gianleo67
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mercoledì 17 dicembre 2014
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uomini e lupi...nella british columbia
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Sopravvissuto insieme a pochi altri ad un disastro aereo durante una tappa di trasferimento, un abile ed esperto cecchino al soldo di una compagnia petrolifera che opera in Alaska, si ritrova a dover fronteggiare l'assalto dei branchi di lupi della regione, dai cui attacchi ha sempre protetto l'incolumità dei suoi colleghi. Le inclementi condizioni atmosferiche, la scarsità di viveri e di mezzi ed i dissidi interni al gruppo aggraveranno una spietata lotta per la sopravvivenza nella speranza sempre più flebile di ritornare al focolare ed ai propri affetti domestici.
Sceneggiato dal regista insieme all'autore del racconto da cui è tratto ('Ghost Walker' di Ian Mackenzie Jeffers), questa ennesima variante dal survival-adventure di ambientazione polare ha il merito (o il limite, a seconda dei punti di vista) di condensare, sin dai rovelli sentimental-nichilisti del voice-over del prologo, quelle tematiche così care al cinema americano di frontiera (penso a London piuttosto che al Pollack di 'Corvo rosso non avrai il mio scalpo') dove lo scontro uomo-natura si confronta con l'epica del reietto votato ell'espiazione di un fallimento umano e sentimentale che lo conduce al volontario esilio di un'esistenza vissuta ai margini del mondo civilizzato.
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Sopravvissuto insieme a pochi altri ad un disastro aereo durante una tappa di trasferimento, un abile ed esperto cecchino al soldo di una compagnia petrolifera che opera in Alaska, si ritrova a dover fronteggiare l'assalto dei branchi di lupi della regione, dai cui attacchi ha sempre protetto l'incolumità dei suoi colleghi. Le inclementi condizioni atmosferiche, la scarsità di viveri e di mezzi ed i dissidi interni al gruppo aggraveranno una spietata lotta per la sopravvivenza nella speranza sempre più flebile di ritornare al focolare ed ai propri affetti domestici.
Sceneggiato dal regista insieme all'autore del racconto da cui è tratto ('Ghost Walker' di Ian Mackenzie Jeffers), questa ennesima variante dal survival-adventure di ambientazione polare ha il merito (o il limite, a seconda dei punti di vista) di condensare, sin dai rovelli sentimental-nichilisti del voice-over del prologo, quelle tematiche così care al cinema americano di frontiera (penso a London piuttosto che al Pollack di 'Corvo rosso non avrai il mio scalpo') dove lo scontro uomo-natura si confronta con l'epica del reietto votato ell'espiazione di un fallimento umano e sentimentale che lo conduce al volontario esilio di un'esistenza vissuta ai margini del mondo civilizzato. Che bisognasse perdersi per poi ritrovarsi ce lo sapevamo già e senza alcun tentennamento pare volercelo insegnare anche Joe Carnahan che imbastisce una sorta di discesa agli inferi di un protagonista dalla faccia giusta (il monolitico irlandese d'esportazione Liam Neeson) che sopravvissuto al suo passato, ad un tentativo di suicidio ed al solito disastro areo di prammatica, deve pure vedersela con una affamata popolazione di lupi grigi decisi (giustamente) a difendere il loro territorio dalla molesta invadenza di uno scomodo invasore bianco (c'è pure un nero ma muore quasi subito e per cause naturali) come un tempo lo era stata quella dei pionieri invisi alla corona inglese che bazzicavano gli impervi territori abitati dai 'nativi' dalla pelle rossa. Dominato dal bianco abbacinante di una location naturale ricostruita nella British Columbia e alternando scene d'azione e tappe di riflessione intimistica, il film di Carnahan si sposta pericolosamente sul filo di una retorica familistico-sentimentale che, se da un lato ambisce a caratterizzare personaggi e psicologie alla deriva messi di fronte alla fragilità della propria condizione umana, dall'altro finisce per assecondare la facile tesi di una lirica d'accatto dove il solito eroe dagli occhi di ghiaccio ed il cuore di pietra è destinato a mettere in pratica gli slanci generosi e impavidi della poetica paterna. Film tutto sommato divertente che si avvale di una buona fotografia e di un montaggio in linea con la confezione mainstream, pare tuttavia lasciare il tempo che trova, riscattandosi giusto in tempo in un finale appena troppo lungo dove, pur lontano storicamente e concettualmente dal melodramma neorealista di Giuseppe De Santis, finisce per far fronteggiare in un epico scontro alla pari la natura ferina dell'Uomo con la spietata intelligenza sociale del Lupo. Quando si dice 'meglio cent'anni da pecora...'.
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kayako
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giovedì 19 dicembre 2013
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brividi d'emozione
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Un capolavoro ambientato nella neve e nel gelo, in un viaggio verso la salvezza e la civiltà di alcuni superstiti a un disastro aereo. Ma il cammino è tortuoso e irto di pericoli (il maggiore sono i lupi). Liam Neeson, nei panni del protagonista sopravvissuto al disastro, ci coinvolge, con una performance fenomenale, in questa lotta per la vita, facendo percorrere sulla nostra schiena brividi di emozioni. Un film coinvolgente e toccante, soprattutto con i continui flashback del protagonista e la musica in sottofondo che rende il tutto più che realistico. Il finale, che credevamo risolversi nel solito modo (o vive o muore), ci lascia nel dubbio angosciante della sorte del protagonista, con l'immagine profonda e indimenticabile di lui che si prepara ad affrontare il lupo capo branco e la frase "Vivi e muori in questo giorno.
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Un capolavoro ambientato nella neve e nel gelo, in un viaggio verso la salvezza e la civiltà di alcuni superstiti a un disastro aereo. Ma il cammino è tortuoso e irto di pericoli (il maggiore sono i lupi). Liam Neeson, nei panni del protagonista sopravvissuto al disastro, ci coinvolge, con una performance fenomenale, in questa lotta per la vita, facendo percorrere sulla nostra schiena brividi di emozioni. Un film coinvolgente e toccante, soprattutto con i continui flashback del protagonista e la musica in sottofondo che rende il tutto più che realistico. Il finale, che credevamo risolversi nel solito modo (o vive o muore), ci lascia nel dubbio angosciante della sorte del protagonista, con l'immagine profonda e indimenticabile di lui che si prepara ad affrontare il lupo capo branco e la frase "Vivi e muori in questo giorno...vivi e muori in questo giorno..."
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giangiacomo farina
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lunedì 10 dicembre 2012
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in fuga dal lupo cercando serenità nella morte.
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PRO - Film realistico senza lieto fine! Una buona fotografia apre le prime immagini del film. Un Liam Neeson taciturno vive da subito un dolore che non riesce a nascondere. Il film ti trasporta immediatamente, pur essendo particolarmente lento, in un viaggio dell'animo umano, o meglio ti accompagna per mano, attraverso paesaggi incantevoli, alla consapevolezza della morte.
Questi uomini non scappano da lupi, ma semplicemente cercano di fuggire dalla morte, rappresentata da bestie feroci e selvagge. Sono 7 le persone che si salvano dallo schianto aereo, e in gruppo, provando a sorreggersi tra loro, cercano la forza di sopravvivere.
Liam Neeson interpreta molto bene colui che non ha nulla da perdere in questa vita, riportando alla memoria scene di una compagna scomparsa (facilmente intuibile, ma si capirà solo alla fine), la stessa che gli ricorda di non avere paura, paura di morire.
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PRO - Film realistico senza lieto fine! Una buona fotografia apre le prime immagini del film. Un Liam Neeson taciturno vive da subito un dolore che non riesce a nascondere. Il film ti trasporta immediatamente, pur essendo particolarmente lento, in un viaggio dell'animo umano, o meglio ti accompagna per mano, attraverso paesaggi incantevoli, alla consapevolezza della morte.
Questi uomini non scappano da lupi, ma semplicemente cercano di fuggire dalla morte, rappresentata da bestie feroci e selvagge. Sono 7 le persone che si salvano dallo schianto aereo, e in gruppo, provando a sorreggersi tra loro, cercano la forza di sopravvivere.
Liam Neeson interpreta molto bene colui che non ha nulla da perdere in questa vita, riportando alla memoria scene di una compagna scomparsa (facilmente intuibile, ma si capirà solo alla fine), la stessa che gli ricorda di non avere paura, paura di morire.
Un viaggio introspettivo che contrasta e mette a confronto in maniera violenta il lupo capobranco, nero, oscuro, con la sempre presente neve bianca, pura, per destabilizzare lo spettatore.
Stessa tecnica di regia con le musiche, associando note di musica classica nei flashback in cui appare la donna della sua vita, al forte vento e gli ululati del momento in cui si sta svolgendo il film.
Una visione quasi positiva della morte, in cui il registra vuole portarci, facendo percepire una serenità quasi necessaria verso la fine della pellicola, in cui, lui stremato, ha bisogno di nascondersi.
CONTRO - personaggi un po superficiali, in alcuni casi estremizza i modi di fare per far uscire un carattere forzato e non lineare con la sequenza temporale di cio' che accade.
L'antipatico dei gruppo dei sopravvissuti cambia troppo rapidamente atteggiamento in una catarsi accelerata ed irreale.
Alcuni decessi, ma sempre per necessità di tempi cinematografici, sono accelerati quasi come se stessimo vedendo un cinepanettone in 3d su morti assurde e incredibilmente sfortunate.
CONCLUSIONI - Da vedere, ma con la consapevolezza di uscire da cinema con un buco nello stomaco dopo aver visto il vero ciclo della vita, senza lieto fine e con la cruda realtà di come le cose vanno senza il deux ex machina che salva tutti sul finale.
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[+] dopo i titoli di coda
(di tonysamperi)
[ - ] dopo i titoli di coda
[+] alla faccia del film realistico.
(di 67user)
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