flyanto
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venerdì 20 giugno 2014
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l'amore vissuto da due persone affetti da sindrome
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Film in cui si racconta del sentimento amoroso nascente tra due ragazzi disabili, Gabrielle e Martin, e residenti in un centro adatto che viene ostacolato dai rispettivi familiari (soprattutto da parte di quelli del ragazzo) in quanto ritenuti incapaci di viverlo e gestirlo. Le difficoltà oggettive effettivamente sono molte ma la loro volontà è talmente forte che essi riusciranno a vivere, per almeno il momento presente, la loro storia fatta di tenerezza e prime esperienze sessuali.
Questa delicata pellicola della regista Louise Archambault affronta il particolare e spesso controverso tema dei sentimenti amorosi che sbocciano tra persone disabili, indipendenti ma non del tutto.
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Film in cui si racconta del sentimento amoroso nascente tra due ragazzi disabili, Gabrielle e Martin, e residenti in un centro adatto che viene ostacolato dai rispettivi familiari (soprattutto da parte di quelli del ragazzo) in quanto ritenuti incapaci di viverlo e gestirlo. Le difficoltà oggettive effettivamente sono molte ma la loro volontà è talmente forte che essi riusciranno a vivere, per almeno il momento presente, la loro storia fatta di tenerezza e prime esperienze sessuali.
Questa delicata pellicola della regista Louise Archambault affronta il particolare e spesso controverso tema dei sentimenti amorosi che sbocciano tra persone disabili, indipendenti ma non del tutto. La vicenda presentata dalla regista analizza a fondo e con lucido realismo le difficoltà a cui queste persone affette da particolari sindrome sono costrette a superare e non sempre con successo. Già dall'accettazione o meno dei loro sentimenti sinceri e quanto mai spontanei da parte dei propri genitori che non li ritengono capaci di gestirli adeguatamente come invece farebbero le persone "sane" ad i reali impedimenti che si manifestano si frappongono, complicando loro la gestione e trovandoli spesso impreparati.
Il film è molto ben diretto e soprattutto spicca per l'obiettività con cui in generale viene presentata allo spettatore l'intera problematica e pertanto risulta interessante e, direi, anche piuttosto nuovo per l'argomento.
Da elogiare la reale Gabrielle Marion-Rivard che, affetta veramente dalla sindrome di Williams, recita la sua parte con la più naturale spontaneità come quasi un'attrice provetta.
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veritasxxx
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venerdì 20 giugno 2014
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finalmente so cos`é la sindrome di williams!
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E grazie a questo film abbiamo scoperto cos'è la sindrome di Williams, una rara malattia genetica caratterizzata da " ritardo mentale associato ad un carattere estremamente socievole ed estroverso anche con gli estranei" e i cui soggetti presentano "una buona memoria uditiva e un notevole interesse nella musica, che si manifesta con una straordinaria abilità nell'apprendere le canzoni" E infatti la nostra amica canta molto bene, in preparazione per un concerto con Robert Charlebois, un famoso compositore canadese. Peccato che sia l'unica cosa che sa fare veramente bene, perchè tutto il resto le risulta un po' più complicato, per ovvii motivi.
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E grazie a questo film abbiamo scoperto cos'è la sindrome di Williams, una rara malattia genetica caratterizzata da " ritardo mentale associato ad un carattere estremamente socievole ed estroverso anche con gli estranei" e i cui soggetti presentano "una buona memoria uditiva e un notevole interesse nella musica, che si manifesta con una straordinaria abilità nell'apprendere le canzoni" E infatti la nostra amica canta molto bene, in preparazione per un concerto con Robert Charlebois, un famoso compositore canadese. Peccato che sia l'unica cosa che sa fare veramente bene, perchè tutto il resto le risulta un po' più complicato, per ovvii motivi. E l'amore? Ci dà giù di brutto la nostra Gabrielle, che vorrebbe giustamente avere un fidanzato, dei figli e una vita propria come sua sorella "normale". La storia si divide tra il genere documentaristico-fantascientifico - apparentemente a Montreal una coppia gay può gestire una casa famiglia che si occupa di un gruppo di persone con questi problemi, come fossero figli loro (chissà che ne pensa la Meloni a riguardo) e hanno scuole e insegnanti specializzati nel trattare ragazzi con sindrome di down e similia - e la fiction sentimental-sociale che affronta il tema di come queste persone abbiano voglia (e diritto?) di una vita normale. Il finale non ci offre risposte nè facili soluzioni di sorta, ma ho la vaga sensazione che nel prossimo sbarco a Lampedusa non approderà un gommone pieno di ragazzi ritardati che cercano in Italia le strutture adeguate a condurre una vita migliore.
Fate bene ragazzi, statevene in Canada. Fa pure più fresco.
E se avete la possibilità di guardare il film in lingua originale, vi renderete conto di come il francese del Quebec, specie se parlato da una ragazza con un deficit mentale, è una lingua veramente affascinante...se solo si capisse una parola di quello che dicono!
A questo punto ci si aspetta la fatidica domanda: vale la pena vederlo? Lo sconsiglierei se siete appena usciti da un pronto soccorso romano, dove avete atteso quattro ore per essere visitati da un portantino con la divisa verde macchiata di sugo di pizza, che è scocciato perchè per colpa vostra non può assistere a Australia-Cambogia alla tv. In caso contrario, se proprio non avete niente da fare...
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