Atmen (titolo in inglese "Breathing") è stata davvero una bellissima sorpresa, uno dei film che mi ha maggiormente colpito, e che mi è piaciuto di più della Quinzaine des realisateurs 2011. Un film asciutto, ma non freddo, che riesce a raccontare il difficile reinserimento di un ragazzo dopo l'orfanotrofio e il carcere minorile. E questo reinserimento avviene attraverso un lavoro un pò speciale...quello in un'impresa funebre.
Duro, difficile, doloroso il percorso con cui la morte insegna la vita. Questo ragazzo pian piano impara a vivere, piuttosto che a sopravvivere, impara infatti a respirare.
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Atmen (titolo in inglese "Breathing") è stata davvero una bellissima sorpresa, uno dei film che mi ha maggiormente colpito, e che mi è piaciuto di più della Quinzaine des realisateurs 2011. Un film asciutto, ma non freddo, che riesce a raccontare il difficile reinserimento di un ragazzo dopo l'orfanotrofio e il carcere minorile. E questo reinserimento avviene attraverso un lavoro un pò speciale...quello in un'impresa funebre.
Duro, difficile, doloroso il percorso con cui la morte insegna la vita. Questo ragazzo pian piano impara a vivere, piuttosto che a sopravvivere, impara infatti a respirare....sott'acqua,ma soprattutto a galla.
Ed è bello il racconto per immagini che ne viene fatto, l'acqua,la piscina, ma anche il grigiore delle bare, delle solitudini, il correre di un treno, i rituali della prigione. Perchè tutto è credibile, perchè non c'è retorica, e gli occhi di Roman cominciano a guardare in modo diverso le cose. Anche una madre che lo ha abbandonato. Perchè per cominciare a vivere devi trovare prima di tutto te stesso, e devi partire dalla radici.
Spero che il film trovi distribuzione perchè tutti possiate vederlo!
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