simone pasquali
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sabato 3 aprile 2021
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bellissimo spaccato di vita e delinquenza quotidia
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Attori sempre in parte (memorabili le "donne del condominio"), storie di vita e delinquenza quotidiane, molto molto bello.
Guardatelo, non ve ne pentirete.
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matteo
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sabato 9 maggio 2020
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la banalità del nulla
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Il limite di queste "recensioni" è che le stelle che si danno come voti non si rifanno a una logica algebrica altrimenti avrei selezionato stelle in negativo. Davvero uno dei peggiori film che ho visto nella mia vita. Siamo a lvelli di una fuction di bassa qualità e questo vale sia per la regìa che per gli attori. Pessima la fotografia e la sceneggiatura da teatro parrocchiale. Il "contagio" è un film dimenticabile ed evitabile per la banalità del modo di raccontare una storia, per l'inadeguatezza dei personaggi, per l'incapacità di dare una credibilità a quello che si vuole mostrare. Il tema affrontato colloca questo film nel filone di altre narrazioni davanti alle quali sprofonda in un baratro di vergogna e inconsistenza.
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Il limite di queste "recensioni" è che le stelle che si danno come voti non si rifanno a una logica algebrica altrimenti avrei selezionato stelle in negativo. Davvero uno dei peggiori film che ho visto nella mia vita. Siamo a lvelli di una fuction di bassa qualità e questo vale sia per la regìa che per gli attori. Pessima la fotografia e la sceneggiatura da teatro parrocchiale. Il "contagio" è un film dimenticabile ed evitabile per la banalità del modo di raccontare una storia, per l'inadeguatezza dei personaggi, per l'incapacità di dare una credibilità a quello che si vuole mostrare. Il tema affrontato colloca questo film nel filone di altre narrazioni davanti alle quali sprofonda in un baratro di vergogna e inconsistenza. Impresentabile e inguardabile.
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parsifal
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giovedì 30 aprile 2020
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squarcio di realtà metropolitane
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Seconda opera per i giovani cineasti Botrugno e Coluccini, autori e registi di " Et in Terra Pax". Nuovamente tornano nella periferia romana, descrivendo minuziosamente le vicende della varia umanità che la popola. La narrazione è incentrata sul personaggio di Walter ( V.Salemme) , scrittore elegante e profondo conoscitore dell'animo umano, invaghito di Marcello ( V.Marchioni), eterno adolescente quarantenne, senza arte nè parte, sfrontato e privo di prospettive , a parte la palestra e l dose quotidiana di cocaina. Sposato con Chiara ( A.Foglietta), donna molto provata dal passato familiare, delicata e di grande forza d'animo, trascorre le sue giornate a bighellonare, senza una meta precisa, in attesa della " svolta" .
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Seconda opera per i giovani cineasti Botrugno e Coluccini, autori e registi di " Et in Terra Pax". Nuovamente tornano nella periferia romana, descrivendo minuziosamente le vicende della varia umanità che la popola. La narrazione è incentrata sul personaggio di Walter ( V.Salemme) , scrittore elegante e profondo conoscitore dell'animo umano, invaghito di Marcello ( V.Marchioni), eterno adolescente quarantenne, senza arte nè parte, sfrontato e privo di prospettive , a parte la palestra e l dose quotidiana di cocaina. Sposato con Chiara ( A.Foglietta), donna molto provata dal passato familiare, delicata e di grande forza d'animo, trascorre le sue giornate a bighellonare, senza una meta precisa, in attesa della " svolta" . Nel frattempo, concede a pagamento i suoi favori al professore che , pur essendo cosciente del mercimonio, accetta di tutto pur di averlo con sè per qualche ora. Intorno a Marcello ruotano dei personaggi dubbi, privi di scrupoli, che maneggiano affari illeciti e con i quali sarebbe meglio non scherzare. Ma Marcello, da novello Icaro, vuole volare sempre più in alto, senza considerare i rischi e le conseguenze delle sue azioni. Mentre , in parallelo, un altro uomo di borgata, tenta di fare il grande salto in avanti, frequentando il grande giro dell'imprenditoria e dintorni, ma resterà vincolato per sempre alla sue origine e l'arresto per aver fatto il passo più lungo della gamba, lo riporterà a terra. Marcello si brucerà le ali ed il suo volo finirà nel peggiore dei modi, mentre tutto tornerà a girare sempre nello stesso modo. Ottimo film in cui si vede la lunga ombra di Pasolini.
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gaiart
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martedì 17 aprile 2018
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ti amo come il contagio e la sua cura
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Ti amo come il contagio e la sua cura- diceva Shakespeare. Ma qui la storia è un'altra, tanto da fare rivoltare il genio inglese nella tomba. Uno scrittore c’è. Ma la sua ispirazione la trova in quella di una Roma odierna, palazzinara e borgatara, fatta di cocaina e traffici illegali, di spaccio e furti, di speculazione su edilizia e sui migrati; mediterraneo, Bulgaria e Russia le nuove frontiere del guadagno facile - dice il boss Carmine. La sua ispirazione è Marcello, un corpo tornito, michelangiolesco in un viso pasoliniano, un giovane sposato, nullafacente e che si vende a Walter, scrittore bourgeois che lo paga per prestazioni sessuali, entrambi ottimamente interpretati reciprocamente da Salemme e Vinicio Marchioni.
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Ti amo come il contagio e la sua cura- diceva Shakespeare. Ma qui la storia è un'altra, tanto da fare rivoltare il genio inglese nella tomba. Uno scrittore c’è. Ma la sua ispirazione la trova in quella di una Roma odierna, palazzinara e borgatara, fatta di cocaina e traffici illegali, di spaccio e furti, di speculazione su edilizia e sui migrati; mediterraneo, Bulgaria e Russia le nuove frontiere del guadagno facile - dice il boss Carmine. La sua ispirazione è Marcello, un corpo tornito, michelangiolesco in un viso pasoliniano, un giovane sposato, nullafacente e che si vende a Walter, scrittore bourgeois che lo paga per prestazioni sessuali, entrambi ottimamente interpretati reciprocamente da Salemme e Vinicio Marchioni. E il contagio avviene nel male, nella droga, nel dolore. Criminali affaristi, riciclati con politica e assessori collusi, intreccio di storie e vite di poco valore, inanellati già nel libro di Valter Siti. Una società ai margini che deturpa le donne. Qui la moglie di Marcello – Carla - è gravemente malata e non ha i soldi per curarsi; la madre di Attilio, vicino di casa, si suicida col gas quando la polizia arresta il figlio per furto; la moglie dell’altro vicino viene ogni notte picchiata a sangue. E’ così la Roma odierna dei sobborghi. Il film ha più che altro, un impatto di denuncia sociale e di attenzione a un sottobosco che nessuno vede. Come i licheni sotto la neve. Il film ha validità narrativa e alcuni pezzi della scrittura di Siti, soprattutto nella prima parte sono veramente potenti. La seconda invece è meno attraente perché si sposta sulla vita del secondo protagonista, l’amico di Marcello che lo abbandona e va a vivere nella Roma dei ricchi dove è riuscito a gomitate a entrare, e dove rimane un cocainomane a disagio, che trascina sepolta, la sua estrazione, i suoi errori e sensi di colpa e cerca di affondarli sotto una montagnetta di bianco. Attendendo l’inevitabile valanga della distruzione. Come fa lo spettatore.
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lapina
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lunedì 2 ottobre 2017
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un film per intenditori
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Un bellissimo film, per nulla scontato. Un film che fa riflettere, recitato veramente bene da grandi attori. Consigliatissimo !!!
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santamarinella2
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venerdì 29 settembre 2017
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bel cinema
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Da romano di periferia finalmente un film che descrive la vita delle borgate romane cercando di restare il più possibile aderente alla realtà. Non era facile ma i due registi traendo spunto dalla trama del libro di Siti , sono riusciti a catturare le caratteristiche del male di vivere delle borgate senza mai cadere nel banale.
E poi non so se è merito loro ma i protagonisti sono stati eccezionali e per quanto mi riguarda Vinicio Marchioni su tutti.
Geniale l'idea della zingara che frugando tra i rifiuti tutto osserva e sembra voler dire " Voi mi maledite, mi cacciate via ma io una dignità ce l'ho."
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viviana
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martedì 12 settembre 2017
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un film struggente e emozionante
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Attendevo con ansia il film tratto da un libro fondamentale della narrativa italiana recente, che ho letto e apprezzato. Sono stata ripagata: gli attori sono straordinari, Marchioni ha scolpito il suo corpo sul personaggio di Marcello. La regia alterna registri diversi, le storie si sovrappongono nella prima parte sino ad esplodere. Salemme sorprende per la misura della sua interpretazione e per il coraggio di calarsi in un ruolo così controverso. Le musiche sostengono l'emotività della storia, sopratutto nel finale emozionante e allo stesso tempo raffinato. E poi un lungo piano sequenza, dove il personaggio di Mauro crolla negli inferi della droga e nell'allucinazione di un potere che in realtà non potrà mai raggiungere.
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Attendevo con ansia il film tratto da un libro fondamentale della narrativa italiana recente, che ho letto e apprezzato. Sono stata ripagata: gli attori sono straordinari, Marchioni ha scolpito il suo corpo sul personaggio di Marcello. La regia alterna registri diversi, le storie si sovrappongono nella prima parte sino ad esplodere. Salemme sorprende per la misura della sua interpretazione e per il coraggio di calarsi in un ruolo così controverso. Le musiche sostengono l'emotività della storia, sopratutto nel finale emozionante e allo stesso tempo raffinato. E poi un lungo piano sequenza, dove il personaggio di Mauro crolla negli inferi della droga e nell'allucinazione di un potere che in realtà non potrà mai raggiungere.
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gianmaria.silv
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venerdì 1 settembre 2017
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a malapena un film per la tv
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Un'accozzaglia di luoghi comuni mal recitati e peggio diretti. Un mix di tutto ciò che si è visto su Roma e "il mondo di mezzo" negli ultimi anni. Il film non risparmia nessun cliché e calca spesso la mano (scene a rallentatore, cambio di schema di colori e tonalità) inutilmente. Non lascia alcuno spazio all'interpretazione e al non detto. I personaggi sono caricaturali e forzati. Salemme forse è l'unico attore a salvarsi... ed è tutto dire per un film che vorrebbe essere drammatico. Applaudito alla mostra di Venezia (fuori selezione ufficiale, faceva parte delle giornate degli autori) in una piccola sala, da una claque di (immagino) fedelissimi del cast e dei produttori, quando decine di persone avevano abbandonato la sala basite durante la proiezione.
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Un'accozzaglia di luoghi comuni mal recitati e peggio diretti. Un mix di tutto ciò che si è visto su Roma e "il mondo di mezzo" negli ultimi anni. Il film non risparmia nessun cliché e calca spesso la mano (scene a rallentatore, cambio di schema di colori e tonalità) inutilmente. Non lascia alcuno spazio all'interpretazione e al non detto. I personaggi sono caricaturali e forzati. Salemme forse è l'unico attore a salvarsi... ed è tutto dire per un film che vorrebbe essere drammatico. Applaudito alla mostra di Venezia (fuori selezione ufficiale, faceva parte delle giornate degli autori) in una piccola sala, da una claque di (immagino) fedelissimi del cast e dei produttori, quando decine di persone avevano abbandonato la sala basite durante la proiezione.
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pier71
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venerdì 1 settembre 2017
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un film senza cinema
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Venezia. 2017. Da un romanzo mediocre è stato tratto un film (?) ancora più sciatto, incolore, destinato ad arricchire la pila dei film (?) italiani senza arte né parte. Come può essere definito film questo accrocco di attori (nel miglore dei casi ordinari), di storielle ricattatorie, di fotografia ammiccante ma povera, di seni e Salemmi ostentati e tristi, avvizziti. Due registi per un'opera così povera di cinema.
Quello che si è visto ieri era niente di più niente di meno che una puntata di una brutta fiction targata Rai Fiction.
Ma attenzione, come sempre in questi casi la colpa più grave è di chi produce, non di chi gira.
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Venezia. 2017. Da un romanzo mediocre è stato tratto un film (?) ancora più sciatto, incolore, destinato ad arricchire la pila dei film (?) italiani senza arte né parte. Come può essere definito film questo accrocco di attori (nel miglore dei casi ordinari), di storielle ricattatorie, di fotografia ammiccante ma povera, di seni e Salemmi ostentati e tristi, avvizziti. Due registi per un'opera così povera di cinema.
Quello che si è visto ieri era niente di più niente di meno che una puntata di una brutta fiction targata Rai Fiction.
Ma attenzione, come sempre in questi casi la colpa più grave è di chi produce, non di chi gira.
Credo - ma è quasi una certezza - che questo Contagio non contagerà proprio nessuno, i germi dell'infezione sono nati già morti.
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