Ma la noia non è proprio terrificante
di Roberto Nepoti La Repubblica
Nel prologo due preti sottopongono a esorcismo Hannah Grace con tutto l'apparato di crocefissi e acqua santa. Tre anni dopo Megan, expoliziotta in crisi, trova lavoro nella camera mortuaria di un ospedale. Un breve periodo di formazione e le capita un cadavere mutilato e deforme: quello di Hannah Grace, naturalmente. Poche ore dopo l'arrivo del corpo, alcuni colleghi di Megan scompaiono misteriosamente. Ogni anno ci toccano almeno un paio di film di possessione e ciò almeno dai tempi dell'Esorcista. Quello del regista di origine olandese Diederik Van Rooijen non marcherà una data nel filone. Pieno all'inverosimile di cliché nei personaggi e nelle situazioni, il film moltiplica gli jumpscare in modo meccanico: così da, più che spaventare, annoiare. E non sa neppure sfruttare a dovere il luogo chiuso della morgue che, tre anni fa, Autopsy aveva reso così terrificante.
Da La Repubblica, 31 gennaio 2019
di Roberto Nepoti, 31 gennaio 2019