Daniel Y Ana

Durante un giro di compere per l'imminente matrimonio, la giovane Ana viene rapita insieme al fratello minore Daniel da una banda criminale che li costringe a girare un video incestuoso da piazzare sul circuito nero di video a luci rosse. Nonostante la ragazza cerchi di rimediare al trauma subito attraverso l'aiuto di una psicologa, il fratello mostra i segni di una crescente inquietudine che lo porteranno a reagire malissimo all'intenzione della sorella di non mandare a monte il proprio matrimonio. Finale a sorpresa.

Sorprendente opera prima dello sceneggiatore e regista messicano Michel Franco, questo dramma di un trauma familiare tratto da una storia vera (con tanto di avviso nei titoli di testa e di coda qualora ne avessimo per un attimo dubitato), è un resoconto che utilizza gli strumenti di un freddo realismo descrittivo (camera poco o per nulla mobile, dialoghi ridotti all'essenziale, uso parsimonioso della musica extradiegetica) per analizzare uno spaccato sociale (quello della buona borghesia messicana) che egli dimostra di conoscere benissimo e che non esita a precipitare nell'incubo di una trasgressione coatta ad uno dei principali tabù della civiltà occidentale, capace da solo di generare tanto il morboso interesse di un mercato 'parallelo' dell'on demand a luci rosse quanto le devastazioni psicologiche all'interno di un menage familiare regolato dalle rigide consuetudini delle convenzioni sociali. Procedendo nella discesa agli inferi della elaborazione di un lutto che segue i risvolti di una tragedia della classicità dove, contrariamente alle attese ed alle consuetudini, sembra il maschio l'elemento debole del binomio di protagonisti, Franco sposta lentamente l'equilibrio di questo riassetto relazionale dai turbamenti e le inquietudini della ragazza (incerta se mandare o meno a monte l'imminente matrimonio) alle devastanti conseguenze sull'equilibrio mentale del fratello, frustrato da una impotenza ferina che ne ha minato tanto la sicurezza di genere quanto risvegliato le ancestrali pulsioni di prevaricazione sessuale all'interno del nucleo familiare. Lontano dalla morbosità intrinseca dell'argomento (vedere per credere il bel film 'Geminis' - 2005 dell'argentina Albertina Carri) e più interessato ai sottili meccanismi delle dinamiche relazionali che al mero fatto di cronaca nera cui si riferisce (nulla si sa del video e della sua distribuzione sulla rete), il film di Franco gioca sulle ridondanze di una tragica icombenza con un piglio entomologico che marca una decisa distanza empatica dai suoi protagonisti e nello stesso tempo mantiene l'invidiabile rigore di una credibilità psicologica che ne fa un esempio virtuoso di stile registico che sembra applicare, se si può con maggiore rigore, nel successivo 'Despues de Lucia', anch'esso presentato in concorso ('Un Certain Regard') alla kermesse festivaliera della croisette di Cannes. Attori giovani e bravi, dal riccioluto e introverso Daniel di Dario Yazbek Bernal alla bellezza conturbante e solare della graziosa Marimar Vega. Nominato alla 'Camera d'Or' al Festival di Cannes 2009. Come si dice in questo caso, per Franco, sarà buona la seconda.