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luciaiannotta
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lunedì 3 luglio 2017
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così ho visto il film
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Il film si chiude su un branco di caproli che nel bosco sale il pendio della montagna.Questa immagine è preceduta da quella tutto schermo del capriolo abbattuto dalla macchina di Ernesto.Il tutto è preceduto dalla scena dell'uomo malato terminale che si lascia andare nell'acqua del lago alpino.Sembra un finale tragico,in realtà esso illumina tutto il film.Il suo messaggio non è di morte; è come se alla fine tutto si ricomponesse in una straordinaria bellezza.Ernesto ritorna in seno alla natura ma la sua vita non è stata inutile.La morte del figlio,la sua morte hanno generato una energia buona che cambia la vita di Jan e del padre,che ricompone una famiglia.
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Il film si chiude su un branco di caproli che nel bosco sale il pendio della montagna.Questa immagine è preceduta da quella tutto schermo del capriolo abbattuto dalla macchina di Ernesto.Il tutto è preceduto dalla scena dell'uomo malato terminale che si lascia andare nell'acqua del lago alpino.Sembra un finale tragico,in realtà esso illumina tutto il film.Il suo messaggio non è di morte; è come se alla fine tutto si ricomponesse in una straordinaria bellezza.Ernesto ritorna in seno alla natura ma la sua vita non è stata inutile.La morte del figlio,la sua morte hanno generato una energia buona che cambia la vita di Jan e del padre,che ricompone una famiglia. "Non è colpa di nessuno" dice Elena all'ex marito in ospedale.E' la misteriosità dell'esistenza che con tutte la sue contraddizioni riesce a riconciliare tutto in una perfetta armonia.Corrisponde di pù il titolo in inglese,ma anche quello italiano. Come per dire: noi uomini siamo questo.Bello!!!
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milla.giuliani
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mercoledì 28 giugno 2017
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bel film diverso e coraggioso
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Si affrontano tanti temi con delicatezza e verità, attori veramente bravi, un film che emoziona!
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flyanto
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mercoledì 28 giugno 2017
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tre individui con ognuno il proprio dramma persona
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"The Habit of Beauty" del regista Mirko Pincelli racconta la lenta e faticosa rinascita di una coppia di genitori (Francesca Neri e Vincenzo Amato) che, in seguito alla morte del proprio figlio dopo un incidente stradale, non si sono più adattati alla vita quotidiana. Ciò li ha portati a separarsi ed a non frequentarsi più per anni e pertanto a distaccarsi l'uno dall'altro sempre di più. Quando l'uomo, che in passato era un fotografo di moda famoso e molto acclamato e che, invece, ora vive praticamente isolato dal resto del mondo e dando lezioni di fotografia ai giovani detenuti in un carcere, tenta nuovamente di ricontattare l'ex-moglie, ovviamente le reca un profondo scompiglio interiore.
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"The Habit of Beauty" del regista Mirko Pincelli racconta la lenta e faticosa rinascita di una coppia di genitori (Francesca Neri e Vincenzo Amato) che, in seguito alla morte del proprio figlio dopo un incidente stradale, non si sono più adattati alla vita quotidiana. Ciò li ha portati a separarsi ed a non frequentarsi più per anni e pertanto a distaccarsi l'uno dall'altro sempre di più. Quando l'uomo, che in passato era un fotografo di moda famoso e molto acclamato e che, invece, ora vive praticamente isolato dal resto del mondo e dando lezioni di fotografia ai giovani detenuti in un carcere, tenta nuovamente di ricontattare l'ex-moglie, ovviamente le reca un profondo scompiglio interiore. Malato e deciso all'insaputa di tutti di allestire una sua ultima mostra fotografica, egli decide di avere come assistente personale un giovane ex-detenuto, ormai scarcerato, in cui ha intravvisto notevoli doti artistiche nel campo della fotografia. Ciò porterà ad un cambiamento generale nelle vite di tutti gli individui.
Il soggetto e l'incipit del film sono sicuramente molto buoni e pieni di premesse che però, purtroppo, vengono vanificate nel corso della vicenda. Mirko Pincelli, infatti, sembra quasi costruire un'opera imitando (e senza riuscirvi) lo stile di quelle di Tom Ford dove l'estetismo e le vicende tormentate personali dei protagonisti vengono rappresentate in maniera altamente drammatica. Ma nella pellicola di Pincelli, invece, tutto ciò risulta molto pretenzioso ed apposta ricercato, svilendo così il lavoro nel suo complesso e risultando poco originale ed interessante. Peccato!
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mg
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martedì 27 giugno 2017
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the habit of beauty
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Tanti i temi toccati: l’elaborazione del dolore, la famiglia, le proprie radici, la possibilità di emancipazione. Regia interessante, ottima fotografia. Insomma un buon Film.
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sabato 24 giugno 2017
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pazzesco
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Bellissimo.....assolutamente da vedere!!
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emamitt
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giovedì 22 giugno 2017
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un ottimo esordio. veramente bello!
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Toccante, profondo, girato benissimo e recitato anche meglio. Da vedere!
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hob6
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mercoledì 21 giugno 2017
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bellissimo!
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Bellissimo, Bellissimo, Bellissimo, Bellissimo!!
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mercoledì 21 giugno 2017
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da gustare, in silenzio attento.
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Denso. Il gioco dei ruoli riconquistati. Il personaggio di Ian, davvero inteso. Una fotografia straordinaria. Pincelli alla prima regia? Davvero notevole! Un film che ti resta addosso. Punto. Consigliatissimo.
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luciaiannotta
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domenica 23 ottobre 2016
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così ho visto il film
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Il film si chiude su un branco di caproli che nel bosco sale il pendio della montagna.Questa immagine è preceduta da quella tutto schermo del capriolo abbattuto dalla macchina di Ernesto.Il tutto è preceduto dalla scena dell'uomo malato terminale che si lascia andare nell'acqua del lago alpino.Sembra un finale tragico,in realtà esso illumina tutto il film.Il suo messaggio non è di morte; è come se alla fine tutto si ricomponesse in una straordinaria bellezza.Ernesto ritorna in seno alla natura ma la sua vita non è stata inutile.La morte del figlio,la sua morte hanno generato una energia buona che cambia la vita di Jan e del padre,che ricompone una famiglia.
"Non è colpa di nessuno" dice Elena all'ex marito in ospedale.
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Il film si chiude su un branco di caproli che nel bosco sale il pendio della montagna.Questa immagine è preceduta da quella tutto schermo del capriolo abbattuto dalla macchina di Ernesto.Il tutto è preceduto dalla scena dell'uomo malato terminale che si lascia andare nell'acqua del lago alpino.Sembra un finale tragico,in realtà esso illumina tutto il film.Il suo messaggio non è di morte; è come se alla fine tutto si ricomponesse in una straordinaria bellezza.Ernesto ritorna in seno alla natura ma la sua vita non è stata inutile.La morte del figlio,la sua morte hanno generato una energia buona che cambia la vita di Jan e del padre,che ricompone una famiglia.
"Non è colpa di nessuno" dice Elena all'ex marito in ospedale.E' la misteriosità dell'esistenza che con tutte la sue contraddizioni riesce a riconciliare tutto in una perfetta armonia.Corrisponde di pù il titolo in inglese,ma anche quello italiano. Come per dire: noi uomini siamo questo.Bello!!!
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