Ad Alda Merini, la signora della scrittura ‘della porta accanto’ – parafrasando il titolo di uno dei suoi libri – fu dedicato uno dei migliori docu-fiction in forma di intervista proposti alla 6a edizione delle Giornate degli Autori Venice Days, nell’ambito della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia dello scorso anno.
Il testo filmico, ALDA MERINI Una donna sul palcoscenico, è opera di Cosimo Damiano Damato e si avvale della voce ‘in campo’ di Mariangela Melato per la lettura di alcune poesie della Merini – scelta quanto mai 'ad hoc', specie dal punto di vista lirico-drammaturgico.
Girata in casa della poetessa, divisa in varie tranches-capitoli, l’opera, molto toccante, è di particolare preziosità, poiché riesce a mettere a nudo l’anima, la vita, il pensiero, persino la cifra stilistica della Merini.
Dolente la sua... materia d'esistenza, mentre la lettura delle sue poesie puntualmente scandisce i momenti belli e gli altri, spesso brutti ed insopportabili, come quelli degli anni in manicomio, od appassionati, come quando lei parla del suo amore per Giorgio Manganelli o per i propri figli.
Pura elegia questo splendido lavoro da vedere e rivedere per meditare sul senso della vita di una grande che si ritrova sola – come lei stessa dice contestualmente - pur arrivando, con lo scrivere, grazie allo scrivere, ad una sublime solitudine: “…Ho meditato a lungo sul silenzio / e al silenzio non c’è risposta…”.
Così si esprimeva, in parte, pure la Duras, su questo concetto della solitudine dello scrittore e, forse, ancor più, della scrittrice, solo/a, nudo/a di fronte a sé, di fronte alla vita...
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