Yuda è un giovane indonesiano che lascia la sua terra per fare un’esperienza di vita in città. Deve compiere il suo merantau, un rito di passaggio che sancisce la fine del suo percorso formativo all’interno della comunità. Arrivato alla città di Jakarta, ad una ad una si sgretolano le sue aspettative: si trova privo di domicilio e non ha la possibilità di insegnare il silat come aveva previsto. In poco tempo e quasi per caso si imbatte in un malaffare di sfruttamento di ragazze. Yuda, spinto da compassione, decide di intervenire venendo risucchiato in un vortice di avvenimenti di fronte ai quali non potrà più tirarsi indietro.
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Yuda è un giovane indonesiano che lascia la sua terra per fare un’esperienza di vita in città. Deve compiere il suo merantau, un rito di passaggio che sancisce la fine del suo percorso formativo all’interno della comunità. Arrivato alla città di Jakarta, ad una ad una si sgretolano le sue aspettative: si trova privo di domicilio e non ha la possibilità di insegnare il silat come aveva previsto. In poco tempo e quasi per caso si imbatte in un malaffare di sfruttamento di ragazze. Yuda, spinto da compassione, decide di intervenire venendo risucchiato in un vortice di avvenimenti di fronte ai quali non potrà più tirarsi indietro.
Merantau riesce bene a mischiare azione e dramma in maniera mai banale. Il protagonista Yuda, interpretato dal talento nascente Iko Uwais, non è né aspira ad essere un eroe. Non si è recato alla grande città per fama o gloria, neppure per una missione di “interesse collettivo”. Le sue aspettative di vita appaiono umili e dignitose agli occhi dello spettatore, tuttavia vengono frantumate spietatamente. La ferocia della città compare di fronte agli occhi di Yuda quasi per caso, da quel momento in poi l’action irrompe bruscamente in un’escalation di violenza che terminerà in un finale cupissimo.
Se pure il film non ha riscosso un grande successo commerciale, rimane (come film d’azione) una produzione di rara qualità per i tempi che corrono: scene d’azione pulite e limpide (senza rallenti buttati a caso o effetti speciali esagerati, per intenderci), buon gusto nella fotografia, narrazione scorrevole, montaggio curato e attento al ritmo del racconto. Tutte caratteristiche che troppo spesso vedo mancare a film d’azione che hanno fatto incassi stellari. Emblematico, da questo punto di vista l’uso dei rallenti, usati prevalentemente nelle scene dove l’action è assente: vengono adoperati esclusivamente per dare maggiore pathos ai momenti drammatici. Le scene d’azione invece sono girate alla vecchia maniera, cioè con attori che sanno simulare scontri apparendo credibili.
Sicuramente il film non si piazza tra i capolavori del 2009 né certamente tra i film che hanno fatto maggiori incassi (come ho avuto modo di sostenere prima è passato quasi del tutto inosservato), tuttavia Merentau si meriterebbe molta più attenzione di quella che ha avuto sino adesso.
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