tom87
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sabato 29 luglio 2017
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spettacolare, filologico ed emotivo
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La trilogia reboot iniziata con “L’alba del pianeta delle scimmie” e proseguita con “Apes Revolution – Il pianeta delle scimmie”, si conclude ora con questo “The War”, diretto come il precedente da Matt Reeves, con coerenza di stile, contenuti, registro e atmosfere, in pieno rispetto filologico e emotivo, portando al cupo, maturo, atto finale lo scontro inevitabile tra esseri umani e scimmie geneticamente evolute. Il film rispetta sia l'esigenza di spettacolarità, sia la riflessione di un'opera autoriale ricca di tensione, intensità, citazioni e rimandi alla storia, all'attualità, al cinema. L’interesse per la pellicola è ancora una volta l’ottima caratterizzazione delle scimmie – metafora della condizione umana, e in particolar modo quella di Cesare – simbolo della dignità quale strumento di rivalsa degli oppressi dalle ingiustizie del mondo.
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La trilogia reboot iniziata con “L’alba del pianeta delle scimmie” e proseguita con “Apes Revolution – Il pianeta delle scimmie”, si conclude ora con questo “The War”, diretto come il precedente da Matt Reeves, con coerenza di stile, contenuti, registro e atmosfere, in pieno rispetto filologico e emotivo, portando al cupo, maturo, atto finale lo scontro inevitabile tra esseri umani e scimmie geneticamente evolute. Il film rispetta sia l'esigenza di spettacolarità, sia la riflessione di un'opera autoriale ricca di tensione, intensità, citazioni e rimandi alla storia, all'attualità, al cinema. L’interesse per la pellicola è ancora una volta l’ottima caratterizzazione delle scimmie – metafora della condizione umana, e in particolar modo quella di Cesare – simbolo della dignità quale strumento di rivalsa degli oppressi dalle ingiustizie del mondo. Tecnicamente ed (est)eticamente ineccepibile.
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themoon
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giovedì 27 luglio 2017
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ave cesare
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Si è vero,ci aspettavamo di più da questo terzo capitolo,sulla base del titolo,la promessa era quella di una storia tattica e adrenalinica;Il film,pur mantenendo alto il livello scenografico tanto realista per l'argomento e le scene,resta saldo per tutto il tempo ad uno stampo troppo sentimentalista,con scene spicciole e una trama sinceramente debole e scontata,il cattivo Nerone con i sensi di colpa,e il messia cesare con il compito di portare il suo popolo oppresso nella terra promessa.
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raptus
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lunedì 24 luglio 2017
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sara' l'ultimo ?
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La domanda sembra un assurdo, ma si sa, quando si ripercorrono filoni di successo la tentazione di creare un nuovo sequel o prequel spesso prende il sopravvento. Nell'insieme il film e' godibile e ben fatto. Forse in alcuni tratti troppo "melenso" Ma comunque un degnissimo terzo episodio. D'altronde amo questa serie.
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vanessa zarastro
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domenica 23 luglio 2017
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le scimmie di buoni sentimenti
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Il film War for the Planet of the Apes è il terzo della serie reboot iniziata nel 2011. La prima e fortunata serie risale al 1968.
Un film è quasi più psicologico che di azione, un po’ eccessivamente claustrofobico.
The war – il pianeta delle scimmie trae spunto da una serie di citazioni filmiche: il cattivissimo Colonnello interpretato da Woody Harrelson è una citazione di Francis Ford Coppola in Apocalipse Now del 1979 il personaggio del Colonnello Kurtz interpretato dall’indimenticabile Marlon Brando. La stessa scritta come pun sulla roccia “Ape-pocalypse Now” né è l’esplicito tributo.
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Il film War for the Planet of the Apes è il terzo della serie reboot iniziata nel 2011. La prima e fortunata serie risale al 1968.
Un film è quasi più psicologico che di azione, un po’ eccessivamente claustrofobico.
The war – il pianeta delle scimmie trae spunto da una serie di citazioni filmiche: il cattivissimo Colonnello interpretato da Woody Harrelson è una citazione di Francis Ford Coppola in Apocalipse Now del 1979 il personaggio del Colonnello Kurtz interpretato dall’indimenticabile Marlon Brando. La stessa scritta come pun sulla roccia “Ape-pocalypse Now” né è l’esplicito tributo. La cupezza di neve e di fango rimanda, invece, a Quentin Tarantino nel suo The Hateful Eight del 2015. Come mi faceva notare la mia informatissima compagna di cinema, qua e là si trovano altri riferimenti come a John Ford di Sentieri Selvaggi del 1956 o Sam Peckinpah del Mucchio Selvaggio del 1969, forse per la profondità psicologica dei personaggi. Mi viene un dubbio e mi chiedo se la passione per il citazionismo sia uno snobismo per cinefili o un-copia-e-incolla che nasconde scarsa inventiva? Forse un po’ entrambe.
Nella foresta dove in una grande grotta nascosta dietro la cascata vive lo scimpanzé Cesare e la sua tribù di scimmie varie – orangotango, gorilla e scimpanzé. È una lotta continua per la sopravvivenza: Cesare aveva da poco ucciso Koba, un bonobo aggressivo che rifiutava di vivere in pace con l’uomo, ma a loro volta vengono aggrediti da soldati capeggiati da un certo Colonnello cattivissimo che li vuole schiavi affamati per costruire un muro di protezione (da altri uomini cattivi), e che li vuole comunque controllare e sottomettere al suo potere.
Vicende varie di poco conto accadono nei 140 minuti di film che portano alla luce tipologie di scimmie varie, come ad esempio la apparentemente stupida bertuccia da zoo che si unisce al gruppetto che salverà le scimmie, così come la coraggiosissima bimba muta salvata da Cesare che simboleggia la purezza dell’infanzia. Incontri/scontri moralisti sulla pietas nei (per fortuna) ridottissimi dialoghi tra scimmie e umani o tra scimmia e scimmia con i sottotitoli di faticosissima lettura.
War for the Planet of the Apes è stato girato in Canada nel Lower Mainland vicino Vancouver, ha dato lavoro a un’infinità di persone assommando persone in costume, con la tecnica della motion capture, a centinaia scimmie digitali. Il trucco della Naomi Bakstad merita sicuramente un Oscar, ma, alla fine, tutto sommato il film risulta abbastanza noioso.
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elwood
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martedì 18 luglio 2017
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scimmie in ascesa e umanita in declino
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Ho visto molte recensioni positive e siccome sono un appassionato del genere fantascienza ho deciso di andarci per il mio completanno (53). La storia e' abbastanza nota e non ha senso che la ripeta: mi limito a qualche impressione e annotazione.
I costumi sono molto realistici, tanto che forse si tende ad indulgere troppo su questo aspetto diciamo esteriore. Le scimmie si esprimono di solito a gesti o alle volte con poche parole ma piene di sentimento; insomma incarnano le virtu' dell'americano di modi semplici ma onesto. Il capo dei buoni (Cesare la scimmia) e' naturalmente buono anche se ha sempre l'aria come posso dire, incavolata, un po' come il presidente in carica.
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Ho visto molte recensioni positive e siccome sono un appassionato del genere fantascienza ho deciso di andarci per il mio completanno (53). La storia e' abbastanza nota e non ha senso che la ripeta: mi limito a qualche impressione e annotazione.
I costumi sono molto realistici, tanto che forse si tende ad indulgere troppo su questo aspetto diciamo esteriore. Le scimmie si esprimono di solito a gesti o alle volte con poche parole ma piene di sentimento; insomma incarnano le virtu' dell'americano di modi semplici ma onesto. Il capo dei buoni (Cesare la scimmia) e' naturalmente buono anche se ha sempre l'aria come posso dire, incavolata, un po' come il presidente in carica. Il capo dei cattivi sembra tanto un europeo, non saprei se piu' inglese francese o tedesco, ma parla in modo affettato, e' sofisticato, ed e' senza umanita'. Fa violenza alla natura e agli altri e mal gliene incoglie.
Il film sa molto di western. Durante la proiezione non sono riuscito a cogliere i riferimenti filosofici di cui si parlava in varie recensioni, certo per colpa mia che mi faccio incantare dal linguaggio allusivo. Invece, ho visto un sacco di primi piani, forse troppi. Trama, pochina. Nell'insieme il film somigliava piu ad un insieme di situazioni da videogioco che a una storia coerente, come se si temesse di chiedere allo spettatore uno sforzo mentale eccessivo. Viene da pensare che abbiano preso cosi' seriamente la storia da confezionare un prodotto per delle scimmie all'inizio di una ascesa evolutiva o per un umanita' in declino.
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massimo
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sabato 15 luglio 2017
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un pianeta delle scimmie che non convince
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il film non lo si puo paragonare ella trilogia di Heston della quale solo il primo lo ritengo buono mentre gli altri due sono di tono minore...il primo film di heston gioca un racconto che sta in piedi grazie a un soggetto molto originale oltre alla ottima recita di Heston ...dove un astronauta viene dal passato e trova un futuro molto amaro...pura fantascienza...il regista di Heston il problema della regia delle scimmie non se lo pone...come le faccio muovere come le faccio parlare?? ..infatti sembrano umani e si muovono come in un film western e per il sociale le scimmie si comportano verso gli umani con gli stessi sentimenti che gli umani trattato le razze inferiori infatti gli umani tenuti in gabbia vengono lobotomizzati.
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il film non lo si puo paragonare ella trilogia di Heston della quale solo il primo lo ritengo buono mentre gli altri due sono di tono minore...il primo film di heston gioca un racconto che sta in piedi grazie a un soggetto molto originale oltre alla ottima recita di Heston ...dove un astronauta viene dal passato e trova un futuro molto amaro...pura fantascienza...il regista di Heston il problema della regia delle scimmie non se lo pone...come le faccio muovere come le faccio parlare?? ..infatti sembrano umani e si muovono come in un film western e per il sociale le scimmie si comportano verso gli umani con gli stessi sentimenti che gli umani trattato le razze inferiori infatti gli umani tenuti in gabbia vengono lobotomizzati....percio niente a che vedere con questo pianeta della scimmie dove ne risultano solo poche tracce ..la ragazza muta..l'uomo che nonostante sia stato decimato dal virus portato dalle scimmie continua a farsi guerre ..per l'ambiente umano lo spazio è dato ai militari ottusi e guerrafondai e tristi, impersonificati da un capitano paranoico e depresso..la parte la tiene male e non convince.....troppo ripetitivo nella mimica e nelle parole ... nel film non c'è spazio della cultura umana sembra solo di guerra..e poi abbiamo il mondo delle scimmie..abbiamo questa scimmia "cesare" come un novello "noe" porta il suo popolo verso una terra dove trova la salvezza...tutto un po neuward,carico,pesante,ripetitivo,non spettacolare..manca la trama o meglio sembrano piu idee una attacata all'altra..e per completare la pesantezza c'è sempre la parte della famiglia continuamente fa capolineo nel film ..non solo cesare ma anche il capitano la tirano sempre fuori è una ripetersi di questo soggetto che ultimamente la vedi in tutte le salse nei film di questi ultimi anni..basta ricordare la "guera dei mondi" l'ultimo con Tom Cruise il quale in macchina si porta dietro il figlio e la figlia piccola per tutto il film.....il regista si deve essere dimenticato che oltre a essere un film di fantascienza doveva essere anche un film di azione..faccio un piccolo esempio nel "gladiatore" la prima parte è la migliore... dove l'azione viene ben costruita e da un significato....a differenza del film di Heston in questo film il registra tenta di costruire una societa delle scimmie ma lo fa in modo goffo copiando l'umana nei suoi sentimenti migliori ma sempre umana... non cesiste da parte del registra nessun tentativo di andarsi a studiare il comportamento di questi primati tanto per dare un po di gusto a questo film e anche per non fare il solito polpettone....
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