Film di genere, sequel del precedente Outrage del 2010, che narra la vicenda di un boss della yakuza (interpretato dallo stesso Kitano) che esce di prigione anche grazie alle manovre di un ambiguo commissario di polizia e, per quanto malvolentieri, attua la sua tremenda vendetta nei confronti di chi lo ha tradito. Personaggio, genere e stile narrativo rimandano ai migliori film del regista giapponese (quali Violent cop, 1989, o Sonatine, 1993, o infine Brother, 2000). Il film è un prodotto vedibile e dignitoso, condito anche di alcune idee piene di quell'ironia e di quell'umorismo nero che sono la cifra stilistica del miglior Kitano. Ma, in definitiva, il lavoro non è memorabile, troppo incentrato sulle lotte di potere fra i singoli appartenenti ai vari clan.
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Film di genere, sequel del precedente Outrage del 2010, che narra la vicenda di un boss della yakuza (interpretato dallo stesso Kitano) che esce di prigione anche grazie alle manovre di un ambiguo commissario di polizia e, per quanto malvolentieri, attua la sua tremenda vendetta nei confronti di chi lo ha tradito. Personaggio, genere e stile narrativo rimandano ai migliori film del regista giapponese (quali Violent cop, 1989, o Sonatine, 1993, o infine Brother, 2000). Il film è un prodotto vedibile e dignitoso, condito anche di alcune idee piene di quell'ironia e di quell'umorismo nero che sono la cifra stilistica del miglior Kitano. Ma, in definitiva, il lavoro non è memorabile, troppo incentrato sulle lotte di potere fra i singoli appartenenti ai vari clan. E lo spazio dedicato al personaggio di Beat Takeshi è in definitiva inferiore a quello che i fan del regista avrebbero desiderato. Resta quindi la sensazione che Kitano abbia perso un'altra occasione per tornare ai fasti di una volta.
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