uòlter
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lunedì 25 novembre 2013
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....imbarazzo e perplessità..del povero spettatore
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Un prodotto di infima qualità confezionato senza grandi sforzi economici dalla produzione,che in verità appare più attenta all'architettura delle splendide ville Hollywoodiane aggrappate sulle meravigliose scogliere del Pacifico,e anche al pruriginoso dipanarsi delle discutibili evoluzioni erotiche in cui si cimentano gli assai svogliati protagonisti. Che altro dire di una pellicola scialba e banale,quasi ridicola quando ambisce a disegnare molto goffamente la psicologìa dei personaggi,e rende del tutto improbabile lo svolgimento dei pochi avvenimenti descritti. Film del genere,distribuiti senza mettere in guardia lo spettatore,possono aiutare la causa di coloro che scelgono la televisione..
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Un prodotto di infima qualità confezionato senza grandi sforzi economici dalla produzione,che in verità appare più attenta all'architettura delle splendide ville Hollywoodiane aggrappate sulle meravigliose scogliere del Pacifico,e anche al pruriginoso dipanarsi delle discutibili evoluzioni erotiche in cui si cimentano gli assai svogliati protagonisti. Che altro dire di una pellicola scialba e banale,quasi ridicola quando ambisce a disegnare molto goffamente la psicologìa dei personaggi,e rende del tutto improbabile lo svolgimento dei pochi avvenimenti descritti. Film del genere,distribuiti senza mettere in guardia lo spettatore,possono aiutare la causa di coloro che scelgono la televisione...
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hollyver07
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mercoledì 20 novembre 2013
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brian77
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Ciao brian77. Non ho la minima idea del perchè capiti ma talvolta sul forum se selezioni il più il testo non si espande ma sparisce! Per ovviare alla cosa, basta cliccare sul titolo del commento ed il testo comparirà per intero fuori pagina del forum. Comunque grazie per la compiuta e cortese risposta e saluti a te
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(di brian77)
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brian77
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mercoledì 20 novembre 2013
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canynons hollyw07
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Per motivi che ignoro, leggo solo l'inizio del tuo intervento, ma se clicco sul più mi sparisce tutto.
Quindi non riesco a leggerti.
Preciso così "alla cieca" quanto detto nell'altro intervento, sperando di chiarire.
A me va benissimo qualunque opinione di spettatore diciamo così "puro", e quindi mi va bene se uno vede "Canyons" e dice questo film mi annoia, non mi ha interessato, è presuntuoso ecc. Ciascuno paga il biglietto e vede il film a proprio modo.
Mi ribello invece se un film così complesso viene liquidato come scadente, commerciale, dozzinale e così via. A parte che quasi tutto il grande cinema classico è commerciale, quindi per me commerciale non è e non sarà mai un insulto. Il cinema hollywoodiano classico ha fatto un'infinità di capolavori "commerciali", mentre il cinema americano indipendente degli ultimi trent'anni non ha prodotto quasi nulla di interessante o che regga nel tempo, a parte chi al Sundance c'è finito quasi per caso come i Coen, Tarantino, Gray o Sean Penn, che non hanno nulla a che spartire con quell'estetica.
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Per motivi che ignoro, leggo solo l'inizio del tuo intervento, ma se clicco sul più mi sparisce tutto.
Quindi non riesco a leggerti.
Preciso così "alla cieca" quanto detto nell'altro intervento, sperando di chiarire.
A me va benissimo qualunque opinione di spettatore diciamo così "puro", e quindi mi va bene se uno vede "Canyons" e dice questo film mi annoia, non mi ha interessato, è presuntuoso ecc. Ciascuno paga il biglietto e vede il film a proprio modo.
Mi ribello invece se un film così complesso viene liquidato come scadente, commerciale, dozzinale e così via. A parte che quasi tutto il grande cinema classico è commerciale, quindi per me commerciale non è e non sarà mai un insulto. Il cinema hollywoodiano classico ha fatto un'infinità di capolavori "commerciali", mentre il cinema americano indipendente degli ultimi trent'anni non ha prodotto quasi nulla di interessante o che regga nel tempo, a parte chi al Sundance c'è finito quasi per caso come i Coen, Tarantino, Gray o Sean Penn, che non hanno nulla a che spartire con quell'estetica.
Ma questo riguarda tutta una cultura che io ritengo superficiale e di derivazione pubblicitaria per cui si contrappongono "creativo" o "artistico" a "commerciale", tipica contrapposizione dei pubblicitari e di chi fa marketing e vuole concetti rozzi per vendere, mentre per me il termine raccapricciante è proprio "creativo", non "commerciale".
Comunque, il film di Schrader può essere accusato di essere troppo concettuale, troppo di testa, non certo di essere un film banale. Poi a me ha entusiasmato perché è tutto sul filo della regia, ogni immagine, ogni sequenza è piacere di cinema, anche se un cinema che vuole porsi "dopo la catastrofe", davanti a un immaginario che non è più quello cinematografico classico ma quello vacuo da soap.
Secondo me, inoltre, tra chi considera Canyons un film dozzinale e commerciale poi magari c'è chi s'incanta davanti a roba veramente scadente, ruffiana, mediocre e mentalmente volgare come, che so, "Quasi amici", o tanti filmetti inglesi che arrivano nel circuito del sedicente essai. Sospetto insomma che dietro molta opposizione a Canyons ci sia solo un perbenismo che chiede solo filmettini ammodo, una volontà di prodotto medio di quella che si definisce "qualità", del finto essai che in realtà è solo un non-cinema per professoresse. Ma questo è solo un sospetto, eh.
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bimbomatto
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martedì 19 novembre 2013
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opera incompiuta...
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... Non tanto per il finale, che non non ti aspetti troncato, gli ingredienti per un film da ricordare si perdono man mano che passano i minuti. Ed è un peccato perché la firma del regista che ci ha regalato ben altri momenti di grande cinema si vede eccome. La pellicola ti lascia lì ad aspettare il colpo di scena che non arriva se non per l'intreccio tra le storie passate dei protagonisti, ben poca cosa seppur venga considerata una pellicola drammatica solo per un omicidio consumato a viso aperto. Il dramma è vedere una sala deserta, segno che presto il film sarà tolto dal circuito visto che un passa parola è sconsigliato. Mai lasciarsi ingannare dal trailer, lasciava presagire ben altra trama, ben più morbosa e accattivante, con colpi di scena rimasti nelle intenzioni di sceneggiatore e regista.
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... Non tanto per il finale, che non non ti aspetti troncato, gli ingredienti per un film da ricordare si perdono man mano che passano i minuti. Ed è un peccato perché la firma del regista che ci ha regalato ben altri momenti di grande cinema si vede eccome. La pellicola ti lascia lì ad aspettare il colpo di scena che non arriva se non per l'intreccio tra le storie passate dei protagonisti, ben poca cosa seppur venga considerata una pellicola drammatica solo per un omicidio consumato a viso aperto. Il dramma è vedere una sala deserta, segno che presto il film sarà tolto dal circuito visto che un passa parola è sconsigliato. Mai lasciarsi ingannare dal trailer, lasciava presagire ben altra trama, ben più morbosa e accattivante, con colpi di scena rimasti nelle intenzioni di sceneggiatore e regista. Difficile elogiare gli attori, non era questa l'occasione per scoprire o valutare il loro talento. Da salvare la colonna sonora.
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matteo andreucci
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martedì 19 novembre 2013
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ellis torna a raccontare l'anomia dell'individuo
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Volutamente provocativo e scandaloso per la scelta artistica della star Lindsay Lohan, emotivamente fragile nel film come nella vita reale; e il coprotagonista James Deen, attore in prestito dal cinema hard. Un quadro infelice della gioventù che abita Hollywood: il giovane ricco produttore con la mania del controllo, l'aspirante attrice fragile e insicura che si affida al primo e ne diviene vittima, l'aspirante attore spiantato che incontra di nuovo la ragazza che non ha mai dimenticato. L'atmosfera a cui Ellis, lo scrittore/sceneggiatore, ci ha abituato da tempo per chi lo segue nei suoi romanzi, è quella di decadenza e di apatia. Questa volta però lo script non regge, non coinvolge.
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Volutamente provocativo e scandaloso per la scelta artistica della star Lindsay Lohan, emotivamente fragile nel film come nella vita reale; e il coprotagonista James Deen, attore in prestito dal cinema hard. Un quadro infelice della gioventù che abita Hollywood: il giovane ricco produttore con la mania del controllo, l'aspirante attrice fragile e insicura che si affida al primo e ne diviene vittima, l'aspirante attore spiantato che incontra di nuovo la ragazza che non ha mai dimenticato. L'atmosfera a cui Ellis, lo scrittore/sceneggiatore, ci ha abituato da tempo per chi lo segue nei suoi romanzi, è quella di decadenza e di apatia. Questa volta però lo script non regge, non coinvolge. Il triangolo amoroso e soltanto condito con un po' più di follia, qualche attimo di tensione, e qualche scena più spinta oggi non sconcerta, riporta all'attualità. La regia non eccelle ma sono apprezzabili i fermo immagine che esaltano la desolazione, la fotografia è più interessante.
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(di tom87)
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hollyver07
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martedì 19 novembre 2013
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post x - brian77 -
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Ciao brian77, perdona l'intrusione e doverose scuse agli altri utenti. Scrivo questo post fuori dalla sezione commenti dato che lo spazio è troppo limitato e quello che avevo scritto (direttamente sulla tua recensione) non credo comparirà.
THE CANYONS - Come rendere commerciale un film...?
Ho letto il tuo commento dove chiaramente manifesti forti perplessità sull'etichettatura di prodotto commerciale, da alcuni affibiata a questo film, me compreso, per cui mi pare giusto accennare il perchè di un'opinione di parte. Intanto, tu stesso nel tuo commento hai scritto: ".
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Ciao brian77, perdona l'intrusione e doverose scuse agli altri utenti. Scrivo questo post fuori dalla sezione commenti dato che lo spazio è troppo limitato e quello che avevo scritto (direttamente sulla tua recensione) non credo comparirà.
THE CANYONS - Come rendere commerciale un film...?
Ho letto il tuo commento dove chiaramente manifesti forti perplessità sull'etichettatura di prodotto commerciale, da alcuni affibiata a questo film, me compreso, per cui mi pare giusto accennare il perchè di un'opinione di parte. Intanto, tu stesso nel tuo commento hai scritto: "...e che tra l'altro per come è costruito dubito possa avere attrattiva commerciale...". Probabilmente hai ragioni da vendere in merito ma implicitamente sottolinei il possibile scarso appeal della pellicola. Onestamente, non lo guarderò e non avrò quindi modo, nemmeno l'intezione, di confutare la tua opinione estetica sul film. Nella mia ottica, l'etichettatura è semplicemente legata alla scelta della L. Lohan come interprete, in questo vedo una parte della commercialità del film (se fossero state Valeria Marini o Belen non avrebbe fatto alcuna differenza, il nulla artistico non cambierebbe). Per come idealizzo il cinema (anche se la mia cultura trova il cinema d'essai generalmente presuntuoso) sono fortemente infastidito dalla superficiale e gretta strategìa di mercato adottata per rendere molto più appetibile, al grande pubblico il prodotto di lancio di un nuovo brand (si dice così?!) tra le case produttrici, questo anche a scapito di coloro che onestamente hanno realizzato la pellicola. Se fosse stata una qualsiasi altra attrice, magari sconosciuta, quasi sicuramente sarei stato incuriosito e propenso a vedere "The canyons". Purtroppo, messe insieme le considerazioni che ho stigmatizzato, non mi sembra così aleatorio usare il termine "commerciale". Proponendo una metafora... direi che sia come entrare in un giardino botanico e trovare rose piantate nelle lattine di redbull e monster (in altri tempi avrei scritto coca e pepsi)! Al che... no grazie, nix bevande artefatte! Tutto qua! Comunque sia, ben lieto tu lo abbia visto ed anche gradito. io avevo già precedentemente rovinato una serata con "Bling Ring" e con questo ho preferito "passare", quando sarà un cult movie ammetterò la mia inettitudine! Di nuovo scusa per il commento non richiesto, saluti a te. Piero
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brian77
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lunedì 18 novembre 2013
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bello e complesso
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Quello che trovo agghiacciante non è che persone casualmente entrate in un cinema non riescano a capire nulla, nemmeno le cose più elementari, di questo film. Mi sconvolge invece il fatto che sia trattato con sufficienza da chi suppone di essere uno spettatore d'essai, di voler vedere solo cinema di qualità, e quando invece dopo tante mediocri pellicole di perbenismo fintamente colto e fintamente artistico si ritrova davanti a un vero film di un vero regista come questo, subito rimane smarrito. Credo che i disastri provocati dal finto cinema d'essai e dai filmettini penosi da festival siano ormai insanabili e abbiano provocato l'assoluta incapacità di vedere e leggere un film.
Sentir dire che questo è un film commerciale, quado è un film tutto strettamente di cinema, di regia, di teoria, e che tra l'altro per come è costruito dubito possa avere attrattiva commerciale.
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Quello che trovo agghiacciante non è che persone casualmente entrate in un cinema non riescano a capire nulla, nemmeno le cose più elementari, di questo film. Mi sconvolge invece il fatto che sia trattato con sufficienza da chi suppone di essere uno spettatore d'essai, di voler vedere solo cinema di qualità, e quando invece dopo tante mediocri pellicole di perbenismo fintamente colto e fintamente artistico si ritrova davanti a un vero film di un vero regista come questo, subito rimane smarrito. Credo che i disastri provocati dal finto cinema d'essai e dai filmettini penosi da festival siano ormai insanabili e abbiano provocato l'assoluta incapacità di vedere e leggere un film.
Sentir dire che questo è un film commerciale, quado è un film tutto strettamente di cinema, di regia, di teoria, e che tra l'altro per come è costruito dubito possa avere attrattiva commerciale... be', fa cadere le braccia.
Non mi stupisce che gli studenti da Dams lo abbiano fischiato e deriso a Venezia, così come era stato maltrattato l'anno prima Passion di De Palma, così come a Cannes avevano fischiato "I padroni della notte" di James Gray e prima ancora "La promessa" di Sean Penn, salvo poi capire dopo anni la toppata.
Canyons è un film raffinato, di regia, tutto interno alla riflessione sul cinema, quindi non è adatto allo spettatore d'essai odierno che vuole solo cose che appaiano superficialmente colte.
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delauris
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domenica 17 novembre 2013
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un film vuoto
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Tutto molto patinato di un'estetica fine a se stessa, il film è fatto bene ma è puro manierismo. Quello che mi ha stupito è stato vederlo alla Mostra del cinema di Venezia, è un film commerciale senza nessuna essenza artistica, però è vedibile.
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aristide1
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venerdì 15 novembre 2013
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sconvolto da un senso di vuoto
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Onestamente trovo semplice capire perché questo è un film che divide: si passa da una recensione come questa a Enrico Ghezzi che dice che è un capolavoro! Secondo me tutto sta nella CALCOLATA superficialità dei dialoghi che esaltano lo smarrimento profondo delle anime dei giovani protagonisti. Talvolta bisognerebbe mettere in stand-by il punto di vista critico e lasciarsi prendere dal film: THE CANYONS è tutto qui. O ci si ferma alla superficie e non si apprezza nulla, o si va oltre e ti senti travolto da questa onda di nichilismo sotto il sole di Los Angeles. E allora sì che capisci che molto probabilmente hai assistito a un capolavoro.
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katniss_10
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giovedì 14 novembre 2013
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a me è piaciuto...
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Sono daccordo con il fatto che la parte più bella e succulenta del film è sicuramente la Lohan, di cui il regista ha saputo estrapolare il lato oscuro. Quello con cui non sono daccordo è definirlo un film apatico: a me è piaciuto! Certo, American Psyco era su un altro livello, ma buttare via una pellicola così, con una fotografia intensa e, soprattutto, in cui si racconta i lato più macabro di Hollywood, mi pare del tutto fuori luogo.... A Venezia ha diviso il pubblico e proprio per questa sua caratteristica consiglio di andarlo a vedere, nel bene e nel male.
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