ashtray_bliss
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domenica 19 settembre 2021
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la bestia dentro.
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Ottimo film d'esordio quello del regista britannico Pearce che mette in scena un dramma psicologico folgorante e intenso. Un dramma di formazione, un thriller, una riuscita critica sociale e una storia d'amore malata e contorta ma sopratutto un prodotto che si basa sull'ambiguità di forma e contenuto, un'ambiguità che si concretizza dal titolo stesso della pellicola; Beast. Chi è di preciso la bestia non è mai dato saperlo e in quello si racchiude tutta la forza, la potenza narrativa e visiva del film che funge da metafora oscura e distorta sulle dinamiche interpersonali, davanti alla quale sarà lo spettatore a dare delle risposte concrete.
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Ottimo film d'esordio quello del regista britannico Pearce che mette in scena un dramma psicologico folgorante e intenso. Un dramma di formazione, un thriller, una riuscita critica sociale e una storia d'amore malata e contorta ma sopratutto un prodotto che si basa sull'ambiguità di forma e contenuto, un'ambiguità che si concretizza dal titolo stesso della pellicola; Beast. Chi è di preciso la bestia non è mai dato saperlo e in quello si racchiude tutta la forza, la potenza narrativa e visiva del film che funge da metafora oscura e distorta sulle dinamiche interpersonali, davanti alla quale sarà lo spettatore a dare delle risposte concrete.
La storia vede come protagonista Moll, una giovane donna incapace di gestire la propria vita, di riprendersi la propria indipendenza tra le mani e la quale vive sotto lo stretto e puntiglioso controllo della famiglia borghese dalla quale proviene, e specialmente della madre. Talvolta comprensiva e amorevole ma pur sempre severa, austera, la madre vorrebbe proteggerla da se stessa, dal passato violento e burrascoso della ragazza e dall'opinione della società perbene dell'isola di Jersey dove risiedono. L'immagine che si delinea sin dai primi minuti del film è quello di una ragazza in gabbia, intrappolata a suo modo sotto una Campana di Vetro che la famiglia le impone e dalla quale pare impossibile sfuggire. Eppure l'occasione si presenta quando in un piccolo atto di ribellione, Moll abbandona la festa del suo compleanno e si dirige a festeggiare da sola in un club dell'isola. Il giorno dopo, incontrerà alle prime luci dell'alba un enigmatico quanto ombroso e ambiguo (ricordiamoci che l'ambiguità è la parola chiave del film) giovane, Pascal. Tra l'affascinante e oscuro cacciatore e la giovane guida turistica di buona famiglia scoppia un'attrazione molto potente che si evolverà rapidamente in una travolgente quanto dissoluta passione, selvaggia, primitiva, che scatenerà ulteriori dissensi, rimproveri e critiche. Si cristallizza in tal modo l'immagine di Moll come quello di un animale in gabbia, in uno stato di perenne cattività, dal quale vuole disperatamente uscire. Il grido di rabbia e frustrazione che lancia a circa metà film, quando verrà accerchiata dalla sua stessa comunità dopo il funerale di una giovane vittima, è una delle scene più cariche, emotivamente e visivamente potenti, che marcano questo stato di soffocante repressione dalla quale la protagonista cerca disperatamente di liberarsi. Un grido disperato, animalesco, impulsivo, selvaggio. Trasmettendo questo impulso a evadere. E la passione scaturita con Pascal rappresenta la via di fuga per la giovane da un contesto sociale e famigliare opprimente e oppressivo che non vuole assolverla, nè perdonarla dei suoi errori passati che la tormentano e la perseguitano, macchiandone l'esistenza.
Eppure il contesto e l'atmosfera via via si fa sempre più greve, pesante e ombrosa quando Pascal verrà accusato di alcuni efferati omicidi di ragazzine locali. Il passato violento del giovane lo rende il sospettato numero uno, e Moll sfida tutti pur di difenderlo; la famiglia, la comunità, se stessa. E lungo questo percorso di formazione imparerà fare i conti con i dubbi, sempre più assillanti e tormentosi, e i sospetti riguardo la vera natura di Pascal. Isolata dal resto della sua comunità in un contesto isolato per antonomasia, e in cui la psicogeografia si innerva abilmente nel tessuto della storia narrata, assistiamo alla drastica maturazione della protagonista la quale prenderà finalmente in mano le redini della sua vita, spingendo verso l'inatteso e sorprendente finale in cui assistiamo ad una trasformazione tanto emblematica quanto catartica e necessaria.
Un mezzo per espiare le proprie colpe, per riaffermare e riportare un certo equilibrio, un senso di giustizia smarrito e frantumato, riaffermando se stessa e la sua identità con fermezza. Quella del finale è una Moll inedita, nuova, libera ed in grado di (ri)vendicarsi. Chi è il vero colpevole, chi è la vittima e chi il carnefice? Tutte domande alle quali non esiste una risposta chiara e definitiva. Il dubbio non solo aleggia, ma impera, domina.
Si delinea così una storia fosca, ambigua e torbida che grazie alle ottime interpretazioni dei protagonisti, e specialmente della strepitosa Jessie Buckley, regalano un'esperienza visiva e sensoriale completa all'interno di un'opera prima molto matura che indaga la psiche e natura umana restituendo un affresco psicologico complesso, elaborato, contorto esattamente come l'animo umano. Visivamente impeccabile, in Beast, la fotografia è padrona e i colori accesi e vibranti servono quasi a creare un palese contrasto con i sentimenti dominanti dei protagonisti e le oscurità prepotenti e insondabili che si annidano dentro ognuno di noi. Il contesto selvaggio dell'isola riflette perfettamente lo stato mentale della protagonista donando al contempo spessore alla sua voglia di evasione, di libertà. Le scene dove i due amanti si fanno travolgere dalle onde sono difatti particolarmente suggestive.
Ma la peculiare storia d'amore di due anime incomprese, erranti, entrambi perseguitati dal loro passato, entrambi intrappolati all'interno di contesti che non li vogliono accettare, ascoltare ripudiandoli sempre ai margini, reputandoli semplicemente ombre, singolarità, assume i tratti di un potente thriller/dramma psicologico, coinvolgente ed emozionante.
Cinema di livello, fieramente indipendente. Da vedere: 3,5/5.
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gianleo67
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martedì 2 ottobre 2018
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il jersey non è così brutto come il paradiso (fiscale) che si dipinge..
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Il legame con il solitario e ombroso Pascal, consente a Moll di affrancarsi dall'opprimente invadenza di una madre possessiva e dalle sottili vessazioni dei fratelli già sposati. Quando il ragazzo viene accusato degli omicidi seriali di alcune ragazze del posto, lei prende senza indugio le sue difese, fornendogli un alibi e proteggendolo dall'ostracismo classista della sua famiglia. Anche Moll però, ha qualche scheletro nell'armadio... Se il racconto di formazione in terra d'Albione deve rispettare canoni sacri e regole auree, magari indugiando sugli aspetti più torbidi e irrisolti dei legami familiari acuiti dalla cattività e dall'insularità (The War Zone), quello dell'esordiente Michael Pearce ne traccia sin dall'incipit e con esattezza millimetrica una trama esistenziale di prigionie domestiche e volontà di evasione, vincoli di sangue e fascinazione del pericolo, repressione sessuale e richiami feromonici; le ineffabili tentazioni di una silenziosa Veronica dal pelo fulvo cui l'irsuta orripilazione della selvaggina ormai in trappola scatena una tempesta ormonale che difficilmente si riesce placare.
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Il legame con il solitario e ombroso Pascal, consente a Moll di affrancarsi dall'opprimente invadenza di una madre possessiva e dalle sottili vessazioni dei fratelli già sposati. Quando il ragazzo viene accusato degli omicidi seriali di alcune ragazze del posto, lei prende senza indugio le sue difese, fornendogli un alibi e proteggendolo dall'ostracismo classista della sua famiglia. Anche Moll però, ha qualche scheletro nell'armadio... Se il racconto di formazione in terra d'Albione deve rispettare canoni sacri e regole auree, magari indugiando sugli aspetti più torbidi e irrisolti dei legami familiari acuiti dalla cattività e dall'insularità (The War Zone), quello dell'esordiente Michael Pearce ne traccia sin dall'incipit e con esattezza millimetrica una trama esistenziale di prigionie domestiche e volontà di evasione, vincoli di sangue e fascinazione del pericolo, repressione sessuale e richiami feromonici; le ineffabili tentazioni di una silenziosa Veronica dal pelo fulvo cui l'irsuta orripilazione della selvaggina ormai in trappola scatena una tempesta ormonale che difficilmente si riesce placare. L'anello debole di un equilibrio familiare fondato sul matriarcato ed i comodi spalleggiamenti dei figli sposati sono per questa ultima arrivata in una casa 'senza padre', quelli di una novella Kiyoko, pure lei guida turistica in cerca di una difficile indipendenza che solo il colpo di fulmine (Inazuma) di una passione improvvisa potrà salvare dall'annientamento di una precoce sepoltura domestica (Certo è che per una ragazza di buona famiglia bullizzata fuori e dentro casa, picconare il green della buca 1 davanti alla club house del circolo locale deve essere una soddisfazione mica male!). Muovendo dal dettaglio luciferino di una singolarità psicofisica (the single hair on the woman's Adam's apple...lies) che non mente sulle ragioni di un accanimento domestico su cui si fondano spesso gli equilibri e l'apparente tranquillità della famiglia borghese, si avanza il fondato sospetto di una eterodossia dei sentimenti e di un sonno della ragione che produce mostri: un legame tra due vittime del doppio legame cui legare le ambiguità di fondo che conrappongono pregiudizi di schiatta e legittima suspicione; vero motore di un dramma sociale perennemente in bilico tra giallo dell'isolamento e trhilling dei sentimenti. Insomma tra la brughiera inglese e le falesie a picco sul mare, si disegna la classica ambientazione di un dramma della passione che condensa nella perfetta adesione tra scene e dialoghi il senso di una preponderanza della natura che prevarica qualunque precauzione del buon senso e inveterata umiliazione dell'educazione, laddove la differenza di censo e la rivolta contro soprusi e frustrazioni familiari sono il detonatore di una ribellione giovanile che trova nell'estasi dei sensi e nella trasgressione della morale le insopprimibili ragioni di un disperato e irrevocabile sodalizio criminale. Sorpresa finale, giusto quando sembrava si menasse il can per l'aia virando sul thriller all'americana a base di whodunit e di twist ending da evidenze ematiche stile Presunto Innocente, con una presa di coscienza che farebbe ripiombare la protagonista nell'ennesima trappola per topi del predatore di turno. Il pelo del peccato è una invalsa eredità del diavolo.
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alenysss
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domenica 2 settembre 2018
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forte coinvolgimento emotivo
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Già dalle inquadrature iniziali è suggestione: selvaggio è l' uomo (in questo caso, anche la donna!), selvaggia è la natura in cui è calato e vive, sopravvive. Qui sono le coste ruvide e le campagne brulle dell'isola di Jersey. Densi, opprimenti, quasi soffocanti i risvolti psicologici di questa storia, ancor più e ancor prima dell'amore tra le due anime tormentate dei protagonisti, le dinamiche coercitive e cannibalesche della famiglia di lei. Da vedere
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alenysss
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domenica 2 settembre 2018
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forte coinvolgimento emotivo
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Già dalle inquadrature iniziali è suggestione: selvaggio è l' uomo (in questo caso, anche la donna!), selvaggia è la natura in cui è calato e vive, sopravvive. Qui sono le coste ruvide e le campagne brulle dell'isola di Jersey. Densi, opprimenti, quasi soffocanti i risvolti psicologici di questa storia, ancor più e ancor prima dell'amore tra le due anime tormentate dei protagonisti, le dinamiche coercitive e cannibalesche della famiglia di lei. Da vedere
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mattiabertaina
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mercoledì 29 novembre 2017
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chi è la bestia?
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Un esordio interessante e denso di contenuti quello del regista britannico Michael Pierce, che si addentra nei meandri del thriller e del mistery. Moll è una ragazza apparentemente timida ed insicura. La parvenza della giovane nasconde in realtà un passato di violenza, subita ed inflitta, che l'ha condannata ad un presente costantemente monitorato dalla madre, figura algida e distaccata. In occasione della festa di compleanno a lei dedicata, Moll decide di allontanarsi ed andare a ballare perché soffocata dal clima famigliare e da sgraditi invitati. Quella notte, sull'Isola di Jersey, avviene però l'omicidio di una giovane donna, l'ennesimo di un periodo segnato da un pericoloso serial killer.
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Un esordio interessante e denso di contenuti quello del regista britannico Michael Pierce, che si addentra nei meandri del thriller e del mistery. Moll è una ragazza apparentemente timida ed insicura. La parvenza della giovane nasconde in realtà un passato di violenza, subita ed inflitta, che l'ha condannata ad un presente costantemente monitorato dalla madre, figura algida e distaccata. In occasione della festa di compleanno a lei dedicata, Moll decide di allontanarsi ed andare a ballare perché soffocata dal clima famigliare e da sgraditi invitati. Quella notte, sull'Isola di Jersey, avviene però l'omicidio di una giovane donna, l'ennesimo di un periodo segnato da un pericoloso serial killer. Per stessa ammissione del regista "Beast" vuole essere un'opera ricca di atmosfera, di trovate cinematografiche, di colpi di scena e, di certo, ha centrato l'obiettivo. A partire dalla location, che assurge a vero e proprio personaggio del racconto, che pare instaurare un rapporto di interscambio con i protagonisti delle vicende, ora selvaggio, ora malinconico, ora rabbuiato. Un thriller che strizza l'occhio alla vena romantica di una love story impossibile tra Moll, interpretata da una notevole Jessie Buckley, ed il tenebroso e affascinante Pascal (Johnny Flynn). Un abile gioco di incastri che corre sui binari di un'indagine asfissiante, dell'amore che sfugge e del sospetto strisciante; lo stesso titolo "Beast" è deliberatamente un invito alla lettura della storia da diversi punti di vista, non esistono interpretazioni univoche, non esistono sicurezze incrollabili, non esistono punti fermi. Chi è la bestia? Il tormentato Pascal? L'inibita Moll dal passato burrascoso? La madre di lei, costantemente vessatoria e autoritaria nei confronti di Moll? L'isola di Jersey? O forse è il male che c'è in nuce in ognuno di noi? Una storia che ha molta sostanza e non lesina diversi colpi di scena che inducono il canovaccio a cambiare repentinamente direzione; una parte centrale riuscita e solida, ed un finale che forse avrebbe richiesto più compattezza, pecca sicuramente perdonabile. Beast ha il grosso merito di saper amalgamare inquietudine e sospetto, fiducia ed amore, incredulità e mistero e, pur chiudendo il cerchio al termine, lascia la porta aperta alla discussione e alla riflessione.
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