luca scialo
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domenica 15 novembre 2020
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un remake senza morale
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Tim Burton rifà se stesso, proponendo il remake del suo secondo cortometraggio del 1984. Sebbene in versione animata. Rispetto al primo, Burton cerca di conservarne lo spirito, ma una delle poche similitudini è il bianco e nero. Per il resto, la pellicola finisce per esagerare. Proponendo altri personaggi che a loro volta pure rievocano un classico dell'Horror, Frankestein. Oltre a proporre mutazioni esasperate di altri animali, a parte quella più romantica dell'inseparabile cane Sparky. Che il protagonista Victor, adolescente solitario, ha riportato in vita sfruttando un concorso di scienze indetto dal suo pittoresco insegnante. Inoltre, a mancare è una morale. Sarebbe stato bello se Victor avesse finito per accettare la fine del suo cagnolino, quando è dipartito la seconda volta, come naturale decorso della vita.
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Tim Burton rifà se stesso, proponendo il remake del suo secondo cortometraggio del 1984. Sebbene in versione animata. Rispetto al primo, Burton cerca di conservarne lo spirito, ma una delle poche similitudini è il bianco e nero. Per il resto, la pellicola finisce per esagerare. Proponendo altri personaggi che a loro volta pure rievocano un classico dell'Horror, Frankestein. Oltre a proporre mutazioni esasperate di altri animali, a parte quella più romantica dell'inseparabile cane Sparky. Che il protagonista Victor, adolescente solitario, ha riportato in vita sfruttando un concorso di scienze indetto dal suo pittoresco insegnante. Inoltre, a mancare è una morale. Sarebbe stato bello se Victor avesse finito per accettare la fine del suo cagnolino, quando è dipartito la seconda volta, come naturale decorso della vita. Un po' come il finale visto ne La sposa cadavere. Una lezione sulla morte per i più piccoli. Insomma, un remake con diverse pecche. E l'aggravante è che a riproporlo sia stato proprio il regista della prima versione originaria.
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sellerone
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domenica 29 ottobre 2017
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vita da cane...morto
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oscuro, graficamente triste e la storia ancora di più. Stereotipi a piene mani e ovvia la trama, ma geniale nella sua lineare tristezza e ironia. A mem Mi piace. ovviamente da non guardare quando la vita mi gira storta, ma è nella mia cineteca anche se non è uno dei miei preferiti.
Lo riguardo senza eccessivo piacere e l'ho comprato, pagandolo poco, di secondo lettore...forse anche di terzo, ma l'ho preso.
Da guardare con il mio amico Psicoterapeuta, con i bambini sperduti in un Luna Park con la mamma ed il cane...Vivo al seguito.
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dandy
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lunedì 17 novembre 2014
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burton ripropone il suo film d'esordio
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A quasi trent'anni di distanza,Burton(spalleggiato dalla Disney) gira una nuova versione del suo omonimo corto in stop motion.La trama viene ampliata e sono aggiunti nuovi personaggi.Se il tema della bontà d'animo di chi è diverso a confronto con la mostruosità di chi è normale tanto caro al regista resta attuale,il tutto sembra meno sincero e sentito di quanto appaia.E non tutti i personaggi sono memorabili(Elsa Van Helsing è abbozzata,mentre Stranella e il suo gatto Baffino sono i migliori).Il divertimento fatto di citazioni è garantito:si va dagli horror classici("Frankenstein","Dracula","La Mummia")ai loro interpreti più famosi(Boris Karloff,Vincent Price)alle autocitazioni("Batman","Nightmare Before Christmas","Pee-Wee's Big Adventures").
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A quasi trent'anni di distanza,Burton(spalleggiato dalla Disney) gira una nuova versione del suo omonimo corto in stop motion.La trama viene ampliata e sono aggiunti nuovi personaggi.Se il tema della bontà d'animo di chi è diverso a confronto con la mostruosità di chi è normale tanto caro al regista resta attuale,il tutto sembra meno sincero e sentito di quanto appaia.E non tutti i personaggi sono memorabili(Elsa Van Helsing è abbozzata,mentre Stranella e il suo gatto Baffino sono i migliori).Il divertimento fatto di citazioni è garantito:si va dagli horror classici("Frankenstein","Dracula","La Mummia")ai loro interpreti più famosi(Boris Karloff,Vincent Price)alle autocitazioni("Batman","Nightmare Before Christmas","Pee-Wee's Big Adventures").E quelle più inconsuete(le scimmiette acquatiche ricordano i gremlins;la tartaruga gigante fa il verso a Gamera)e non solo horror("Gli Uccelli").E Sparky s'innamora nuovamente di una cagnolina con le meches alla Elsa Lanchester de "La moglie di Frankenstein".Nell'originale le voci sono di Catherine O'Hara(Mrs.Frankenstein),Martin Short(Mr.Frankenstein),Winona Ryder(Elsa Van Helsing),Martin Laundau(Prof.Rzykruski,in italiano Omero Antonutti).Piacevole,pur essendo senza pretese.
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no_data
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lunedì 21 aprile 2014
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più vicino alla realtà di quanto sembra
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Premetto che questo è il primo film di animazione che vedo di Tim Burton, quindi il mio non è un giudizio da esperta..
Essendo un film destinato alla visione di un pubblico giovane penso che mandi un messaggio ottimo: quello di coltivare le nostre passioni, anche se questo ci fa sembrare strani o emarginati, fare ciò che ci piace proprio perché ci piace e non per essere superiori agli altri e credere in noi stessi. E' in apparenza un film gotico ma ci invita a sfidare le apparenze, ed è importante che sia gli adulti che i più piccoli lo imparino.
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francy1980
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sabato 29 marzo 2014
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è tim burton
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per chi ancora non lo sapesse questo è il remake di uno dei suoi cortometraggi (1984)...ecco se non lo avete mai visto guardatelo e poi commentate questo film. Scrivere commenti senza nemmeno sapere che cosa significa Frankenweenie per Burton è puro sacrilegio. il corto originale era un film in bianco e nero, con attori in carne ed oss,a prodotto dalla Disney di cui Burton era uno dei disegnatori. ora, chiedere a Burton di fare altro significa sentirsi rispondere:"fallo tu, io voglio fare questo, mi piace farlo e lo faccio" perchè Burton è questo.....o lo ami o no, o ti piace o no...non ci sono vie di mezzo x farselo piacere. non sperate che faccia altro xchè non lo farà. è uno dei pochi registi in grado di rimanere fedele a se stesso sbattendosene delle regole e di quello che Hollywood impone (tanto che, nonostante sia nato e cresciuto ad LA si è trasferito in Inghilterra x stare più lontano possibile dalla gente del cinema).
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per chi ancora non lo sapesse questo è il remake di uno dei suoi cortometraggi (1984)...ecco se non lo avete mai visto guardatelo e poi commentate questo film. Scrivere commenti senza nemmeno sapere che cosa significa Frankenweenie per Burton è puro sacrilegio. il corto originale era un film in bianco e nero, con attori in carne ed oss,a prodotto dalla Disney di cui Burton era uno dei disegnatori. ora, chiedere a Burton di fare altro significa sentirsi rispondere:"fallo tu, io voglio fare questo, mi piace farlo e lo faccio" perchè Burton è questo.....o lo ami o no, o ti piace o no...non ci sono vie di mezzo x farselo piacere. non sperate che faccia altro xchè non lo farà. è uno dei pochi registi in grado di rimanere fedele a se stesso sbattendosene delle regole e di quello che Hollywood impone (tanto che, nonostante sia nato e cresciuto ad LA si è trasferito in Inghilterra x stare più lontano possibile dalla gente del cinema). Questo è Burton...non è il solito Burton....è lui....ed è un genio assoluto.
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ilaria pasqua
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domenica 17 novembre 2013
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un ritorno
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Questo è forse il film più personale di Tim Burton e, forse, piacerà difficilmente a tutti quelli che hanno amato l’ultima parte della sua carriera. A me, personalmente, è piaciuto.
Il piccolo Victor Frankenstein ha due sole passioni: la scienza e il suo cane Sparky, suo unico amico nella piccola provincia in cui vive.
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Questo è forse il film più personale di Tim Burton e, forse, piacerà difficilmente a tutti quelli che hanno amato l’ultima parte della sua carriera. A me, personalmente, è piaciuto.
Il piccolo Victor Frankenstein ha due sole passioni: la scienza e il suo cane Sparky, suo unico amico nella piccola provincia in cui vive. Un giorno il povero animale viene investito da un'auto e il ragazzino cade nella disperazione. Il dolore è così forte che un giorno, dopo aver seguito una lezione di scienze un po’ particolare, gli viene la folle idea di provare a riportarlo in vita. L’operazione riesce, ma ora Sparky va tenuto nascosto, e l’impresa non è facile perché il cane è sempre la solita furia, e in più un suo compagno di classe impiccione, quanto inquietante, non gli vuole dare pace. Di lì a pochi giorni, infatti, si terrà il grande concorso di scienze, e tutti i ragazzini della sua stramba classe stanno cercando un’idea, o un partner, per riuscire a vincere. Quale idea migliore che riportare in vita i morti? Spinti anche dalla novità rappresentata dal nuovo professore, Rzykruski, che viene osteggiato dalla comunità bigotta di New Holland come fosse il peggior eretico vivente, i ragazzini si daranno da fare in questa direzione. L’esperimento di Vincent avrà… un eco inaspettato, gettando la piccola e stupida cittadina nel caos.
"Quando perdi qualcuno che ami, non ti lascia mai veramente. Sarà sempre nel tuo cuore. - Non lo voglio nel mio cuore. Lo voglio qui con me."
Frankenweenie era già nato nel 1984 sotto forma di cortometraggio, la storia era identica a quella di questo film in cui chiaramente è stata ampliata.
Questo piccolo capolavoro d'animazione è una rivisitazione nostalgica dei primi passi di Tim Burton nel mondo del cinema. Ma non solo. C’è anche una dimostrazione di bravura di un regista che ritorna all’animazione utilizzando il banco e nero e la tecnica dello stop motion, sempre a lui molto cara, in un'epoca in cui il 3D è sempre la prima scelta di qualsiasi produzione.
È un film godibilissimo come se ne sono visti pochi, ultimamente. Un lavoro consapevole, carico di citazioni strappate al cinema, all’horror, ma rivisitate e trasformate in qualcosa di completamente diverso. La differenza più evidente è nelle intezioni che muovono i fili della trama. Victor agisce per riportare indietro il suo cane, non crea un mostro senza nome spinto e vinto dall’idea di diventare uno scienziato immortale. Lo fa solo per amore.
Trama semplice? Forse, ma è un continuo sfilare di situazioni grottesche, con quel bianco e nero che fa risaltare gli ambienti e dona alla cittadina quel tocco retrò e un po’ horror. In più è impregnato anche di una forte riflessione sulla diversità, sulla morte, come ogni suo lavoro. Curato ed elegante, maniacale nei dettagli, visionario, agrodolce, inquietante quanto emozionante, con una varietà di personaggi surreali, a partire dalla ragazzina (s)morta con quel gattaccio bianco in braccio, fino ad arrivare al compagno di classe inquietante e sbilenco.
Il suo sguardo sfocia in una caricatura del mondo dell’infanzia, caratterizzato spesso da rapporti difficili e da un passaggio alla maturità che lo è altrettanto.
Tim Burton sembra renderci partecipi delle sue ansie infantili, nascoste dietro al personaggio di Victor, del suo senso di inadeguatezza, della sua difficoltà di essere un diverso in un mondo dallo sguardo ottuso e spento. È un cinema che sfrutta l'horror per analizzare le dinamiche sociali, un cinema che ritorna a scavare nelle sue paure, nelle radici della nostra personalità, in quel mondo dell’infanzia che darà l'imprinting a ciò che saremo, concentrandosi su quel passaggio fondamentale che trascina il ragazzo in un'inaspettata, quanto temuta, età adulta. È un Tim Burton che è tornato proprio lì dove tutto è iniziato.
E ancora, un Tim Burton come non lo vedevo da un po’, da un bel po’. Fosse per me dovrebbe dedicarsi a tempo pieno allo stop motion. E non aggiungo altro.
Recensione pubblicata originariamente su: www.ilariapasqua.net
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brazzale
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domenica 3 novembre 2013
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tim burton nonostante tutto non si smentisce mai
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FRANKENWEENIE E' LA STORIA DI UN BAMBINO A CUI MUORE IL CANE E GRAZIE ALLE LEZIONI DI SCIENZE DEL SUO NUOVO INSEGNANTE RIESCE A RIPORTARLO IN VITA. MA IL SUO SEGRETO VIENE SVELATO. TIM BURTON DOPO "LA SPOSA CADAVERE" TORNA IN UN CARTOON-HORROR FANTASCIENTIFICO. LA STORIA PRENDE SPUNTO DAL RACCONTO DI FRANKENSTEIN. UN OTTIMO 3/4 DI FILM CHE PERO' PERDE FASCINO NEL FINALE CON MOSTRI TROPPO INUTILI E FALSI PAUROSI PER FAR RIDERE I BAMBINI E TROPPO MEGALOMANI PER COMPIACERE GLI ADULTI. LE MUSICHE DI ELFMAN SONO OTTIME, PECCATO CHE SIA DA TROPPI FILM CHE MANATIENE LO STESSO TEMA E HA GIA' STANCATO. BUONO IL DOPPIAGGIO; IN GENERALE UN BUON FILM. VOTO: 3 1/2
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g_andrini
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martedì 15 ottobre 2013
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ricorda molti film del passato
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Piacevole, ben caratterizzato. Le animazioni sono stupende, i personaggi ben realizzati. Non è un capolavoro, ma è da vedere.
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mt - il cinemaniaco
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martedì 13 agosto 2013
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frankenweenie, burton colpisce ancora!
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Molti hanno criticato questo film perché hanno detto che è il solito Tim Burton, ovvero che negli ultimi suoi film si è fissato con lo stile gotico e nei suoi personaggi mette sempre l'elemento del diverso. be io penso che non si possa criticare il film per questo perché come molti grandi attori hanno il loro stile o le loro espressioni in ogni film molti registi hanno il loro modo di raccontare una storia e Tim Burton è uno di questi. Poi Tim Burton in tutti i suoi film ha inserito lo stile gotico e l'elemento del diverso ed alcune delle sue opere sono passate alla storia del cinema. A mio parere Frankenweenie è un capolavoro e penso anche che sia uno dei film più importanti della carriera di Burton perché questo é il remake del suo primo film che però era un cortometraggio ed aveva attori in carne ed ossa.
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Molti hanno criticato questo film perché hanno detto che è il solito Tim Burton, ovvero che negli ultimi suoi film si è fissato con lo stile gotico e nei suoi personaggi mette sempre l'elemento del diverso. be io penso che non si possa criticare il film per questo perché come molti grandi attori hanno il loro stile o le loro espressioni in ogni film molti registi hanno il loro modo di raccontare una storia e Tim Burton è uno di questi. Poi Tim Burton in tutti i suoi film ha inserito lo stile gotico e l'elemento del diverso ed alcune delle sue opere sono passate alla storia del cinema. A mio parere Frankenweenie è un capolavoro e penso anche che sia uno dei film più importanti della carriera di Burton perché questo é il remake del suo primo film che però era un cortometraggio ed aveva attori in carne ed ossa. Mantenendo sempre il bianco e nero ha realizzato una nuova visione in stop-motion che oltre ad essere più sviluppata della prima porta dentro di sè un omaggio a quattro cose. Uno al cinema horror di quegli anni, quando ancora il genere era agli inizi, infatti non a caso il doppio senso di questa cosa è il fatto che la sceneggiatura è appunto Frankenstein, ovvero uno dei primi horror della storia del cinema. Poi si possono notare molti altri omaggi a vari film horror come l'ingresso del cimitero che porta la scritta di "Pet Cemetery", oppure molti dei mostri come la tartaruga dinosauro o il gatto pipistrello.Il secondo omaggio è allo stesso cinema di Burton visto che alcuni dei personaggi ricordano quelli di alcuni suoi film, ad esempio Victor ricorda molto Victor de "La Sposa Cadavere". Il terzo è un altro bellissimo omaggio che Burton ha voluto inserire nella sua opera: un omaggio alla scienza; una scienza che bisogna studiare con il cuore altrimenti può essere incomprensibile o diventare malefica come succede ad alcuni personaggi. Il quarto omaggio riguarda il cinema stesso, si può notare sulla collina di New Holland la scritta con questo nome che ricorda quella della vecchia Hollywood. Per il resto c'è un'animazione molto curata e dei personaggi divertenti ed inquietanti come Stranella. Anche molti dei personaggi omaggiano Frankenstein come Edgar che ricorda Igor o Nassor che mi ha ricordato Boris Karloff. Tim Burton per me ha centrato il colpo ancora una volta e rimane uno dei più grandi artisti di sempre della settima arte.
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marco bellani
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mercoledì 31 luglio 2013
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frankenweenie:un bambino adulto tra adulti bambini
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Negli altri film d’animazione, un bambino capriccioso nasconde un bellissimo cagnolino perché i genitori gli vietano quel giocattolo ingombrante. Nel cinema di Burton un bambino nasconde il proprio cucciolo perché questo era morto e lui l’ha riportato in vita. E nessuno deve saperlo.
Il primo è Victor, appassionato di cinema e scienze, il secondo è Sparky, e della classica bellezza da modello a quattro zampe non ha proprio nulla. Eppure tutta la scena è sua, tutto il pubblico se ne innamora fin quando da solo colma nel suo padroncino il vuoto delle amicizie coi compagni. Tutto il pubblico lo piange quando una macchina, schiacciandolo, lo strappa all’amore di quel rapporto.
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Negli altri film d’animazione, un bambino capriccioso nasconde un bellissimo cagnolino perché i genitori gli vietano quel giocattolo ingombrante. Nel cinema di Burton un bambino nasconde il proprio cucciolo perché questo era morto e lui l’ha riportato in vita. E nessuno deve saperlo.
Il primo è Victor, appassionato di cinema e scienze, il secondo è Sparky, e della classica bellezza da modello a quattro zampe non ha proprio nulla. Eppure tutta la scena è sua, tutto il pubblico se ne innamora fin quando da solo colma nel suo padroncino il vuoto delle amicizie coi compagni. Tutto il pubblico lo piange quando una macchina, schiacciandolo, lo strappa all’amore di quel rapporto. Ma l’amicizia assoluta che ha in mente Tim Burton è anche lucidità in mezzo ai sentimenti: la stessa che serve a Victor Frankestein per indossare il camice del più celebre omonimo dottore e in una notte di fulmini cambiare l’irreversibile.
L’oscurità di quelle ambientazioni gotiche in cui i ragazzini sembrano zombie non spaventa il giovane pubblico Disney, perchè il colore in quegli scenari tetri c’è e arriva con la luce della verità: Victor può non preoccuparsi dell’etica della scienza, può non chiedersi se sia morale o meno disseppellire un cadavere, cucirlo, sfruttare il cablaggio dei suoi muscoli, e facendo tutto ciò può non apparire mostro perché il suo scopo è innocente come la pretesa di giocare con un amico.
Così Frankenweenie insegna ai bambini l’importanza della purezza d’animo, della conoscenza che rende liberi, affrontando tematiche eterne che un altro regista affiderebbe a film drammatici e attori esperti. E guardando il ragazzino di quella favola anche gli adulti imparano che la morte arriva solo quando finisce la lotta per la vita.
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