no_data
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giovedì 5 gennaio 2017
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ci vedo ghiri
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E invece è fatto bene anche dal punto di vista cinematografico. E' raffinato e non dozzinale e mi ricorda immagini di Ghirri.
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blowup
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venerdì 3 aprile 2015
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e anche questo è andato....
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Partiamo da una premessa: questo non è un film, è un documentario, un'intervista con alcuni spunti cinematografici e alcune immagini del passato del protagonista. E in questo non c'è nulla di male. Solo per dire che il mio giudizio non si soffermerà sui pregi cinematografici della pellicola, ammesso che ci siano, perchè mi interessano relativamente nel momento in cui mi pongo davanti ad un documentario, il cui scopo essenziale è far conoscere.
Orbene, se siete interessati ad approfondire tutti i risvolti del rapporto tra Lindo Ferretti e i suoi cavalli, le sue origini ed il suo presente agresti e tutte le sue malattie, allora questo è il documentario che fa per voi.
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Partiamo da una premessa: questo non è un film, è un documentario, un'intervista con alcuni spunti cinematografici e alcune immagini del passato del protagonista. E in questo non c'è nulla di male. Solo per dire che il mio giudizio non si soffermerà sui pregi cinematografici della pellicola, ammesso che ci siano, perchè mi interessano relativamente nel momento in cui mi pongo davanti ad un documentario, il cui scopo essenziale è far conoscere.
Orbene, se siete interessati ad approfondire tutti i risvolti del rapporto tra Lindo Ferretti e i suoi cavalli, le sue origini ed il suo presente agresti e tutte le sue malattie, allora questo è il documentario che fa per voi.
Per chi, invece, pensa di sentire, dopo un bello stravolgimento umano di 180°, riflessioni sulla vicenda cccp e su quell'epoca, lasci perdere, perchè dei cccp c'è solo lo specchieto per allodole di qualche brandello di vecchi concerti e interviste, e il tutto viene brevemente liquidato come una sbandatella di gioventù.
Capisco la banalità della mia aspettativa. Tu senti Lindo Ferretti, "fedele alla linea" e scioccamente pensi che si parlerà dei cccp. Ti incuriosisci anche parecchio, perchè ti piacerebbe sapere come la pensa Ferretti ora che parte da una visuale opposta. Ma Ferretti e il regista sono gente troppo raffinata per queste ovvietà. Oppure non è così umile come sembra il Ferretti e pensa che al pubblico possa interessare ogni risvolto della sua vita.
Comunque a me questo documentario ha ricordato molto la rubrica di Lillo e Greg "domande a sproposito", dove chiamano un esperto mondiale di astrofisica e gli chiedono come va di corpo...
Inutile.
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gummo
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giovedì 27 febbraio 2014
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e alla fine ti vien voglia di "diventare" lui.
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Molto più di un film, molto più di un documentario. Poteva essere scontato raccontare il percorso di vita di Giovanni Lindo Ferretti, fin troppo facile trovarsi davanti ad un mostro sacro della cultura italiana ed intervistarlo a ruota libera ma Germano Mosconi ne fa un'opera di stile. I silenzi si accompagnano ai ritmi sincopati dei tempi che furono, la voce narrante di Giovanni, soave e ovattata, ti avvolge e ti convince, le immagini originali delle VHS spezzano una fotografia perfetta: crepuscolare e rassicurante.
E alla fine ti viene voglia di "diventare" LUI.
La distribuzione è a singhiozzo, ma si sa, in Italia funziona così.
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aesse
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giovedì 30 maggio 2013
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giovanni lindo ferretti "fedele alla linea"
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Se nello spettacolo equestre di cui nel film di Germano Maccioni “ Fedele alla Linea” si indugia nella presentazione dei protagonisti ma niente si sa: non è un assaggio ma una promessa che si può immaginare di stupore e magia, si dice che c’è il Signore delle Parole ( Giovanni Lindo Ferretti) e il Signore dei Cavalli… allora i cavalli sono come le parole.
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Se nello spettacolo equestre di cui nel film di Germano Maccioni “ Fedele alla Linea” si indugia nella presentazione dei protagonisti ma niente si sa: non è un assaggio ma una promessa che si può immaginare di stupore e magia, si dice che c’è il Signore delle Parole ( Giovanni Lindo Ferretti) e il Signore dei Cavalli… allora i cavalli sono come le parole.
Come il rapporto con le parole anche il rapporto con i cavalli ha bisogno di una lunga e spesso tormentosa gimcana emotiva prima di divenire espressione di ciò che ci assomiglia.
Per Giovanni Lindo Ferretti i cavalli sono il segno della storia e anche della sua.
E’ la vita e la morte dei cavalli che da bambino conosce e frequenta più dei bambini delle città avvezzi a ben altri “ Caroselli”, sono i cavalli e la stalla e l’immediato riconoscimento di diversità che da essi riceve a fare da camera di decompressione fra la vita da palcoscenico e quella di famiglia. Sono i cavalli della Mongolia che operano la “ GUARIGIONE” che non ha niente a che vedere con le tante malattie e la loro cura clinica, permettendo il ritorno a casa e la pacificazione.
In questo bel film c’è Ferretti che si racconta: il cosa i suoi molti ammiratori lo conoscono già ma il come rende conto di un mondo arcaico e lontano in cui le ragioni sono altre da ciò che crea dissidio in chi, ammirandolo, lo vorrebbe uguale a sé.
C’è la famiglia e la religione cardini contraddittori quanto ineludibili di un’esistenza così rude, forte e diversa da quella dei suoi coetanei che certo non avrebbero provato lo smarrimento che Ferretti racconta, lui bambino di collegio, di fronte a Mago Zurlì ma che, ahinoi, al massimo potevano vantare come referimento indiscusso la semantica del semaforo… rosso, verde, giallo…
In un percorso di vita che si accompagna a quello artistico che proprio in virtù del giudizio di incoerenza e contraddittorietà invece, a buon diritto può dirsi “ Fedele alla Linea” il suo rapporto con i cavalli così come quello con le parole diventa identitario tale da poter essere messo in scena!
Intanto questo bel film dosato, delicato e commovente ci introduce a questo inedita forma di spettacolo creando attesa e curiosità che potremo soddisfare assistendo nel Chiostro di S. Pietro a Reggio Emilia dal 20 al 24 giugno al suo realizzarsi.
ANTONELLA SENSI
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kliff83
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giovedì 16 maggio 2013
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male che vada ne faremo un cantante.
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Nonostante non sia un fan accanito di G.L.Ferretti e della sua musica ho trovato il film ottimo. Il racconto di una vita non comune (tutt'ora in evoluzione), la capacità artistica di un cantautore/poeta/attore e la personalità del protagonista sono magistralmente raccontate dal regista.
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