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paolo76
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venerdì 6 luglio 2018
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facciamoci del male...
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Incuriosito dai giudizi positivi di "esperti" e di premi ricevuti mi convinco a comprare il DVD di questo film. Purtroppo la realtà è che se bastasse un utilizzo di luci colorate stile anni '80, musica metallara e primi piani su coltelli a far pensare che finamlemte l'horror italiano stia rinascendo, alora stiamo messi male. L'utilizzo delle fonti di colore viene sovrabusato e molte volte mal utilizzato, la protagonosta non ha nulla e non fa nulla per rendere credibile il suo personaggio, i dialoghi forzati poi peggiorano la situazione, dettagli come non spiegare ad una attrice (che si vuole far passare per appassionata di fotografia) come tenere una reflex nel modo corretto in mano è la cartina tornasole di quanta superficialità e disattenzione esistano in questa pellicola che non riesce mai ad uscire da un continuo piattume.
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Incuriosito dai giudizi positivi di "esperti" e di premi ricevuti mi convinco a comprare il DVD di questo film. Purtroppo la realtà è che se bastasse un utilizzo di luci colorate stile anni '80, musica metallara e primi piani su coltelli a far pensare che finamlemte l'horror italiano stia rinascendo, alora stiamo messi male. L'utilizzo delle fonti di colore viene sovrabusato e molte volte mal utilizzato, la protagonosta non ha nulla e non fa nulla per rendere credibile il suo personaggio, i dialoghi forzati poi peggiorano la situazione, dettagli come non spiegare ad una attrice (che si vuole far passare per appassionata di fotografia) come tenere una reflex nel modo corretto in mano è la cartina tornasole di quanta superficialità e disattenzione esistano in questa pellicola che non riesce mai ad uscire da un continuo piattume. Si vede la passione per film di fine anni 70 ed anni 80 del regista, ma realizzarne uno all'altezza di quel periodo è cosa difficile e qui si vedono tutte queste difficoltà. Bocciato su tutta la linea almeno che non si ammetta di aver creato un filmetto amatoriale buono per youtube allora siamo ad alti livelli social.
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lucap
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mercoledì 6 febbraio 2019
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un tributo al cinema di una volta !
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A differenza di troppe pellicole indipendenti ripetitive e scontate, questo the antithesis si è rivelato davvero una sorpresa. Innovativo e ben girato. Ottime le musiche del M° Simonetti, mentre regia e fotografia entrambe sono state assai curate e personali strizzando anche l'occhio al cinema degli anni '70. Il cinema indipendente italiano sta facendo progressi. Speriamo che le commedie che spopolano attualmente possano essere sostituite da prodotti più freschi e coraggiosi come questa pellicola.
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claire
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giovedì 7 dicembre 2017
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invedibile
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visto in anteprima al ToHorror.
Spettatori in sala annoiati, risolini ovunque, spiace per il regista e l'attrice presenti, ma davvero un brutto film. Recitazione amatoriale, sceneggiatura senza senso, dialoghi inverosimili noioso.
Il regista cerca di imitare Argento ma purtroppo per lui non basta inserire musica metal a caso e primi piani su coltelli per riuscirci. Alcune trovate involontariamente comiche, la scena lesbica totalmente gratuita e girata male.
Capisco sia un film indipendente, ma non capisco tutto questo buonismo ( ho letto abbia vinto un premio a un festival recentemente ). Se questo è un buon prodotto allora tremo all'idea di cosa siano i prodotti pessimi.
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visto in anteprima al ToHorror.
Spettatori in sala annoiati, risolini ovunque, spiace per il regista e l'attrice presenti, ma davvero un brutto film. Recitazione amatoriale, sceneggiatura senza senso, dialoghi inverosimili noioso.
Il regista cerca di imitare Argento ma purtroppo per lui non basta inserire musica metal a caso e primi piani su coltelli per riuscirci. Alcune trovate involontariamente comiche, la scena lesbica totalmente gratuita e girata male.
Capisco sia un film indipendente, ma non capisco tutto questo buonismo ( ho letto abbia vinto un premio a un festival recentemente ). Se questo è un buon prodotto allora tremo all'idea di cosa siano i prodotti pessimi.
Pessimo film, che ha il difetto di prendersi anche molto sul serio. Sconsigliatissimo.
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totonnoo''cafone
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domenica 26 novembre 2017
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the tristithesis: perla trash tra poppe e alieni
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Ho avuto la "fortuna" di vederlo in anteprima al Fantafestival di R[+]
Ho avuto la "fortuna" di vederlo in anteprima al Fantafestival di Roma e mi sento di dire che questo film ha tutte le carte in regola per diventare una pietra miliare del trash fanta-horror al pari (o forse leggermente al di sotto) de Il lupo mannaro contro la camorra aka la Croce dalle sette pietre.
Si tratta di un letale mix tra Padre Maronno, Un Posto al sole e il meglio del peggior Dario Argento.
Narrativa lentissima, trama scadente e campata in aria, recitazione al limite del ridicolo che sfocia in picchi di pura comicità (i primi piani su padre Maronno sono impareggiabili, avevo le lacrime agli occhi).
Sintetizzando l'unica cosa da salvare, esclusi gli spunti comici accennati poc'anzi, sono le tette del cast femminile. Un assortimento piacevolmente variegato, dai sempreverdi bomboloni dell'ormai milfissima dell'horror Marina Loi (chissà se come il sottoscritto i pochi fortunati che hanno visto il film si saranno chiesti se ce li ha ancora come mamma glie li ha fatti), agli strabordanti canotti della protagonista mora Crisula Stafida (anche lei in odore di silicone), alle spumeggianti melette della bionda Karolina Cernic (forse l'unica a non essere passata dal chirurgo).
Qualunque cosa sia successo ai loro davanzali, sarebbe un sogno vederle un giorno tutte insieme con Johnny Sins in una bella produzione di Brazzers; porno utopie che manderebbero ai matti anche quel nudista assatanato di Aborym (la citazione del protagonista della Croce delle sette Pietre è del tutto casuale).
Un sentito grazie al regista Mirabelli per questa perla rara, chissà se un giorno nel trentennale dell'uscita del suo film, anche lui come il mitico "Eddy Ednolf" non potrà meritarsi il giusto tributo dalla platea del Fantafestival per questa sua opera magistrale ma per dirla tutta il capolavoro del regista di origini napoletane - che per spunti trash può essere paragonata a The Tristithesis -, nonostante la patina del tempo trascorso, sembra essere ancora più genuino, schietto, meno pretenzioso e senz'altro meno compassato del guazzabuglio polpettonato di Mirabelli.
Tra noia (tanta) e risate (poche ma sincere) l'opera si trascina a stento fino al finale e al termine della visione in sala, con le luci accese, si sente la mancanza di una cassetta di ortaggi guasti da tirare sullo schermo e soprattutto, con tutte quelle poppe in video, la tentazione è quella di correre a casa ed aprire Pornhub.
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