Disgrace

"Disgrace" è un film sugl'istinti. L'istintualità sessuale a cui il professorino si pregia di dare libero sfogo dileggiando le regole della società, sulla scia delle opere di Byron, trova un asperrimo termine di confronto nella campagna sudafricana 'liberata' dall'apartheid, dove bande di negri perseguitano i coltivatori bianchi per appropriarsi della terra e violentarne le donne - una realtà totalmente ignorata dai media di regime occidentali. Il sofisticato dandy donnaiolo deve prendere atto di cos’accade una volta che gl'istinti si scatenano davvero, anziché sulle pagine di un libro o nei salotti della buona società ottocentesca: lo stupro della figlia, la totale disinvoltura con cui i ragazzini gli danno fuoco per puro divertimento, il cruento sterminio di bestiole innocenti. [+]

"Disgrace" è un film sugl'istinti. L'istintualità sessuale a cui il professorino si pregia di dare libero sfogo dileggiando le regole della società, sulla scia delle opere di Byron, trova un asperrimo termine di confronto nella campagna sudafricana 'liberata' dall'apartheid, dove bande di negri perseguitano i coltivatori bianchi per appropriarsi della terra e violentarne le donne - una realtà totalmente ignorata dai media di regime occidentali. Il sofisticato dandy donnaiolo deve prendere atto di cos’accade una volta che gl'istinti si scatenano davvero, anziché sulle pagine di un libro o nei salotti della buona società ottocentesca: lo stupro della figlia, la totale disinvoltura con cui i ragazzini gli danno fuoco per puro divertimento, il cruento sterminio di bestiole innocenti. Per ultimo si trova davanti alla scelta della figlia di accettare tutto questo, di tenere il bambino concepito dallo stupro e sposare lo zio e mandante di uno degli stupratori (un operaio negro male in arnese 20 anni più vecchio di lei, che la previene che quando il nipote-stupratore sarà adulto gli subentrerà nei diritti coniugali) pur di conservare la fattoria. Per vivere nella giungla bisogna accettarne le regole, secondo le quali la vita umana ha un valore irrisorio e la donna è un oggetto che può sopravvivere solo a patto di trovare un padrone-protettore. La cosa sopraffà la sensibilità del professore al punto da andare a chiedere scusa in ginocchio ai genitori di una studentessa che si era portata a letto: l'intellettuale è entrato in contatto colla realtà e ha riscoperto i pregi di vivere in un gregge ordinato. Si suppone che Byron verrà presto sostituito da sermoni evangelici. Beninteso, l'intera trama è costruita attorno a situazioni inverosimili: perché la studentessa va liberamente a letto col professore e poi lo denuncia? Perché la figlia sceglie di restare a vivere "come i cani" quando potrebbe tornarsene tranquillamente in Olanda?!? Perché andare a chiedere scusa in ginocchio alla famiglia della ragazza che si è portato a letto, maggiorenne e perfettamente consenziente? Ma tutto ciò esalta – anziché mortificare – quell’universo fatto di nuvole e di raggi di luna che è il prodotto artistico, per il quale tanto più una situazione è tirata per i capelli e tanto più si lascia stilizzare in un gioco di ombre e di riferimenti emotivi. In tutto il film non c’è un personaggio che una volta sola spieghi con chiare parole una sua scelta; i pensieri chiari e distinti non si lasciano poetare in versi o in pellicola. Se questa dimensione vi può interessare il film potrebbe entusiasmarvi; altrimenti vi darà solo la noia e l’irritazione che ha dato a me. Di buono c’è una lettura disincantata del ‘buon selvaggio’ che incantava gli scrittori settecenteschi e delle meraviglie della società multirazziale che incanta i pennivendoli odierni. [-]