Merlin

   
   
   

Merlin o Mago Merlino? (parte 1^ a seguire la 2^)

di Nico Baratta


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mercoledì 21 gennaio 2009

Merlin,un'avventurosa storia fantastica appena terminata ed à già entrata nella storia della TV. Puntate televisive con una media d'ascolto pari all'11% di share, seconda o terza solo a “R.I.S.”, un successo. Ieri 20/01/2009, con l'ultima puntata della fortunata serie televisiva, si è sancita la definitiva mutazione delle gloriose gesta fantastiche dei Cavalieri di Camelot. Un pezzo della letteratura fantastica anglosassone, dove sia Re Artù che i Cavalieri della Tavola Rotonda, hanno accompagnato generazioni nel mondo surreale, facendole riflettere sulle virtù umane e valori cavallereschi a noi oggi sconosciuti. Non è da meno Sir Lancillotto che per la prima volta né si è visto, né ha potuto sfoderare la magica Exalibur. Come tutti abbiamo potuto vedere ed ascoltare, la storia di Merlin è antecedente all'ascesa di Artù come Re e lo stesso mago è giovinetto alle prime armi magiche, appena uscito dall'età adolescenziale. Che non fosse un pezzo della vera storia mai raccontata per esaltare solo le gesta del glorioso regno a noi noto? Può essere, ma nessuno mai ce lo ha raccontato e perciò la diffidenza prende il sopravvento sulle letture note. Scene ben curate, degne della produzione e dei costi affrontati dall'inglese BBC; effetti speciali da mozzafiato dirette da Julian Jones, immancabile a certi appuntamenti. Momenti di tensione fra una magia ed una bestia fantastica belligerante e sempre assetata del sangue reale. Draghi, maghi, streghe, unicorni, pozioni magiche all'inverosimile, tutti ingredienti surreali che fanno dei “nuovi” racconti di Camelot un'alterazione fortunata, voluta per esaltare le nuove generazioni che si alimentano oramai a suon di giochi e gesta leggendarie su consolle games preconfezionate e sempre più esigenti. La domanda vien lecita:” E se la storia leggendaria di Camelot con il suo mago Merlino fosse un'altra? Se i testi finora letti non erano altro che surrogati di altre storie che nell'insieme hanno generato le gesta dei mitici Cavalieri anglosassoni?” Eppure di testimonianze identiche ne abbiamo molte: libri con egual racconti, film con la stessa trama, a volte appena alterata per esaltare le produzioni cinematografiche, ma in sostanza la storia è quella. Re Artù che con i suoi Cavalieri e fra tutti Sir Lancillotto intorno alla mitica Tavola Rotonda che oggi neanche viene menzionata (è vero, Artù non è ancora Re), Morgana ieri fata oggi sorellastra di Artù, Ginevra la futura moglie, e perciò obbligatoriamente secondo i canoni del tempo doveva essere di sangue blu, oggi non è altro che una serva di Corte, le bestie surreali che nel vecchio racconto non v'è menzione a parte i draghi, e poi, Exalibur a volte generata e donata dalla Fata del Lago, a volte fabbricata da un umile fabbro con un metallo extraterrestre e temprata da un drago, utilizzata dal padre di Artù per poi messa a riposare nel lago invece che nella famosa roccia, su cui i racconti abbondano e si perdono nella notte dei tempi. Alterazioni “fantastoriche” che, agli occhi dei più piccoli, smentiscono i racconti fatti alle loro sincere domande. Noi, uomini degli …enta e …anta conosciamo tutt'altra storia, quella finora raccontata ai nostri piccoli. Una storia ambientata nel pieno Medioevo con scarse menzioni del padre di Artù, Re Uther Pendragon che da studi fatti sarebbe vissuto molto tempo prima dell'era arturiana tale da essere un uomo ultracentenario. Una figura che di vero ha ben poco, tale da essere considerata semimitica ed associata a “Rhi di Cymro” sovrano dell'antico Galles. Ma non a caso la storia di Merlin (l'attuale serie tv) è ambientata in un' Inghilterra prossima all'anno 1000 d.C., era predominante fra la cultura sassone e quella celtica. Certamente, quella di Merlin è una storia bella da vedere, non lo metto in dubbio, ma totalmente diversa dai racconti mitologici ed avventurosi che conosciamo; una storia confezionata ad hoc per esaltare le nuove mode televisive, conforme ai recenti movies come “I racconti di Narnja” o “La bussola d'oro, o come “Smalville” un racconto simile al glorioso “Superman” ma con alterazioni più giovanili. Insomma una storia rivisitata per le nuove generazioni. Che almeno si abbia la bontà di ammettere l'incongruenza con i testi che la riportano, che si informi il pubblico della rivisitazione post-moderna della leggenda, almeno siamo coscienti, anche se per la verità la storia di Camelot è stata sempre avvolta da misteri e raccontata in più versioni. Sapete, è davvero buffo, oggi si è creata una disputa fra padri e figli (ovviamente pacata e scherzosa) sulla vera storia di Merlino, due fronti di pensiero, quasi fosse un argomento di studio da sviluppare. Vedete, ne stiamo parlando e questa è la testimonianza che la diversità del racconto ha funzionato. La reazione alla diversità narrativa sugli eventi, ha contribuito alla vittoria della produzione televisiva, siglandone il successo. Se poi, di contorno alle vicende vissute innanzi al televisore, vi sono luoghi e immagini già viste in altre fortunatissime produzione, beh, la disputa dei padri con i figli è persa. Vedere il castello e le sue stanze, la foresta, il lago, luoghi ben noti ai più piccoli, visti e rivisti nelle altrettanti intraprendenti ed entusiasmanti gesta del mago moderno più famoso del secolo, Harry Potter, la veridicità dei vecchi racconti, agli occhi dei più piccoli, decade mestamente senza possibilità di replica. Vedere in tv film vecchi sulle gesta di Camelot, prima della mandata in onda della prima puntata di Merlin, ad oggi è stata la ciliegina sulla torta, una ciliegina non rossa, ma di un color differente, come lo è “Merlin”, un colore evanescente stile modding, consono alle attuali abitudini giovanili (e sinceramente anche più mature – piccolo mea culpa). A parte tutto, Merlin è stato un racconto avvincente, al passo con i tempi, bello. Sono più che convinto che il successo avuto quest'anno non passerà in secondo piano.

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cinecittà giovedì 22 gennaio 2009
da segnalare alle agenzie cinematografiche.
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Esposizione dei contenuti dettagliati nei particolari, cronologia degli eventi specificati nello spazio/tempo del prodotto cinamatografico, cenni storici scandagliati secondo le fonti. Buona critica del commentatore che non conosciamo, ma esperto del prodotto al quale si è cimentato. Critico da segnalare alle agenzie.

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mary 95 mercoledì 28 gennaio 2009
sn d'accordo
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complimenti....sn d'accordo cn te...

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