotenti? Vogliono solo vederti triste. Quindi se non ci pensi e non ti rattristi, questo gioco l'hai vinto tu"), per trovare la propria strada ("Perché il cibo migliore è quello che prepari da sola"). Una ricerca che inizia con la rabbia, per l'assenza, di chi si pensa ti abbia abbandonato. Rabbia che diventa competizione ("come lo faccio io è più buono di come lo fa mia madre"). Ricerca che trasforma la rabbia in accettazione, degli insegnamenti ricevuti, riconosciuti, dello scorrere del tempo con il susseguirsi delle stagioni, perché "bisogna aspettare". E allora la competizione diventa comprensione e riconoscenza. E arriva il momento di leggerla la lettera che la madre le aveva lasciato. E allora si può fare anche il pane di patate con la ricetta che la madre le aveva inviato, ma cambiando qualcosa, non perché "il mio è più buono", ma perché "l'ho fatto diverso, a modo mio", perché anche lei sta cercando la sua "piccola foresta". E il tornare a casa, ancora una volta, con la porta aperta e le tende mosse dal vento leggero. Qualcuno è tornato a casa.
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